Alla fine solo spese

/ 07.03.2022
di Angelo Rossi

Le banche cantonali sono, indipendentemente dal loro statuto di oggi, istituti che, nel corso della loro lunga storia, hanno cercato di tener conto dell’interesse pubblico e di essere al servizio della popolazione. Per esempio in diversi cantoni, tra i quali il Ticino, esse, ancora oggi, versano una buona parte dei loro profitti allo Stato. Due anni fa la maggiore banca cantonale, quella del canton Zurigo, ha festeggiato il 150esimo anniversario della sua fondazione. I suoi dirigenti e il suo consiglio di amministrazione, coscienti dei legami che la banca, da sempre, intratteneva con la popolazione del cantone, avevano deciso di offrire alla stessa, in quell’occasione, una nuova funivia che avrebbe, per un certo periodo di tempo, attraversato il lago, dal Zürichhorn, sulla sponda destra, al Mythenquai su quella sinistra. L’idea non era nuova. Una funivia del genere era già stata costruita per l’esposizione nazionale del 1939 come pure nel 1958 per l’esposizione Saffa, la cosiddetta esposizione nazionale delle donne. La banca cantonale, riproponendo nel 2017 la costruzione della funivia che traversava il lago di Zurigo, credeva quindi di dar continuazione a una tradizione che aveva avuto, le due volte precedenti, un grande successo.

Ma aveva fatto i conti senza l’oste. Purtroppo l’attitudine favorevole a progetti del genere, che era prevalsa, nel 1939 e nel 1958, ha infatti da tempo lasciato il posto, nella popolazione zurighese, a un atteggiamento molto più distaccato e critico nei loro confronti. Così la Banca cantonale di Zurigo, che aveva promosso con grande passione il progetto per il suo giubileo, si trovò sin dalla prima presentazione confrontata con un’opposizione che, sicuramente non aveva immaginato potesse esistere. Nella popolazione l’entusiasmo del passato per la realizzazione di progetti tecnici avveniristici aveva lasciato il posto a un atteggiamento di preoccupazione per le possibili conseguenze nocive che la costruzione e il successivo esercizio degli stessi potevano causare. Contro il progetto si pronunciarono, dall’inizio, le associazioni di protezione dell’ambiente. Ottenuta una prima vittoria presso il tribunale che aveva giudicato il loro ricorso contro la licenza di costruzione, esse conseguirono, di recente, un giudizio a loro favorevole anche dal tribunale amministrativo del cantone. Come il tribunale di prima istanza, anche questo tribunale ha deciso che senza l’iscrizione del progetto nel piano direttore cantonale lo stesso non poteva venir realizzato. Il giudizio di seconda istanza ha indotto i responsabili della banca a rinunciare al progetto perché, nel frattempo, l’anno del giubileo, ossia il 2020, era già passato e perché le procedure necessarie per modificare le schede del piano direttore potevano trascinarsi ancora per qualche anno.

Per un osservatore esterno appare sorprendente che, data l’importanza del progetto, un istituto nel quale i legali non sono una specie rara, non sia stato in grado di cautelarsi rispetto alle esigenze che poteva porre la pianificazione cantonale, prima di rendere noto il progetto all’opinione pubblica. L’ingenuità dei responsabili della banca può essere spiegata solo con il fatto che essi erano pienamente convinti che la popolazione avrebbe accolto con entusiasmo il progetto. Interessante nel giudizio del tribunale amministrativo di Zurigo è anche l’apprezzamento sul progetto di funivia come possibile nuovo magnete turistico per la plaga del lago di Zurigo. Il tribunale amministrativo di quel cantone ha ritenuto che, in una valutazione globale, gli interessi dei promotori del progetto erano da reputare inferiori a quelli della salvaguardia del paesaggio. Preso atto di questo giudizio, la Banca cantonale di Zurigo ha deciso, come si è già ricordato, di archiviare definitivamente il progetto di funivia attraverso il lago.

C’è chi pensa che l’atteggiamento avverso alle novità architettoniche e urbanistiche sia una prerogativa di Zurigo. Secondo noi, però, l’esito di questa controversia giuridica attorno a un progetto con forte impronta turistica potrebbe avere ripercussioni anche su altri progetti di funivie, attualmente allo studio o, addirittura, già in fase di pianificazione definitiva in altri cantoni. Ricordiamo infine che, richiesti di stimare il costo dell’operazione fallita, i responsabili della banca hanno affermato che si trattava di una somma di qualche milione di franchi. Alla fine, quindi, per loro, il progetto del giubileo non ha generato che spese.