Dal 21 al 28 marzo prossimi la Svizzera ricorderà la settimana internazionale di azione contro il razzismo.
«Le istituzioni ticinesi uniranno anche quest’anno le loro voci per promuovere la diversità e combattere la tentazione del rifiuto e della discriminazione e lanciare una campagna secondo il motto “La diversità, un valore svizzero?”» spiega Attilio Cometta, delegato cantonale per l’integrazione degli stranieri. «L’edizione del 2019 vedrà molti spazi pubblici del nostro cantone ospitare nuovamente conferenze, esposizioni, momenti di sensibilizzazione nelle scuole, serate-film, accompagnati da trasmissioni radiofoniche e televisive. La protezione contro la discriminazione rimane una misura importante nel Piano di integrazione cantonale (PIC)».
Altra leva fondamentale dell’integrazione prevista dal nuovo PIC 2018-2021 è l’insegnamento della lingua italiana. «Nell’ambito Lingua e Formazione abbiamo identificato diversi punti d’intervento: garantire la miglior gestione o organizzazione dei corsi di lingua; assicurare la prossimità delle offerte di formazione, sia in termini geografici che in funzione dei bisogni comunicativi delle persone in formazione; migliorare e valutare l’efficacia dell’intervento formativo; introdurre una procedura di accreditamento per gli enti che erogano corsi di lingua italiana L2» continua Attilio Cometta. «La formazione dei formatori in ambito Fide come pure l’erogazione di corsi di lingua qualificati a livello cantonale sono per noi strumenti strategici prioritari».
Decisive per il raggiungimento di questi importanti obiettivi sono, infatti, le alleanze con gli enti formativi del territorio che diventano facilitatori di integrazione. Tra questi, la Scuola Club di Migros Ticino mette a disposizione la sua pluriennale esperienza e la sua qualificata professionalità per processi che ricadono positivamente non solo su singole persone ma sull’intero territorio.
In piena sintonia con gli orientamenti del Piano, l’azione della Scuola Club si declina strategicamente su due livelli: accompagnando i migranti all’apprendimento della lingua italiana; formando i formatori con percorsi mirati all’interno del quadro di riferimento Fide.
«La formazione Fide è destinata a coloro che insegnano la lingua italiana agli stranieri neo arrivati» ci dice Giona Mattei, formatore SOS Ticino per Fide alla Scuola Club di Migros Ticino nel Modulo Migrazione e interculturalità: «Questo percorso desidera anzitutto introdurre i docenti di lingua italiana alla questione della migrazione e dell’interculturalità e offrire loro strumenti di lettura dei contesti in cui operano quali formatori per l’integrazione. Il secondo obiettivo è aiutarli a leggere quelle stese dinamiche interculturali all’interno della classe. Questo significa pensare il processo formativo a partire dalle persone che compongono la classe, dai loro bisogni e dai percorsi di vita, così come interpretare e gestire le dinamiche della comunicazione e di relazione all’interno di quello stesso contesto. È importante che il formatore veda la formazione in aula come un processo interculturale. L’aula per prima dovrebbe essere uno spazio di integrazione».
Questo investimento nella formazione interculturale dei docenti è una chiave di volta per moltiplicare e accelerare processi di integrazione più ampi. Ciò richiede anzitutto un cambiamento di sguardo da parte del docente stesso. «Ognuno di noi porta con sé stereotipi e pregiudizi. È importante che anche il formatore si apra alla diversità. Comprendere – e far comprendere ad altri – l’importanza delle dinamiche legate all’immigrazione e all’integrazione diventa una risorsa per gestire la diversità in altri luoghi, come il posto di lavoro o in altri contesti sociali» continua Mattei. «Spero che questi percorsi formativi aiutino a interiorizzare l’idea che è necessario cogliere l’altro nella sua particolarità, nella sua individualità, senza culturalizzare troppo. Il comportamento di una persona eritrea non è quello di tutti gli eritrei! La classe, allora, diventa davvero il primo luogo di riconoscimento e di integrazione».
Come ben ci ricorda l’antropologo culturale Marco Aime, ad incontrarsi o a scontrarsi non sono le culture, ma le persone. Per questo è dalle persone e dalle relazioni tra persone che occorre partire per costruire spazi sociali sempre più accoglienti, coesi, sostenibili.
Una consapevolezza che la Scuola Club di Migros Ticino cerca di tradurre ogni giorno nelle sue aule.