Anche i piccioni possono avere delle buone idee

/ 10.07.2023
di Bruno Gambarotta

Una curiosità: li danno ancora a scuola i «temi di fantasia»? Eccone uno, ritrovato su un mio quaderno, svolto durante la terza media, anno 1951.

Tema: Un piccione si posa sul davanzale di camera tua: se avesse il dono della parola cosa direbbe?

Svolgimento: Per me è impossibile immaginare un piccione che parla. È molto più logico pensare che un piccione, se ha qualche velleità di umanizzarsi, tenga un diario. Perciò penso che non andrò fuori tema se, anziché riferire un improbabile monologo del piccione, ricopierò alcune pagine scelte del suo diario.

Eccole: Oggi avevo il compito di andarmi a posare sul davanzale della camera di quel povero ragazzo per permettergli di fare un tema decente. Le direttive erano precise: posarsi sul davanzale della sua camera e osservare. Ho volato attorno a casa sua, un condominio popolare, decine di volte prima di rendermi conto che il ragazzo non ha una camera tutta per sé ma dorme in cucina su una brandina aperta solo la sera quando tutti gli altri componenti della famiglia vanno a dormire. Da quel che ho capito una stanza è occupata da una vecchia nonna e non possono mandarla via perché una parte dei soldi per comprare l’alloggio sono i suoi risparmi. Solo quando la vecchia andrà all’altro mondo il nostro amico avrà una stanza tutta per sé e io potrò posarmi sul relativo davanzale. Pare che la vecchia goda di una salute invidiabile sicché il nostro amico farà prima a diventare grande e a sposarsi che ad avere una stanza in quella casa. Tutto questo per dire che il tema, oltre che un tantino strambo, è anche classista perché favorisce quegli studenti che una camera ce l’hanno.

Sistemata la questione sociale, andiamo avanti.

Il mio giovane amico perciò vive, mangia, dorme, gioca, studia, fa i compiti in cucina e già solo per questo fatto meriterebbe un voto in più per ogni materia.

Dal davanzale della finestra della cucina constato che in quella stanza accadono molte cose. Per quanto ricco e completo sia il resoconto, esso sarà sempre ordinato in fila, mentre tutti i fatti accadono contemporaneamente.

La prima cosa che salta all’occhio in quella cucina è un grande televisore sempre acceso, anche quando in casa non c’è nessuno. Il padre del mio giovane amico sostiene che tenerlo acceso serve a tener lontano i ladri indotti a credere che in casa ci sia qualcuno. Io, semplice piccione, penso che se qualche milione di famiglie italiane usa il televisore per tenere lontano i ladri, sai che uso possono fare dei dati dell’Auditel? Inoltre, secondo quella logica, quando c’è qualcuno in casa il televisore dovrebbe essere spento. Invece no, perché se c’è qualcuno in casa vuole dare di tanto in tanto un’occhiata allo schermo. Per non sentirsi tagliato fuori, dice. La cucina è il regno della nonna che fa da mangiare per tutta la famiglia in quanto la mamma e il papà del mio giovane amico lavorano, sono entrambi impiegati. La mamma come operatrice scolastica, cioè bidella e il papà come decoratore d’interni, cioè imbianchino.

La nonna ama i sapori forti. Il resto della famiglia no. Così la mamma, prima di andare al lavoro, nasconde pepe, noce moscata, senape, curry, peperoncino intero e in polvere e la nonna, per trovarlo, è capace che tira giù l’intera cucina. È molto significativo il momento in cui tutta la famiglia si siede a tavola. Le facce che fanno dopo che hanno ingoiato la prima cucchiaiata di minestra! Le gote si gonfiano e arrossano, gli occhi si dilatano e iniziano a lacrimare, le mani annaspano per afferrare la bottiglia dell’acqua e versarla direttamente in gola. Solo la nonna resta impassibile.

«Proprio buona questa minestra», dice, «solo un po’ insipida. Passami il sale per favore.»

Le discussioni che nascono per questa storia del cibo piccante!

«Questi bambini avranno lo stomaco rovinato», dice la madre. La nonna replica: «È tutta la vita che mangio cibi piccanti e non ho mai avuto problemi!»

Il babbo: «La nonna ha lo stomaco foderato di amianto».

E su queste note di saggezza popolare, chiudo il mio diario: contrariamente a quello che pensano molti appartenenti al corpo docente, un piccione ha molte cose da fare per procurarsi il cibo, non può permettesi il lusso di tenere un diario!