La Germania ha vissuto momenti di stupore, di indignazione e anche di angoscia quando, lo scorso 7 dicembre, è scattato l’arresto di 25 persone che stavano preparando un colpo di Stato. La polizia è intervenuta con 3000 agenti in ben 11 dei 16 Länder, ha proceduto a 130 perquisizioni e, operando insieme alla polizia austriaca e italiana, oltre ai fermi sul territorio nazionale ha reso possibile anche un arresto in Austria e un altro in Italia.
Chi sono gli arrestati? Sono tutti membri di una galassia di estrema destra nella quale si ritrovano individui e piccoli gruppi. Si autodefiniscono Reichsbürger, cittadini del Reich. Sono latori di un’ideologia antisemita, revisionista e antidemocratica. Rifiutano la legittimità dell’attuale Stato tedesco. Lo considerano uno Stato di occupazione imposto dalle tre potenze occidentali, vincitrici della seconda guerra mondiale. Sostengono che il Deutsches Reich, nome ufficiale dello Stato tedesco usato tra il 1871 e il 1945, continui a esistere nei suoi confini territoriali, comprendenti tutto il territorio tedesco e i territori orientali che sono stati ceduti dopo la guerra. Per questo rifiutano di riconoscere le istituzioni e le leggi della Repubblica federale tedesca, nonché di accettare tutte le imposizioni fiscali previste ai vari livelli istituzionali. Secondo le stime dei servizi segreti tedeschi, gli aderenti al movimento dei Reichsbürger sarebbero un po’ più di ventimila.
Quali sono le persone più note? Secondo gli inquirenti, la mente organizzativa del movimento sarebbe Heinrich XIII Reuss, 71 anni, discendente di una nobile famiglia e principe, originario della Turingia, una regione dell’ex Germania dell’est, dove l’estrema destra è ben presente e ben organizzata. Accanto a lui, Rüdiger von Pescatore, un ex comandante del reggimento paracadutisti, 69 anni, responsabile dell’organizzazione militare del movimento. Poi, Birgit Malsack Winkemann, 58 anni, ex deputata al Bundestag per il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) tra il 2017 e il 2021, e oggi magistrato di un tribunale regionale di Berlino. Era destinata a diventare ministra della Giustizia in un ipotetico futuro Governo del Reich. C’è anche un cuoco di Monaco molto conosciuto, Frank Heppner, arrestato in un albergo di Kitzbühel in Austria, che avrebbe dovuto garantire il rifornimento dei principali dirigenti del movimento nel caso di un colpo di Stato. Infine, una donna russa, amica del principe Reuss. Lei era incaricata di stabilire contatti con Mosca per valutare la possibilità di un sostegno esterno. Il Cremlino ha però smentito una sua partecipazione a quanto si stava preparando in Germania.
I potenziali golpisti avevano un piano d’azione, di cui l’inchiesta ha rivelato solo in parte la portata e i particolari. Il fulcro del disegno insurrezionale era la conquista del Reichstag, la sede del Bundestag, il Parlamento tedesco. Un piccolo gruppo armato avrebbe dovuto entrare nell’edificio, aiutato dall’ex parlamentare Birgit Malsack Winkemann, che aveva conservato i documenti necessari per l’accesso. Dopo la conquista del Parlamento, sarebbe stato costituito un nuovo Governo, guidato dal principe Heinrich XIII Reuss. Il piano prevedeva anche altre azioni, come l’arresto di personalità politiche nazionali. Sulla lista dei politici presi di mira c’erano il cancelliere Olaf Scholz, la ministra degli esteri Annalena Baerbock, il presidente e il segretario del Partito socialdemocratico, il presidente del principale partito d’opposizione, la CDU, e l’ex candidato alla Cancelleria Armin Laschet. L’inchiesta ha rivelato che c’erano anche liste di personalità regionali che si volevano colpire. È così stata trovata una lista di nomi nel Baden-Württemberg. Il piano d’azione, dunque, andava ben oltre la presa del Bundestag.
La minaccia che i golpisti rappresentavano per le istituzioni democratiche ha generato un ampio dibattito e indotto le autorità federali a prendere subito alcune misure, nonché ad approfondire ulteriormente l’inchiesta. La ministra dell’interno Nancy Faeser ha annunciato un giro di vite della legge che regola il possesso di armi da fuoco. Secondo i servizi segreti, almeno 1500 estremisti di destra avrebbero il permesso di porto d’arma. Molti parlamentari hanno chiesto un maggiore controllo dell’estrema destra, in particolare in seno alle forze di sicurezza e all’interno di alcune unità della Bundeswehr. Infine da più parti è stato chiesto di meglio proteggere gli edifici pubblici, in primo luogo il Bundestag, che alcune centinaia di estremisti di destra, senza riuscirci, avevano già voluto prendere d’assalto nell’agosto del 2020. La tensione rimane alta e probabilmente nei prossimi mesi l’inchiesta svelerà nuovi elementi. Particolari che verranno ad arricchire quella che la stampa tedesca ha descritto come la più vasta operazione antiterroristica avvenuta in Germania dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Di fronte allo sconcertante tentativo dell’estrema destra tedesca e ai due arresti in Austria e in Italia sorge spontanea una domanda: l’estrema destra svizzera è coinvolta? La risposta non è facile. I gruppi dell’estrema destra elvetica comprendono profili diversi e talvolta agiscono nella clandestinità. La polizia e i servizi segreti svizzeri seguono l’attività di questi gruppi, ma non in modo continuo e approfondito come avviene in Germania. I servizi segreti non sono in grado, per esempio, di dire quante persone fanno parte di questi gruppi estremi. Fino ad ora non sono emersi in Svizzera piani simili a quelli dei Reichsbürger tedeschi. Grazie alla pandemia, però, i negazionisti dello Stato sono riusciti ad allargare il loro raggio d’azione. È possibile, seppur non confermato, che la ben nota vicinanza culturale ed ideologica abbia portato gli estremisti tedeschi a stabilire collegamenti con gli estremisti elvetici.