Una senzatetto la figlia di Fulgencio Batista

Paso doble – Fermina Lázara vive in un parco pubblico della Florida
/ 14.08.2017
di Angela Nocioni

Si chiama Fermina Lázara Estévez. Ha ottantadue anni. È la figlia dell’ex dittatore cubano Fulgencio Batista. In teoria dovrebbe essere una delle donne più ricche d’America, considerate le ingenti fortune trafugate dal padre dall’isola dopo il trionfo della Rivoluzione cubana il primo gennaio del 1959 e dai lei ereditate. Da due anni è invece in condizioni di miseria e sta vivendo con la figlia Ana in un parco pubblico della città di Fort Lauderdale, in Florida. L’ha conosciuta una giornalista delle Tv Local 10 che è andata a Strahanan Park con una troupe ad intervistarla.

«Come sono finita qui? Ah, è una lunghissima storia» racconta Fermina. «Sempre ho avuto quella che si chiamerebbe una vita perfetta, molto fortunata. Sicuramente molto agiata, ho ereditato ben più di un milione di dollari. Per questo vivere qui adesso per me è proprio strano».

Scappato da Cuba prima dell’arrivo di Fidel Castro e il suo gruppo di rivoluzionari barbudos all’Avana, suo padre, il dittatore Batista, riuscì a trasferire negli States grandi ricchezze. Non si è mai calcolato con esattezza il valore di quanto portò via da Cuba, ma poiché era sostanzialmente il padrone dell’isola si è sempre sospettato si trattasse di moltissimo denaro.

L’ascesa al potere di Batista cominciò nel 1933, quando era un semplice sergente dattilografo. Dopo lo sciopero generale a Cuba che annunciava la caduta del tiranno Gerardo Machado, l’ambasciatore nordamericano all’Avana, Sommer Welles, che di fatto controllava l’isola, chiese a Machado di cedere il potere a una figura neutrale.

Il 12 agosto Machado fuggì, dopo aver saputo che numerosi nuclei delle forze armate chiedevano un cambiamento nel governo e stavano preparando una sollevazione generale. Venne instaurato un nuovo governo presieduto da Carlos Manuel de Céspedes che durò solamente 23 giorni.

Ufficiali e soldati dell’esercito erano tornati a cospirare: era il complotto dei sergenti. Il governo provvisorio venne annullato e cominciò a farsi strada il sergente dattilografo che in quattro mesi diventò capo di stato maggiore dell’esercito.

Batista si preparò alla presidenza della Repubblica con le elezioni del 1940, appoggiato da una coalizione di vari partiti politici. Il suo governo era schiacciato sugli interessi dei soli grandi imprenditori e proprietari terrieri.

L’arricchimento senza scrupoli del presidente e la sua relazione con le antiche forze antipopolari  dell’esercito  minarono la sua autorità di fronte alla popolazione.

Batista si presentò nuovamente come candidato nelle elezioni del ’44, perse e si rifugiò negli Stati uniti dove rimase per quattro anni.

Nel 1949 creò il Partito di azione progressista, nel quale si riunirono diversi elementi reazionari dell’epoca. L’ambasciatore nordamericano diede il suo beneplacito, ma nonostante ciò il partitino non riusciva a farsi largo nell’isola. 

Fu così che il 10 marzo del 1952 Batista prese il potere con un colpo di Stato.Annullò la Costituzione e mezzo secolo repubblicano venne cancellato. La bancarotta politica e la crisi della struttura economica produssero una situazione di povertà dilagante nella popolazione. In questo contesto maturò la sollevazione dei barbudos che, guidati dal giovane avvocato Fidel Castro, sconfissero l’esercito di Batista fino ad entrare trionfanti tra due ali di popolo all’Avana nel Capodanno del 1959. Quel giorno Batista era già comodamente installato a New York con la famiglia.

Morì nel 1973. Lasciò nel suo testamento a Fermina varie proprietà e più di un milione di dollari. Con quei soldi lei comprò una casa a Coral Ridge e un appartamento a Galt Ocean Mile, due strade lussuose di Fort Lauderdale. Poi adottò Ana. Qualche tempo dopo qualcosa si ruppe e la vita della donna cominciò ad andare a rotoli. Iniziò ad accumulare debiti, molti debiti. Bruciò varie carte di credito. Dovette ipotecare le proprietà. Prima l’una, poi l’altra. Infine tutte. Rimase a vivere in un appartamento di Fort Lauderdale, ma non riusciva nemmeno a pagare le bollette. Intervenne la Prefettura. «Ma come mai? Cosa successe?» chiede la tv. «Ho fatto investimenti azionari sbagliati e forse sono stata spendacciona, non ero abituata a guardare i prezzi delle cose. Ho sempre speso molto» dice lei. Si ipotizza una truffa di mediatori nel mercato azionario a suo danno. Fatto sta che è finita sotto sfratto. Insieme alla figlia da due anni vive per strada. Prima di sistemarsi nel parco ha dormito in automobile, poi in «un hotelito de mala muerte» dice lei e qualche tempo alla fermata dell’autobus. «Impari molto dalla strada – racconta – per me è stato come se Dio volesse insegnarmi qualcosa. La prossima volta non accadrà. La lezione è dura, ma s’impara». /AN