Quando si dice treno a vapore è subito sapore vintage. Gli sbuffi, la partenza, gli ingranaggi che si mettono in moto, tutti quei segnali che oggi abbiamo perduto (i treni, nel frattempo, si sono fatti più veloci e silenziosi, e sono finanche misteriosi, per quanto riguarda la loro componentistica) e che contribuivano a rendere i viaggi se non proprio avventurosi, perlomeno emozionanti, sono la caratteristica principale di ogni locomotiva a vapore che si rispetti. E dunque, proprio grazie a queste emozioni, il viaggio si fa di colpo anche viaggio nel tempo, trasportando non solo passeggere e passeggeri da un luogo all’altro, ma anche la loro fantasia, che corre alla ricerca di ricordi «presi in prestito», magari visti su una vecchia fotografia oppure in qualche film d’epoca.
Come ben racconta Gianluigi Cairoli nel suo Cent’an da füm. Storia della ferrovia Capolago-Monte Generoso (Edizioni Fontana, 2005), la vicenda della locomotiva a vapore del Monte Generoso, inaugurata il lontano 6 giugno del 1890, prendeva spunto dal fortunato esperimento del maestro di officina Riggenbach, che negli anni 70 dell’800 aveva condotto la prima locomotiva a vapore (che era stata inventata nel 1823 dall’inglese George Stephenson) lungo le pareti rocciose del Rigi. L’allora direttore della Banca della Svizzera Italiana Blankart vi si appassionò, e con un gruppo di amici decise di dare vita a una tratta che ancora oggi – seppur ovviamente a bordo di altri mezzi – riesce a entusiasmare grandi e piccoli, grazie a un panorama mozzafiato e a un paesaggio che muta in tempi rapidissimi, passando da quello fortemente urbanizzato del fondovalle del Mendrisiotto, a quello quasi bucolico, montano e agreste della Vetta del Monte Generoso.
Come riporta Cairoli nella sua dettagliata ricerca, il carbone che alimentava le locomotive, veniva dalla Germania via trasporto ferroviario. Nei giorni di rifornimento la giornata lavorativa a Capolago (dove ancora oggi si trova il deposito della Ferrovia del Monte Generoso) iniziava intorno alle 5, quando gli operai cominciavano a scaricare dal treno merci le mattonelle di carbone del peso di 10kg l’una. Le locomotive (di cui la prima partiva intorno alle 7 di mattina) caricavano circa 400/450kg ciascuna, oltre a quasi 2000 litri d’acqua (1000 nel tender e 900 nella caldaia), e oltre ai macchinisti, dovevano affidarsi anche alla forza fisica dei fuochisti.
Per tutti i nostalgici delle ferrovie, dunque, l’appuntamento del prossimo 24 giugno è di quelli imperdibili. Intorno alle 11 di mattina, infatti, dalla stazione di Capolago alla volta della Vetta del Monte Generoso non partirà il caratteristico trenino a cremagliera negli inconfondibili colori arancione e blu, bensì la locomotiva a vapore. Un momento da non perdersi per chi ha voglia di… emozioni e nostalgia.