Tra canicola, roghi e alluvioni

Cambiamenti climatici, l’album delle vacanze si riempie ormai di immagini inquietanti
/ 04.09.2023
di Cristina Marconi

L’estate dovrebbe essere la silly season (stagione sciocca), quel periodo frivolo fatto solo di pensieri leggeri come la panna sul gelato, trascorso a seguire al massimo storie di amori fatui e qualche caso particolarmente avvincente di cronaca nera, tra una nuotata e l’altra. Quest’anno la stagione di spensierato ha avuto ben poco. Si è aperta con la terribile alluvione in Romagna, terra di vacanze per eccellenza, e si è chiusa con le immagini di una Liguria, altro paradiso estivo, colpita da un nubifragio. Il maltempo ha causato enormi danni anche in Svizzera, pensiamo solo al Locarnese e al Canton Glarona. Nel frattempo abbiamo visto le Hawaii in fiamme, i turisti inseguiti dai roghi a Rodi e in altre isole greche, i ghiacciai sciogliersi come una granita al sole e, in America, le notizie degli uragani stagionali farsi sempre più allarmanti. Questo solo per citare alcuni degli eventi climatici estremi e tralasciando le temperature che hanno raggiunto picchi di intensità mai registrati. Tanto che nelle foto delle vacanze, oltre alle angurie, alle onde e ai sandaletti, forse sarebbe onesto iniziare a far spazio anche ad altro, ai ricordi di come abbiamo affrontato questi momenti che sempre più spesso segnano le nostre estati, gettando un’ombra sulla loro solarità.

Se non prevalesse la rabbia, ci sarebbe quasi da provare tenerezza verso chi si trincera dietro un «che c’è di nuovo, d’estate fa caldo»: ognuno fa quello che può per non farsi travolgere dal panico. Panico che molti scienziati consigliano di evitare comunque, visto che rischia di risultare paralizzante, laddove la cosa migliore da fare è agire, fare la nostra parte, ridurre i consumi, cercare un modo più sostenibile per vivere e chiedere alla politica di fare altrettanto. Anche perché se c’è una cosa che l’estate 2023 ha mostrato in modo molto chiaro è che l’interesse economico non consente più di far finta di niente, sperando di riparare tutto grazie a dei fondi di emergenza pubblici che presto non basteranno più a coprire i danni. Solo in Italia da maggio ad agosto sono andati esauriti tutti e 35 i milioni di euro previsti per l’intero anno, mentre in alcune parti del mondo le assicurazioni stanno cambiando approccio per non finire rovinate da tutte le richieste. In California ci sono alcune compagnie non fanno più nuove assicurazioni sulla casa e puntano a non rinnovare quelle vecchie a causa degli incendi, un vecchio problema diventato sempre più devastante. Il cambiamento climatico, o qualunque sia il nome che si vuole dare al trend attuale, è economicamente insostenibile a qualunque livello.

Ma per quanto il resto del mondo sia scosso da eventi incongrui come le tempeste di ghiaccio in Texas e i roghi in Canada, un Paese dal clima ben diverso da quello della Sardegna o della stessa California, è il Mediterraneo ad aver sofferto di più quest’estate: il nostro clima sta cambiando più rapidamente di altri, per via del surriscaldamento di un mare chiuso con conseguenze estreme da un punto di vista economico e sociale. Per gli scienziati si tratta di un hot spot, uno dei luoghi in cui il fenomeno è più evidente, e questo per una regione che punta anche molto sul turismo, è un grande problema. Molti inglesi e americani sostengono di non poter più andare in vacanza nei loro posti preferiti, di non avere il tipo di resistenza necessario per ritrovarsi sopra i 40 gradi com’è avvenuto comunemente nei mesi passati. Ci vuole il fisico per andare al caldo e piano piano anche tra la gente del sud del Mediterraneo sta guadagnando terreno la vacanza «al fresco», ad esempio anche la piovosa Londra inizia ad avere senso ad agosto, sempre che non si preferisca direttamente l’Islanda.

Oppure con un po’ di pazienza si può andare, a fine agosto, a sciare a Sestriere, in Piemonte, dove a sorpresa c’è stata la prima, prematura nevicata. Perché se il riscaldamento è la tendenza di lungo periodo, spesso il clima impazzito è quello che si vede giorno per giorno. E la montagna, come succede anche in alcune parti della Svizzera, mostra le ferite in maniera molto più chiara rispetto al mare: alberi secchi, rami spezzati, boschi spettrali, colori più spenti, magia dei panorami più belli del mondo in pericolo. Ma sono soprattutto le città a dover cambiare assetto, se vogliono tutelare il benessere dei cittadini. A Milano ormai spuntano giornate di caldo più affini al Rajasthan che a una città del nord in cui un tempo, agosto, poteva essere grigio e piovoso. Non che la pioggia sia mancata, anzi: solo che è arrivata tutta in una notte, insieme a venti così forti che molti alberi della città sono crollati, lasciando uno spettacolo desolante. E i parchi, unico rifugio per chi è stato costretto a rimanere in città, sono rimasti chiusi per tutta l’estate in attesa dei lavori di bonifica sui rami pericolanti, come se con temperature intorno ai 38-39 gradi, in una città di anziani, quei lavori non fossero una priorità.

In pochi posti la politica sembra essersi dimostrata all’altezza della situazione. Nell’isola hawaiana di Maui, un luogo noto per l’aura di spensieratezza vacanziera, sono morte almeno 200 persone per un incendio a Lahaina, dove la comunicazione è stata scadente e soprattutto non sarebbero state usate tutte le misure di emergenza ormai comuni altrove, come la chiusura immediata della rete elettrica. Nella parte della Grecia ai confini con la Turchia gli incendi sono andati avanti indisturbati per più di dieci giorni, devastando un’area superiore a quella di New York, e non si può escludere che in molti casi l’origine sia dolosa. Quello che passa nella mente di un piromane nell’estate del 2023 è assolutamente incomprensibile, ma certo è che con la siccità dovuta alle scarse piogge degli ultimi anni, la capacità che un criminale ha di fare danni enormi è molto più grande. Più che un senso di impotenza, tutto questo dovrebbe risultare in un grande appello all’azione. Teniamoci le nostre cartoline, teniamocele strette, sapendo però che non raccontano più tutta la nostra estate. L’album delle vacanze ormai è fatto anche di altro e ci sta chiedendo il più estivo dei sentimenti: molto amore.