Conoscersi al museo

Tandem al museo – Il progetto sostenuto dal Percento culturale Migros incoraggia le persone a visitare un museo in compagnia
/ 28.03.2022
di Ada Cattaneo

Arrivo al MASI di Lugano per un appuntamento con Veronica Carmine, coordinatrice per la Svizzera Italiana del progetto «TaM – Tandem al Museo». Non ho trovato nessuno che curasse il mio bimbo di quattro anni e, con qualche riserva, decido di portarlo con me. Ad aspettarci, insieme a Veronica, c’è Julia. Sarà lei ad accompagnarci durante la visita. Mentre ci avviamo scopro qualcosa in più su di lei: ha origini rumene e da molti anni vive in Ticino; non si è mai occupata d’arte e ha sempre lavorato come segretaria. Almeno fino al momento in cui motivi di salute non le hanno più permesso di svolgere il suo lavoro. Lo racconta con grande dignità, ma anche con evidente rimpianto. Non voglio chiedere di più, ma scopro che ha cominciato a prendere parte al progetto «TaM – Tandem al Museo» proprio in questa nuova fase della sua vita, quando ha considerato che la cultura poteva essere un alleato prezioso in questo suo nuovo percorso di vita. Entriamo nel museo, ma ho un momento di imbarazzo: dovremmo cominciare con l’incontro vero e proprio, affinché io possa scrivere il mio articolo con cognizione di causa, ma mio figlio è alquanto agitato. Eppure, inaspettatamente, le cose si risolvono: Julia capisce presto la situazione e, invece che interloquire con me, si rivolge proprio al mio bambino. Presto diventa lui il protagonista di questa dimostrazione del progetto TaM, venendo coinvolto, con grande soddisfazione di tutti, nella creazione di storie di fantasia a partire dai quadri della collezione permanente del MASI, fra cui la tartaruga dipinta dal pittore tedesco Richard Seewald e la veduta di Venezia dipinta da Augusto Giacometti.

Alcuni anni fa, leggendo di «TaM – Tandem al Museo», lo avremmo annoverato fra i molti progetti di apprendimento attivo in ambito museale. Ma dopo il lungo intervallo della pandemia – Julia, la nostra Guida, la chiama «Pandemonio» – le cose sono diverse. Tutti i contatti sociali, per questo difficile periodo, si sono trasformati in una minaccia e organizzare un’attività di condivisione è diventata un’operazione delicata. Veronica Carmine, responsabile del progetto per la Svizzera italiana, racconta: «Dopo l’inverno 2020 abbiamo deciso di attivarci subito per trasformare i musei in luoghi dove superare l’isolamento causato dall’emergenza sanitaria. Avevamo già sperimentato questo formato con persone di generazioni diverse, indirizzandoci in particolare agli anziani, invitati da guide più giovani con il progetto GaM – Generazioni al Museo. Ma ora la situazione è diversa ed è tutta la società civile ad avere bisogno di vicinanza con l’altro. Il museo è un luogo dove potersi sentire bene, a proprio agio. Perciò stiamo provando a creare una comunità coesa, che abbia il museo al proprio centro e sia sempre più legittimata a sentire il patrimonio conservato come proprio». Un museo per sua natura ci permette di ampliare le nostre conoscenze. Ma la consueta visita è per lo più solitaria. Sarà allora possibile in questo momento trasformare il museo in catalizzatore sociale grazie alla persona che ci affiancherà nella visita? Questa è la sfida che sottende a «TaM – Tandem al Museo», promosso in tutta le Svizzera da Kuverum, associazione che si occupa di formazione in mediazione culturale nei musei, Percento culturale Migros e Fondazione Beisheim. Due persone provenienti da esperienze di vita differenti visitano insieme un museo: la Guida TaM si fa promotrice dell’incontro e invita alla visita una persona che conosce poco (o per nulla) e che di norma non frequenta questi luoghi di cultura. Il museo che partecipa all’iniziativa offre l’entrata alla Guida e al suo ospite, che insieme sceglieranno un oggetto esposto e da qui partiranno per ideare e raccontare una storia. La loro esperienza e la narrazione scaturita dall’osservazione dell’oggetto sarà pubblicata sulla piattaforma MIS – Musée Imaginaire Suisse (mi-s.ch).

Come fare per prendere parte a questo percorso di volontariato culturale? Le persone interessate possono contattare Veronica Carmine che spiega: «Chiunque può diventare Guida TaM. Il compito consiste nell’invitare una persona non abituata a frequentare i musei e insieme partire per raccontare pensieri e immaginare storie che un’opera, un documento o un manufatto storico fanno scaturire in noi. Si tratta di un modo per rompere il ghiaccio e per poi continuare a scoprire mostre e collezioni permanenti dell’istituto in cui ci troviamo».

Anche nel nostro cantone alcuni spazi sono già partner dell’iniziativa. Si tratta di musei di vario tipo: si va da quelli afferenti alla Rete etnografica del Canton Ticino, come la Walserhaus di Bosco Gurin e il Museo della civiltà contadina del Mendrisiotto, al MASI di Lugano, che ha appena deciso di partecipare al progetto. Naturalmente il progetto non vuole in nessun modo escludere le mediatrici e i mediatori professionisti. Anzi, piuttosto ambisce ad allargare la rete di coloro che hanno consuetudine e familiarità con il museo. Non si tratta quindi di sviluppare un’attività didattica, quanto piuttosto di costruire un’esperienza di condivisione fra due individui, che si confrontano alla pari, guardandosi negli occhi o, come esprime al meglio la bellissima espressione tedesca, auf Augenhöhe.

Informazioni
carmine(at)tim-tam.ch
www.tim-tam.ch