Fairtrade Max Havelaar

Acquistando prodotti con il marchio  Fairtrade Max Havelaar si permettono migliori entrate economiche e migliori condizioni di lavoro alle famiglie dei piccoli produttori e ai loro dipendenti. Entrambi possono godere di prezzi stabili nel tempo e premi di produzione «Fairtrade», uniti a una serie di consulenze specifiche in loco. Una parte del ricavato dalle vendite viene investito in progetti che vanno a vantaggio di tutta la comunità: costruzione di fontane, scuole e ospedali. Migros è partner di Max Havelaar dalla fondazione di quest’ultimo, nel 1992.


Migros e i Maya

Pompelmi messicani - Il concentrato usato per il succo di pompelmo rosa di Migros viene da una cooperativa della penisola messicana dello Yucatan: negli anni si è sviluppata un’intensa collaborazione con il marchio per il commercio equo Max Havelaar
/ 25.03.2019
di Roland Schaefli

L’uragano Irma che ha colpito la Florida nel 2017 ha distrutto gran parte delle coltivazioni di pompelmi statunitensi. Per trovare nuove fonti di approvvigionamento le aziende svizzere si sono rivolte all’America centrale: proprio lì è già attiva da oltre cinque anni la Bischofszell Nahrungsmittel AG (Bina), una delle realtà dell’Industria Migros. In particolare, nello Yucatan si trova un comparto produttivo gestito da alcune tenute agricole locali.

I responsabili di Migros hanno cercato qui una fabbrica che fosse capace di adattare gradualmente i propri processi produttivi agli standard elvetici. Dopo intense ricerche si è potuta instaurare una proficua collaborazione con la fabbrica produttrice di succhi di frutta Arpen. Qui le idee di Migros hanno trovato una precisa sintonia con la concezione produttiva di un imprenditore locale, il quale intendeva realizzare un’azienda di commercio equo. Questo progetto ha potuto coniugarsi, quindi, con l’iniziativa di Migros, in modo che entrambi i contraenti ne traessero vantaggio. Da parte della cooperativa elvetica, infatti, c’è l’impegno a provvedere al ritiro di tutta la produzione annuale, garantendo al progetto una solida continuità. 

Nella fabbrica giungono i camion dalle coltivazioni poste nel raggio di 50 chilometri. I responsabili svizzeri fanno visita con regolarità all’azienda messicana, in particolare proprio nel momento del raccolto, importante per controllare la produzione e per valutare il mantenimento degli accordi presi e il futuro rinnovo della collaborazione.

Interessante osservare che i colloqui tra partner avvengono nella lingua Maya, il mayathan, idioma che non è parlato al di fuori del gruppo sociale dei coltivatori messicani. Del resto, secondo quanto raccontano gli stessi proprietari delle piantagioni, molte delle tecniche che si utilizzano per la coltura sono tramandate da generazioni e non s’imparano semplicemente a scuola. Fanno parte delle tradizioni culturali dei Maya. Le nuove leve però devono tener conto anche delle tecniche più moderne, ad esempio per ciò che riguarda la lotta alle piante nocive e ai parassiti. Tutto ciò permette ai succhi concentrati di mantenere l’alta qualità della linea di produzione proposta da Bina, con l’etichetta «Fairtrade Max Havelaar». 

La collaborazione dei coltivatori con l’industria svizzera permetterà un deciso miglioramento delle condizioni salariali locali. Oltre a questo, è stata messa in opera una coltivazione-vivaio in cui su 48 ettari vengono messi a dimora giovani alberi, che forniranno un ricambio in futuro. Al progetto, che richiederà vari anni per una sostituzione completa delle piantagioni, ha partecipato finanziariamente anche il governo messicano.