La definizione può sembrare un po’ blasfema, ma è quella che rende meglio l’idea: l’Amazon dei prodotti religiosi. Holyart è il più grande venditore online di oggetti di arte sacra. Alla periferia di Reggio Emilia si estende un capannone di 5000 metri quadri, che diventeranno quasi il doppio entro la fine dell’anno. E qui dentro si trova tutto quello che un fedele cattolico o un prete può desiderare. Fondata nel 2007 dall’idea di due amici, Stefano Zanni e Gabriele Gatteri, Holyart è la vendita online per eccellenza di santini, icone, rosari, ceri, candele, statue religiose piccole medie a grandezza naturale, madonne, paramenti per preti, calici e molto altro ancora. Il tutto è nato quasi per caso.
Più di 10 anni fa, Gabriele, ex fotografo, doveva liberarsi di più di 30mila articoli religiosi che vendeva in un locale accanto al suo studio fotografico. Chiede aiuto all’amico Stefano e, come nelle più sane e rispettabili tradizioni, mettono tutto in un garage (come all’inizio Steve Jobs con Apple) e iniziano la vendita online. All’inizio dovevano andare avanti per due o tre anni, ma visto il successo decidono di continuare, migliorare e perfezionare il loro e-commerce di arte sacra. E i numeri gli hanno dato ragione: dai 40.000 euro del 2007 sono arrivati ad essere il primo portale d’Europa e probabilmente del mondo. Il fatturato del 2018 supera i 6 milioni e mezzo di Euro. L’obbiettivo è di arrivare a 10 milioni entro il 2019.
Non è certo l’odore di incenso e sacrestia che accoglie il visitatore alla Holyart, ma le foto dei guru di Internet, Bezos, Jobs, Zuckerberg, Gates, ed altri ancora. Giusto per far capire subito dove ci si trova.
Evadono più di 70’000 ordini all’anno, raggiungono 110 paesi nel mondo ed hanno più di 40’000 prodotti in catalogo con prezzi che partono dai pochi Euro per arrivare a superare i 5000.
«Ho capito che Internet avrebbe cambiato tutto – mi dice Stefano, uno dei due soci, seduto nel suo ufficio. Allora abbiamo iniziato a studiare, osservare all’estero, leggere libri». Oggi gli ordini arrivano da oltre Oceano e dalle sperdute missioni dell’Africa. All’ingresso un televisore mostra in tempo reale da dove vengono fatti gli acquisti. Basta fermarsi pochi minuti per avere un idea immediata: Le Rochelle in Francia, San Pedro in Messico, Danzica in Polonia, Urbino in Italia, Soroti in Uganda, Chizhoing in Cina. «Ci siamo innamorati di questo lavoro, continua Stefano, con il suo sguardo vispo e il sorriso che accompagna ogni sua frase.
È un lavoro che dà gioia e in più valorizza il made in Italy». Ed è proprio sulla qualità degli artigiani italiani che ha puntato Holyart. I migliori presepi di Napoli o dalla Sicilia, i rosari fatti a mano di Loreto, le statue in polvere di marmo di Carrara, i cesellatori lombardi per la creazione di calici e tabernacoli, l’incenso di Betlemme, gli orafi del Veneto oppure le sapienti mani di sarte e ricamatrici per i paramenti liturgici. Certo, non mancano i prodotti «cinesi» perché in Holyart si trova ogni tipo di merce e a tutti i prezzi per poter soddisfare tutti i tipi di clienti.
Ogni mese vengono messi in catalogo più di 400 prodotti. Non solo oggetti sacri, ma anche produzione alimentare: come marmellate, cioccolate, birre, olii, grappe dei vari monasteri sparsi per la penisola, prodotti di eccellenza. E per finire anche i vini da messa, certificati dalla Curia. E tutto quello che si trova online prima viene attentamente immortalato da Gabriele da ogni angolazione e poi messo nel catalogo online dove la scelta è molto ampia. In questo capannone lavorano una ventina di dipendenti di varie nazionalità: italiani, indiani, ghanesi, polacchi, argentini, americani, francesi, albanesi. «La cosa importante per noi, spiega ancora Stefano, è che i nostri dipendenti lavorino bene. Per me il nostro ambiente di lavoro è una grande soddisfazione, in 10 anni di attività non è mai andato via nessuno. L’orario è flessibile, non c’è pressione o ansia, non si lavora il sabato e la domenica, ci si aiuta uno con l’altro, io sono solo Stefano per loro, non sono il Direttore».
Scopro che hanno la cucina, una sala relax, le mamme hanno orari che possono adattare alle loro esigenze per poter seguire i figli, organizzano pranzi e feste tutti insieme. Il customer care è una babele di lingue, è qui che «risolviamo i problemi, chiariamo i dubbi, rispondiamo alle domande». Girovagando tra i lunghi corridoi del magazzino, con gli scaffali pieni, tra un’immagine di Padre Pio che mi osserva e paramenti liturgici colorati, i dipendenti si muovono tranquilli, con i loro carrelli pieni di prodotti da spedire. Anche qui, africani, indiani, italiani, donne e uomini, lavorano fianco a fianco. Chi prende gli oggetti sacri dagli scaffali e chi prepara le spedizioni. Una scatola piena di capsule verdi e viola, un cero più lungo di un metro, rosari, crocefissi, madonne di plastica. Tutto deve essere pronto per il pomeriggio per essere spedito e consegnato il giorno dopo o al massimo in 48 ore.
Questo piccolo miracolo italiano, questo primo e-commerce di arte sacra e articoli religiosi permette a chiunque di poter avere il simbolo della propria fede «perché, dice ancora Stefano, un missionario in Africa o i cristiani in Cina, o in altri posti dove è difficile trovare un negozio o chi vende articoli religiosi, grazie a noi tutti possono ricevere un oggetto che rappresenta la loro fede».