La Via Lattea, giunta alla sedicesima edizione, ha sempre avuto tra i suoi intenti primari lo sviluppo di un dialogo tra la musica, la natura, e ovviamente il pellegrino che decide di partire alla scoperta di una nuova lettura del paesaggio.Negli anni si sono così avvicendate passeggiate nei boschi, nei vigneti, in montagna, sotto il sole o sotto cieli stellati, all’insegna della scoperta dello sfaccettato territorio in cui viviamo.Anche quest’edizione (iniziata il 21 e in scena fino al 29 settembre) sarà contraddistinta dalla creazione di un rapporto tra ascoltatore, musica e paesaggio.
Al centro dell’attenzione quest’anno ci saranno due fiumi; il primo, reale, è quello della Breggia, che scorre tra il territorio più a sud della Svizzera e l’Italia. Il secondo, invece, è un fiume immaginario e invisibile, ma perfettamente udibile, ed è rappresentato da Bach, che in tedesco significa «fiume».
Durante le giornate del suo secondo finesettimana la Via Lattea seguirà, in 16 stazioni, il corso del fiume Breggia, dalla sorgente sul Monte Generoso fino alla foce, nel lago di Como, dove, a Villa Olmo, si concluderà l’esecuzione integrale del massimo capolavoro di J. S. Bach, L’arte della fuga.