Sono tempi difficili per la musica, ma lentamente il settore concertistico trova nuove forme di espressione e, utilizzando i sempre più affidabili canali telematici, si avvicina al suo pubblico portando il proprio contributo alla vita culturale del cantone. Un esempio in questo senso ci viene anche dai «Concerti delle camelie», rassegna locarnese sostenuta dal Percento culturale di Migros Ticino, che si presenta in versione streaming continuando per il tredicesimo anno nel suo originale percorso attraverso la musica antica. Abbiamo posto alcune domande all’organizzatrice, la violinista Fiorenza de Donatis.
Signora De Donatis, una scelta coraggiosa riprendere i vostri concerti primaverili in tempo di pandemia...
La voglia e il desiderio di far ripartire la Cultura sono grandi e abbiamo quindi deciso di proporre al pubblico i 4 concerti delle camelie in versione live streaming, per dare un segnale di presenza e di continuità alla nostra proposta culturale.
Il programma procede sul solco di quanto tracciato in passato?
Abbiamo dovuto cambiare la programmazione per due dei 4 concerti previsti. Un concerto avrebbe visto coinvolti 19 musicisti e con le restrizioni attuali a 5 persone in un luogo chiuso non era fattibile. In un altro concerto avremmo avuto due musicisti provenienti dalla Spagna, nazione che ha l’obbligo di quarantene e tamponi. Abbiamo quindi optato per artisti locali. Gli altri due concerti sono invece la riproposta di quelli non eseguiti lo scorso anno.
In questa situazione per lei è più complicato il ruolo di organizzatrice o quello di interprete?
Quello di organizzatrice comporta il pensare, gestire, organizzare molte cose; dall’allestimento della sala, alla fiorista, all’acqua per i musicisti, al posizionare i leggii e le sedie, all’accoglienza. Quello di interprete comporta «solo» una perfetta preparazione, attenzione e concentrazione nelle prove e al concerto.
Come ha vissuto il periodo dell’ultimo anno? Più in generale, in che modo i musicisti classici hanno affrontato un’emergenza di questo tipo?
Abbiamo cercato di reinventarci, proponendo dei video musicali o facendo dei piccoli interventi tramite streaming, ma naturalmente l’aver perso tanti concerti è stato un duro colpo.
Ci sono stati momenti che le piace ricordare del lavoro svolto negli ultimi mesi?
L’essere entrata sul palco e aver sentito l’applauso del pubblico: questo è capitato ad ottobre, poi le sale da concerto hanno chiuso nuovamente le porte.