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Le lingue del lavoro

Quali competenze in un mondo del lavoro che cambia? L’analisi di Simona Galli di AITI Servizi
/ 08.01.2018

La crescita dell’occupazione perdura. Per il terzo trimestre del 2017, l’Ufficio federale di statistica presenta un quadro nazionale tendenzialmente in rialzo. Secondo i dati raccolti, in Svizzera le aziende che prevedono di voler aumentare gli effettivi rappresentano il 9,3% degli addetti. Ma quali sono i profili e le competenze più richiesti?

Ci aiuta a leggere lo scenario ticinese e le sue implicazioni sulla formazione Simona Galli, referente di AITI Servizi e attenta osservatrice della realtà imprenditoriale del territorio.

«L’Associazione Industrie Ticinesi rappresenta circa 210 imprese, di cui i due terzi appartengono al manifatturiero. Racchiudiamo diverse tipologie produttive – dalla meccanica alla chimica farmaceutica, da quelle che operano nell’ambito delle materie plastiche alle arti grafiche della carta. Il discorso è dunque molto variegato. Se non mancano le imprese che fanno fatica, per le quali si pone l’interrogativo di una possibile delocalizzazione con impatti negativi sul locale, ci sono aziende che viaggiano veloci e che esportano il 90% di ciò che producono. Il nostro fiore all’occhiello è rappresentato dalla chimica farmaceutica. Si tratta di aziende in grado di offrire salari più alti e un trattamento dei lavoratori all’avanguardia, con benefit legati al welfare aziendale e alla flessibilità oraria. Un’altra fetta importante di imprese particolarmente attive è legata al fashion. Alcune di esse hanno in Ticino, oltre alla logistica, anche il centro stile e il customer service».

Uno dei fattori di attrazione per le imprese è la presenza di risorse umane di qualità. Quali sono oggi i profili più richiesti?
Non è facile fare una sintesi, poiché il ventaglio della domanda è sempre molto ampio, tuttavia direi i polimeccanici e gli ingegneri gestionali e di processo. Inoltre, poiché stiamo andando verso una crescente digitalizzazione, servono ingegneri informatici in grado di accompagnare le imprese in questa transizione. L’esplosione della domanda di profili «skillati» riguarda non solo il terziario ma anche l’industria d’avanguardia.

Quali sono le competenze più interessanti per le aziende?
Sempre più importanti sono flessibilità e soft skills. Le competenze, in fondo, te le costruisci in azienda. Quello che invece non si può materializzare sono le competenze più soft e di questo c’è tremendamente bisogno.

Quanto conta la formazione continua?
Molte delle nostre imprese danno grande rilevanza alla formazione continua e lo considerano anche un canale di fidelizzazione. Ma anche i collaboratori chiedono formazione. Oggi non si guarda più solo il mero dato salariale. La gente ricerca anche qualità della vita e opportunità di miglioramento professionale. La possibilità di partecipare regolarmente a corsi di qualificazione, ad esempio, è molto apprezzata, anche considerato il fatto che le nostre competenze subiscono un’obsolescenza elevata...

Quali sono le aree formative più richieste?
Indubbiamente l’area legata alla digitalizzazione e alle nuove tecnologie digitali. Un vero punto dolente sono le lingue, in particolare il tedesco, lingua nazionale insegnata dalle scuole medie e che tutti dovrebbero sapere, ma che invece pochi conoscono bene. Dal nostro osservatorio è evidente che nella ricerca del lavoro hanno molte più chances coloro che sanno il tedesco.
Altra lingua particolarmente richiesta è l’inglese che in Svizzera viene introdotto molto avanti negli studi e non è obbligatorio. Invece, andrebbe considerato il fatto che molte delle imprese di cui stiamo parlando sono multinazionali e usano quotidianamente l’inglese per comunicare. Vediamo intranet in inglese, scambi di mail e riunioni in inglese. Nel fashion se non sai l’inglese non entri. Se hai una conference call, cosa fai?

La formazione può fare la differenza?
Indubbiamente, e lo saprà sempre di più. Gli imprenditori ci dicono che lo Swiss Made è ancora attrattivo per la garanzia di standard elevati, nonostante il prezzo più alto rispetto alla concorrenza. Ciò significa che per restare sul mercato globale non possiamo derogare sulla qualità che deve rimanere impeccabile. E la qualità – lo sappiamo bene – la fanno anzitutto le persone e la loro formazione.

In un mondo del lavoro che cambia, la Scuola Club di Migros Ticino è in prima fila per cogliere il mutamento in atto e rispondere sempre più prontamente ed efficacemente alle nuove sfide che la globalità porta con sé.