Una premier ma non solo

Potentissime – La giovane e determinata Sanna Marin guida la Finlandia dal 2019, tra attestati di stima e qualche critica
/ 17.10.2022
di Cristina Marconi

Inauguriamo questa settimana una serie di articoli che raccontano le vicende delle leader che in questo momento sono alla guida di Stati o Governi in giro per il mondo. Donne potentissime, appunto. Partendo da Sanna Marin. Uno dei tratti distintivi della premier finlandese – diretta, razionale, poco espansiva e dalla forte personalità – è quel piglio alla «E me lo chiedi pure?» che il mondo ha scoperto recentemente, quando è stata interpellata sull’opportunità di offrire a Vladimir Putin un incentivo per evitare l’Armageddon nucleare in un video diventato subito virale. «La via d’uscita dal conflitto è la Russia che esce dall’Ucraina, questa è la via d’uscita dalla guerra», ha dichiarato Marin, allontanandosi con una risata che sapeva più di stupore davanti a una logica claudicante che di frivolezza, difetto che si cerca di imputarle di continuo.

Accuse prevedibili se rivolte a una donna giovane, di aspetto più che gradevole, arrivata al potere nel 2019 a metà del secondo mandato da deputata – quando era ministra dei trasporti e delle infrastrutture – ma anche, cosa particolarmente rilevante, dopo aver gestito talmente bene gli affari correnti, mentre l’ex premier Antti Rinne era malato, da permettergli di vincere le elezioni al suo ritorno. E quando i problemi hanno travolto Rinne, il partito ha scelto lei per la successione: la più giovane premier della storia del Paese e la terza donna (le altre due sono durate pochissimo). All’epoca i suoi punti forti erano un grande pragmatismo – basta vedere i video in cui presiede con ferma autorevolezza i Consigli comunali di Tampere per capirlo – e una credibilità da «ragazza del popolo» che si è fatta strada da sola, cresciuta in una famiglia gay con problemi economici e prima laureata del nucleo famigliare.

Una che ha sempre lavorato, anche come commessa o cassiera, che ha iniziato a fare politica a 20 anni e che si è impegnata talmente tanto da giovane che qualche festa – debolezza che ha rischiato di pagare molto cara – se la sta concedendo adesso che ha 36 anni, è sposata con un ex calciatore con cui sta da quando era adolescente e ha una bambina piccola. Ma, siccome siamo in Finlandia, non la si accusa di non essere una brava mamma, bensì di rendersi ricattabile con quei video in cui balla sfrenata e un po’ alticcia (per un capo di Governo, sottolineano alcuni, il privato non esiste). Anche se, in questi anni di emergenze, questi dettagli si notano meno che in altri periodi, Sanna Marin è molto a sinistra in materia sociale ed economica, non vede di buon occhio i tagli al welfare nonostante l’invecchiamento della popolazione e ha aumentato le spese militari per far fronte alle minacce dell’ingombrante vicino russo. Sul Covid se l’è cavata bene e il Paese ha avuto molti meno morti rispetto ai suoi vicini.

Com’è naturale per molti politici di ogni età, è determinata, tanto che una giornalista dell’emittente pubblica Yle, Kristiina Tolkki, ha raccontato di averla incontrata anni fa e di avere avuto proprio il famoso sguardo alla «E me lo chiedi pure?» in risposta alla domanda se sarebbe diventata leader un giorno. È facile fermarsi alle apparenze, quando si tratta di Marin, che non nasconde la sua vita sociale da millennial, ha una pagina Instagram molto curata in cui posa come una modella e non fa nulla per esaltare il suo profilo istituzionale, disinteressata com’è al parere degli altri: chi la sottovaluta lo fa a sue spese. Un errore che i finlandesi non hanno fatto, perché se il mondo vede una giovane donna splendida e disinvolta, che si fa fotografare su «Vogue» con una giacca indossata sulla pelle nuda, i 5,5 milioni di cittadini del Paese, oltre agli osservatori del Cremlino, sanno quanto sia decisa quando deve difendere le sue posizioni: sulla Nato e sull’Ucraina è andata avanti con pugno di ferro, rompendo con la cautela tradizionale del suo partito, il Partito socialdemocratico finlandese, e ottenendo grande rispetto internazionale.

Poco empatica nell’approccio, di sé stessa non racconta molto, dice di passare l’aspirapolvere per calmare la tensione e di tendere al compulsivo in tutto quello che fa, dallo studio dei dossier alla ginnastica. Forse anche questa propensione a far festa, a frequentare celebrità più giovani di lei che poi fanno post fuori luogo e a rivendicare una vita sociale da donna normale ha qualcosa di compulsivo: è un modo di mettere avanti il nuovo volto del potere, che non ha nulla di cui vergognarsi rispetto ai vizi storici dei leader maschi. Per ora Marin ha attraversato le fiamme senza farsi male, ottenendo la stima dei finlandesi. Se questa stima si trasformerà in voti lo diranno le urne il prossimo aprile.