Il problema della tassazione del «valore locativo» per chi abita in casa propria sembra aver trovato una soluzione al Consiglio degli Stati. La Camera dei Cantoni ha infatti accettato un’iniziativa che ne chiede l’abolizione, con alcune correzioni, seppur di stretta misura: 20 a 18 e 2 astensioni. Risultato che riflette anche due tipi di problemi principali: la parità di trattamento tra soggetti fiscali e la corretta applicabilità del sistema.
Finora, la possibilità di dedurre i costi di manutenzione e quelli del debito ipotecario sembravano garantire una certa parità di trattamento fra proprietari dell’abitazione occupata e locatari. Il principio era però da sempre un po’ traballante: per i primi si tratta di un reddito da sostanza patrimoniale, per i secondi di un reddito da lavoro o da altre prestazioni. La forte diminuzione dei tassi ipotecari ha risollevato un dibattito, che in realtà non si era mai spento. Basta considerare, infatti, le numerose iniziative in proposito.
Per molte persone, il carattere «fittizio» di questa imposta si è accentuato e ha anche evidenziato una disparità di trattamento proprio a carico del proprietario della sua abitazione. In particolare si sentono molto colpiti i pensionati che hanno magari completamente estinto il debito ipotecario e non possono più dedurlo nella tassazione. Dal momento che il «valore locativo» si aggiunge agli altri redditi, l’imposta da pagare può diventare abbastanza pesante. In altri termini, in questi casi, il fisco penalizza il risparmiatore e avvantaggia il debitore. Molti ritengono che proprio questa disparità sia la causa dell’enorme debito ipotecario privato in Svizzera.
Ma veniamo alla decisione del Consiglio degli Stati. A compensazione della soppressione del «valore locativo» si è parlato all’inizio di un’analoga soppressione di tutte le deduzioni possibili. Anche in questo caso, però, nasce una disparità di trattamento, poiché non sono più possibili deduzioni di spese per ottenere il reddito. Ecco perché fin dall’inizio si è mantenuta la possibilità di dedurre alcune spese dal reddito globale. Spese che, nel caso del locatario, vengono assunte di regola dal proprietario.
La discussione si è estesa anche alle case di vacanza, o seconda casa che dir si voglia. La regola generale vuole che anche per queste residenze valgano gli stessi principi. Ma qui sono insorti i cantoni turistici, che si vedrebbero sottratte notevoli entrate fiscali. Nel dibattito sul tema è quindi nata una certa maggioranza favorevole alla soppressione del «valore locativo». Quando però si è trattato di decidere su come procedere sono nate parecchie opposizioni da sinistra e anche da destra.
Per finire, si è scelta una via di mezzo, che gli svizzero-tedeschi definiscono politica del «Fünfer-und-Weggli» (cioè soldino e panino). Infatti, la soppressione del reddito locativo dovrebbe essere accompagnata da una concessione: la deduzione per debiti ipotecari sarà possibile, ma al massimo al 70% dei redditi locativi imponibili. Non solo, ma l’eccezione si estenderebbe a coloro che entrano in possesso di una casa, che potrebbero dedurre un massimo di 10’000 franchi (coniugi) e di 5000 franchi (persone sole) per il primo anno, seguita da una riduzione annuale, per portare queste riduzioni a zero dopo dieci anni. Restano anche le deduzioni attuali per la protezione dei monumenti (case storiche) e per il risparmio energetico.
Sul piano delle ripercussioni sulle finanze federali, al tasso ipotecario dell’1,5% attuale, andrebbero persi circa 1,7 miliardi di franchi di entrate, di cui un quarto per la Confederazione. Con un tasso ipotecario al 3,5% la riforma potrebbe essere fiscalmente neutrale. Per il momento si prevedono però ancora tassi bassi per alcuni anni.
Il progetto passa ora al Nazionale, dove il dibattito sarà pure acceso. Si prevedono comunque già le opposizioni della sinistra e dei direttori delle finanze di buona parte dei cantoni. Gli argomenti sono sempre quelli: perdite di entrate fiscali e disparità di trattamento tra proprietari e locatari. Tecnicamente si dovrebbe aggiungere anche quello tra prima e seconda casa. Il Consiglio federale preferirebbe l’estensione della riforma alle case di vacanza, mentre a molti non piace la diminuzione della possibilità di dedurre i costi del debito ipotecario. La mancata riforma per le case di vacanza è difficilmente accettabile se il «valore locativo» è considerato un «reddito naturale». Probabilmente siamo ancora lontani dal trovare una soluzione condivisa a questo problema.
Valore locativo, primo passo
Nel progetto sulla soppressio del valore locativo, il Consiglio federale vorrebbe includere anche le case di vacanza, ma i cantoni turistici si oppongono e creano una nuova disparità di trattamento
/ 27.09.2021
di Ignazio Bonoli
di Ignazio Bonoli