Carlo Agliati, quale presidente della Commissione del Premio Migros Ticino come valuta la partecipazione complessiva al Premio di quest’anno? Che tipo di lavori avete ricevuto?
Il Premio Migros Ticino 2019 (siamo alla 18.ma edizione) ha registrato un’eccellente partecipazione, in termini di numero e di qualità delle ricerche presentate: è il segno che in una realtà regionale come la nostra, sia pure priva di una vera e propria facoltà di ambito umanistico paragonabile ai maggiori centri universitari svizzeri, non mancano comunque le occasioni per svolgere lavori di livello accademico nel settore dell’arte, della storia politica, sociale, economica, religiosa, musicale, oltre che riguardanti aspetti più propriamente letterari e linguistici, in una scansione temporale che dai giorni nostri risale tutta l’epoca moderna fino al Cinque-Seicento. Ci sono pervenute complessivamente 14 ricerche inedite, molte delle quali di valore assoluto, certamente da destinare alla pubblicazione. Nella maggior parte dei casi si tratta di tesi di laurea o dottorali sostenute nelle università svizzere e della vicina Italia, oppure lavori condotti nell’ambito delle borse di ricerca cantonali.
Quali sono le motivazioni che hanno portato la commissione a premiare il lavoro di Francesca Chiesi Ermotti?
La ricerca premiata è il risultato di una profonda rielaborazione di una tesi di dottorato, che era stata sostenuta dall’autrice nel 2014 presso l’Università di Ginevra e l’École des hautes études en sciences sociales di Parigi. Una ricerca annosa, consegnata a un dattiloscritto inedito di oltre cinquecento pagine, risultato dello spoglio e dell’analisi di un vasto fondo documentario prodotto da numerosi membri della famiglia Pedrazzini di Campo Vallemaggia in val Rovana, attivi nel ’700 nel settore del commercio di prodotti coloniali nella città tedesca di Kassel. Francesca Chiesi Ermotti ha saputo restituirci in un racconto affascinante un complessivo quadro d’epoca allargato agli aspetti sociali, economici e religiosi di un’intera comunità vallerana. L’agiatezza economica conseguita tramite la mobilità imprenditoriale nel contesto urbano dei mercati tedeschi e degli scambi transoceanici, si riverbera nello sperduto villaggio montano nel cuore delle Alpi elvetiche. L’autrice ha saputo dimostrare come radicamento e mobilità rappresentano facce solo apparentemente disgiunte di un caso d’imprenditorialità di successo, posto all’intersezione tra «microstoria» e «storia globale».
Sono stati attribuite due menzioni speciali. Come mai, e cosa ha convinto la Commissione a concedere questo riconoscimento?
La ricerca premiata si è trovata in ottima compagnia. Com’è nella tradizione del nostro Premio, non abbiamo voluto mancare di assegnare un riconoscimento anche ad altri lavori di ottimo livello: ne abbiamo scelti due, ma avrebbero potuto essere anche di più. La prima menzione è stata assegnata alla ricerca di Giorgia Masoni dedicata al mercato editoriale scolastico dell’800 e del primo 900, particolarmente interessante poiché attraverso i libri di scuola si veicola la rappresentazione identitaria del Paese nei decenni della sua formazione e consolidamento. La seconda menzione riguarda il lavoro di Jessica Beffa: si tratta del primo tentativo di ricostruzione della storia «amministrativa» del giovane Cantone nato dalla bufera della Rivoluzione francese, culminato con l’organizzazione dello Stato attraverso il sistema che conosciamo ancora oggi dei Dipartimenti.
Qual è la scadenza per il prossimo Premio?
Il Premio Migros Ticino ha cadenza biennale. Nel corso del prossimo anno verrà pubblicato il concorso della 19.ma edizione, la premiazione è prevista per il 2021.La copertina dello studio premiato.