Nata nel 1933 con lo scopo di aiutare le famiglie rurali della valle, la Pro Verzasca ha mantenuto in questi anni alcune delle sue attività iniziali, tra cui la lavorazione della lana. Fu infatti questa una delle prime iniziative promosse dal gruppo di verzaschesi che fondò l’associazione e che ha coinvolto diverse persone in ambito artigianale.
Tintura, filatura ed elaborazione iniziarono negli anni ’30 con lana locale, che venne però poi abbandonata a favore di materia prima importata. La lana nostrana finì invece un po’ nel dimenticatoio, considerata quasi come scarto. Non che quella ticinese fosse carente, anzi, sia a livello di quantità che di qualità aveva (e ha) tutti i requisiti necessari, ma mancava un anello importante nel processo di trasformazione: il lavaggio.
Per far fronte alla situazione nel 2012 è nato il progetto WoolTI, frutto della collaborazione tra la Pro Verzasca e la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), che ha trovato una valida soluzione al problema, come ci spiega Marcel Bisi, presidente dell’associazione e coordinatore dell’iniziativa: «Oggi raccogliamo la lana di circa cinquanta allevatori ticinesi, che viene di seguito smistata. In parte viene lavorata dalla Pro Verzasca, in parte commercializzata in Svizzera tedesca quale materiale isolante o edile». Ogni anno l’associazione raccoglie e valorizza circa 150 quintali di lana ticinese, dei quali circa mille chilogrammi confluiscono nell’innovativo impianto di lavaggio a Gordola, che ha colmato lo stadio mancante di un processo ora interamente locale.
«Il progetto è stato sviluppato congiuntamente al Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI – illustra il presidente della Pro Verzasca – e ha permesso d’installare un impianto di piccole dimensioni, che garantisce però i livelli qualitativi delle grandi attrezzature presenti per esempio nella vicina Italia, dove si manipolano fino a 17mila chili di lana al giorno, mentre a Gordola ne lavoriamo una ventina». Una filiera su scala ridotta quindi, che consente di ottenere un prodotto di nicchia altamente sostenibile, anche perché il nuovo sistema di lavaggio all’avanguardia è stato pensato in modo da ridurre l’utilizzo d’acqua ed eliminare l’uso di sostanze chimiche, come la soda per esempio. Le alternative adottate sono state l’utilizzo degli ultrasuoni nella fase di pulizia, un sistema con riciclo dell’acqua e il dimensionamento dell’impianto che, come sottolineato, è adatto ai piccoli volumi: «Nella fase di lavaggio, a differenza delle strutture di grandi dimensioni, siamo riusciti a ridurre drasticamente il consumo di acqua ed energia, contenendo pertanto anche i costi e rendendo possibile l’elaborazione di piccoli lotti», commenta Marcel Bisi aggiungendo che a Gordola si trattano anche partite di solo alcuni chilogrammi per volta.
La lana succida, quella appena tosata, viene raccolta sul territorio ticinese e anche i piccoli allevatori possono consegnare direttamente a Gordola quantitativi minimi da lavorare separatamente (anche lana di alpaca, lama o capra per esempio). Dai circa mille chili trattati in media annualmente si ottengono approssimativamente 700 chili di lana in fiocchi, privata del grasso in eccesso, da impurità, terra e sporcizia. «Questa lana viene anche cardata ed è di alta qualità. Si può adoperare per il bricolage, per fare del feltro oppure per essere filata e quindi poi utilizzata per la maglieria», spiega Marcel Bisi. Un prodotto disponibile da novembre 2018 anche presso alcuni punti vendita Migros Ticino sia nella versione grezza, sia in cinque diversi colori, ognuno in tre gradazioni differenti. La tintura della lana continua ad essere eseguita dalla Pro Verzasca, che utilizza dei coloranti disponibili in natura, quali foglie, radici o frutti. Una fase che si svolge a Sonogno, nella Casa della lana, solitamente in primavera e in autunno. Dopo essere asciugata all’aria, la lana viene cardata, un procedimento con cui si sbrogliano i nodi in modo che le fibre possano essere allineate e ottenere quindi la lana pronta per essere filata, per fare del feltro oppure per il «fai da te».
Un’attività che, adattandosi ai mutamenti della società, è tornata a rivivere con rinnovato slancio permettendo di valorizzare un prodotto locale e avvalendosi delle persone e delle conoscenze regionali. «Sì, direi proprio che il progetto stia riuscendo, consentendo di coinvolgere gli allevatori e la popolazione in un contesto locale per creare nel contempo anche posti di lavoro», conclude Bisi. Attorno al progetto della lana ticinese, nel quale Migros Ticino collabora per la commercializzazione della lana cardata, si stanno anche rilanciando altre iniziative ad essa legata, come corsi di tintura e di filatura, visite o altri eventi con l’obiettivo di promuovere la cultura e sostenere la produzione artigianale.
La lana cardata ticinese 100% naturale è in vendita nelle filiali Do it + Garden di Losone, Taverne, Agno, Serfontana, Grancia e le filiali Migros di San Antonino e Lugano.