Tra torture, omicidi ed esclusione sociale

Casi di violenze inaudite giustificate dalla volontà di contrastare il «maligno» si registrano anche in Africa e non solo
/ 26.12.2022
di Romina Borla

La «caccia alle streghe», nei tempi attuali, non è un fenomeno che riguarda solo l’India. Casi di violenze inaudite giustificate dalla volontà di contrastare il «maligno» si registrano anche in Tanzania, Congo, Angola, Nigeria, Ghana, Kenya, Nepal, Papua Nuova Guinea, Arabia Saudita ecc. Lo dice l’Onu, che nel luglio del 2021 ha approvato una risoluzione sull’eliminazione delle pratiche dannose legate alle accuse di stregoneria e agli attacchi rituali che comportano violazioni dei diritti umani (Elimination of harmful practices related to accusations of witchcraft and ritual attacks). Si tratta di «trattamenti e punizioni crudeli, inumani e degradanti» – sottolineano le Nazioni unite – che comprendono stigmatizzazione, esclusione sociale, mutilazioni, bruciature di parti del corpo, tratta di persone, torture di vario genere fino all’omicidio. Queste forme di violenza, che spesso rimangono impunite, «colpiscono in particolare le persone vulnerabili». Soprattutto donne, disabili, malati psichiatrici, anziani e persone affette da albinismo, un’anomalia ereditaria che provoca la parziale o mancata pigmentazione della pelle, dei capelli e degli occhi. Ma anche i bambini.

Lo illustra bene un recente articolo del quotidiano britannico «The Guardian»: Witch-hunts and ritual child abuse are a stain on Africa. We must confront them. L’autrice è Joan Nyanyuki, direttrice esecutiva dell’African Child Policy Forum, la quale sottolinea: «Non intendo criticare le credenze alla base delle pratiche tradizionali legate alla religione e all’ambito della guarigione. La stregoneria è profondamente radicata in molte comunità dell’Africa subsahariana e ha una forte influenza sulla vita di milioni di persone». In alcuni Paesi la stregoneria e le credenze tradizionali ad essa associate non pongono particolari problemi. «Ma quando si traducono in indicibili violenze fisiche e psicologiche contro i bambini dobbiamo far sentire la nostra voce».

Ogni anno migliaia di minori sono accusati di stregoneria – sottolinea l’esperta – e subiscono umiliazioni pubbliche di ogni genere, torture, percosse, assunzione di medicine tradizionali «purificanti», espulsioni da casa e dalla comunità, quando non vengono ammazzati. Alle ragazze affette da albinismo e alle madri di bambini albini vengono anche mozzate braccia e gambe. Senza contare l’impatto sulla salute mentale delle angherie subite dalle vittime. Intanto «molti Governi guardano altrove, nonostante siano firmatari della Carta africana sui diritti e il benessere del minore e della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti del fanciullo». Nyanyuki cita poi il caso di una ragazza del Benin di 13 anni – evidenziato in un rapporto dell’African Child Policy Forum – che ha dovuto trascorrere anni in un rifugio dopo essere stata accusata di stregoneria. Quando è tornata a casa, è stata esclusa dalla sua famiglia e dalla comunità, e nel giro di una settimana ha dovuto chiedere nuovamente protezione. «I loro sguardi, le loro azioni e le loro parole erano insopportabili», sosteneva. «Tutti dicevano che ero una strega. Dicevano che avevo mangiato qualcuno, ma non dicevano chi avevo mangiato».

Le accuse possono arrivare da amici, familiari, vicini di casa, compagni di scuola o colleghi di lavoro e sono dettate da paura, sete di vendetta, gelosia, risentimento o avidità. Possono diventare un modo di controllare una determinata categoria sociale e una forma di capro espiatorio per i problemi di una comunità. Nyanyuki evidenzia che negli ultimi anni qualche passo avanti è stato fatto, comunque: oltre alla risoluzione ONU citata in precedenza, «in Malawi nuove leggi hanno fatto sì che gli attacchi denunciati contro le persone albine siano diminuiti da 60 nel 2016 a 4 nel 2021. L’Uganda ha approvato lo scorso anno una legge che vieta i sacrifici umani e il possesso di parti del corpo. La Tanzania ha istituito case sicure per proteggere i bambini albini». Mentre molte comunità stanno escogitando rituali per proteggersi dalla stregoneria che non comportano abusi nei confronti dei più piccoli. I Governi devono sostenerli – afferma Nyanyuki – e investire ulteriormente nella protezione dell’infanzia perché le violenze connesse alla stregoneria rimangono diffuse.