Una revisione per gestire meglio il lupo

Votazioni federali - La nuova legge sulla caccia permetterebbe di regolare la popolazione di determinate specie protette – Nel caso del lupo, potrebbero essere abbattuti singoli esemplari per la protezione delle greggi ma non interi branchi
/ 07.09.2020
di Alessandro Carli

Tra i vari temi in votazione il 27 settembre prossimo, i cittadini dovranno esprimersi anche sulla revisione della legge sulla caccia, che permetterà una forma di regolazione di determinate specie animali protette come il lupo, revisione contro la quale è stato lanciato il referendum. In sostanza, si tratta di decidere se si debbano inasprire le condizioni contro questo predatore, accordando ai Cantoni la regolazione preventiva degli effettivi. Ma quando si parla di caccia, si cade inevitabilmente in uno scontro ideologico, con i fautori dell’arte venatoria a sostenere, tra l’altro, la necessità di regolare in modo controllato la selvaggina e con i contrari a difendere gli animali e il loro habitat.

Consiglio federale e Parlamento (con una maggioranza di 2 a 1) raccomandano di accettare la nuova legge perché rafforza la protezione di molte specie di animali selvatici e offre nel contempo una soluzione pragmatica per la gestione della crescente popolazione di lupi, sebbene quest’ultimi restino una specie protetta. Per gli oppositori, la riveduta legge è «mal concepita», perché consente l’abbattimento di animali protetti, senza che questi abbiano causato danni. Se la revisione dovesse fallire, resterebbe in vigore la legge attuale, che risale al 1986, definita «molto equilibrata» dai fautori del referendum.

Si è invece sentita la necessità di attualizzarla, proprio perché allora il lupo non aveva ancora colonizzato il territorio elvetico. Dalla formazione di un primo branco nel 2012, gli effettivi si sono moltiplicati. Alla fine del 2019, in Svizzera si contavano circa 80 lupi, distribuiti su una dozzina di cantoni, tra cui Vallese, Grigioni (accertata la presenza di dieci branchi in Svizzera) e retroterra di Bellinzona. I lupi attaccano pecore e capre e colpiscono anche greggi protette, ciò che crea conflitti con i proprietari. Ogni anno vengono uccisi dai 300 ai 500 animali (ovini e caprini).

La riveduta legge sulla caccia è destinata ad adattare alle realtà attuali le regole di coabitazione tra il lupo e l’essere umano. I Cantoni potranno autorizzare abbattimenti di lupi, al fine di evitare danni alle pecore e alle capre. Lo scopo è di fare in modo che i lupi continuino a temere l’uomo, rimanendo a debita distanza dalle zone abitate. In ogni caso, gli abbattimenti sono sottoposti a varie condizioni: i Cantoni non potranno intervenire se un branco di lupi si mantiene a distanza dalle greggi e dagli insediamenti e dovranno giustificarne l’abbattimento alla Confederazione. Le organizzazioni di protezione della natura potranno ricorrere contro la decisione cantonale.

Secondo la nuova legge sulla caccia, i Cantoni potranno autorizzare i guardacaccia a sopprimere un lupo isolato se attacca greggi, nonostante le misure di protezione o se si aggira nei pressi dei villaggi. Si tratta di una possibilità che già esiste. La revisione della legge non cambia lo statuto del lupo, che – come detto – resta una specie protetta e i branchi rimangono preservati. Per questo, non si potrà cacciare. Secondo la legge sono ammissibili unicamente interventi sugli effettivi di lupi e di stambecchi.

Se vi fossero motivi oggettivi, il Consiglio federale può dichiarare regolabili altre specie, che perturbano l’attività di contadini, cacciatori e pescatori. Il parlamento, d’accordo il governo, ha però espressamente respinto questa possibilità per linci, castori, aironi cenerini e smerghi maggiori, ma ha ammesso che in futuro si potranno regolare gli effettivi di cigni reali. La revisione della legge sulla caccia non concerne soltanto il lupo. Introduce nuove condizioni sulla protezione degli animali selvatici e stabilisce anche le condizioni per prevenire i danni causati dai castori a edifici e impianti d’interesse pubblici e dalle lontre agli impianti di piscicoltura. Inoltre, colombaccio, tortora dal collare orientale, corvo comune e imperiale, cornacchia grigia e nera, ghiandaia e gazza sono protetti dal 16 febbraio al 31 luglio. Folaga, svasso maggiore, alzavola, moretta e germano reale lo sono dal 1° febbraio al 31 agosto. La beccaccia dal 15 dicembre al 15 ottobre; il cormorano dal 16 marzo al 31 agosto.

Secondo la consigliera federale Simonetta Sommaruga, la nuova legge sulla caccia è un «buon compromesso». Grazie a questo progetto – ricorda – il numero di lupi potrà essere controllato, ma i branchi preservati. Sarà possibile ridurre i conflitti. I contadini dovranno proteggere i loro animali con recinti o cani, se vogliono percepire risarcimenti per le bestie uccise. Ora possono invece chiedere un risarcimento per gli animali uccisi da questi predatori, anche se non li hanno protetti. Dal 1995 al 2019, la Confederazione ha riconosciuto risarcimenti per circa 1,8 milioni di franchi.

Infine, il progetto tiene conto dei vari interessi in gioco. Dà ai Cantoni uno strumento moderato per regolare la popolazione dei lupi e contribuisce alla coabitazione dell’uomo con il lupo. Per i fautori della revisione, essa offre anche una migliore protezione della natura e degli animali selvatici, preservando da costruzioni, strade e binari circa 300 vie di collegamento loro riservate. Permette alla Confederazione di sostenere i Cantoni nella valorizzazione degli spazi vitali. Circa 4 milioni di franchi all’anno saranno accordati in favore delle riserve, delle zone protette e dei corridoi faunistici.

Ma questa descrizione della nuova legge non è condivisa dalle organizzazioni di protezione dell’ambiente e degli animali, all’origine del referendum. A loro modo di vedere, la revisione è sbagliata e inaccettabile. Con il pretesto di regolare la presenza del lupo si vogliono inserire nell’elenco degli animali cacciabili altre specie protette.

Perciò, la riforma – secondo gli oppositori – è estremamente inquietante: azzera la protezione delle specie minacciate al posto di rafforzarla. Essi sostengono che la revisione ha un solo obiettivo: facilitare ed estendere la regolazione alle specie protette, senza un valido motivo, tanto che il governo potrà comunque allungare la lista delle specie da abbattere, quali lince, castoro, orso, airone, smergo maggiore, lontra e via dicendo. I Cantoni saranno liberi d’interpretare a loro modo la protezione delle specie.

I fautori ripetono che la nuova legge è un buon compromesso e un valido strumento per gestire la fauna selvatica in modo sostenibile. Gli avversari non ci credono e dicono che è tutto un inganno, mettendo in dubbio la buona volontà del legislatore. In questa ennesima battaglia tra cacciatori e ambientalisti, l’elettore potrebbe anche – almeno stando ai sondaggi – privilegiare quest’ultimi e chiudere la porta al compromesso. In caso di no, resterebbe in vigore la legge del 1986 che nega ai Cantoni – come ricorda il Consiglio federale – la possibilità di gestire con lungimiranza la crescente presenza del lupo.