La firma dietro al tentato omicidio dell’ex doppio agente russo Sergei Skripal e di sua figlia Yulia era chiara, troppo chiara per essere ignorata: se a un primo colpo d’occhio la vicenda ha subito richiamato alla mente quella di Sasha Litvinenko, avvelenato con del polonio-210 radioattivo versato nel té in un grande albergo di Londra, sono bastati pochi giorni perché gli scienziati del laboratorio di Porton Down, a pochi chilometri dal centro commerciale di Salisbury dove gli Skripal sono stati ritrovati riversi su una panchina (vedi foto), risalissero al tipo di agente nervino, un «Novichok» di fabbricazione militare russa, usato nell’attacco. Confermando i primi sospetti.
La reazione di Theresa May non si è fatta attendere e dopo aver dato due giorni a Mosca per spiegare perché quella sostanza così potente e pericolosa fosse in circolazione nel Regno Unito – atto deliberato o colpevole negligenza? – la premier ha annunciato misure a tutto campo per reagire contro «l’uso illegale di forza» da parte della Russia: l’espulsione entro una settimana di ventitré diplomatici «individuati come agenti di intelligence»; la possibilità di bloccare alle frontiere chi ha in programma operazioni di Stato ostili e illegali passando al setaccio voli privati, dogane e trasporto merci; la sospensione di tutti i contatti bilaterali di alto livello, incluso il ritiro dell’invito al ministro degli Esteri Sergei Lavrov e della partecipazione dei membri del governo e della famiglia reale ai prossimi mondiali di calcio; l’imposizione di sanzioni anche in risposta alle violazioni dei diritti umani e la lotta senza quartiere alle «élites corrotte» che hanno fatto di Londra la loro casa. I loro beni, all’occorrenza, potranno essere congelati. «Non c’è spazio per queste persone o per i loro soldi nel nostro paese», ha annunciato la May, che ai tempi della morte di Litvinenko, da ministro degli Interni di un governo molto cauto nei confronti della comunità russa – 100mila persone in tutto circa – e soprattutto degli oligarchi, tenne una linea ben più morbida.
Era dal 1985, tempi di Guerra Fredda, che il Regno Unito non prendeva misure così drastiche contro Mosca, contro cui la May ha elencato un lungo cahier de doléances che va dall’annessione della Crimea alle accuse di interferenze nelle elezioni. «Molti di noi guardavano con speranza alla Russia post-sovietica. Volevamo una relazione migliore ed è drammatico che il presidente Putin abbia deciso di agire in questo modo», ha spiegato la May, secondo cui la Russia ha usato «sarcasmo, sprezzo e disdegno» nel rispondere alle legittime preoccupazioni di un governo che ha visto la salute dei suoi cittadini messa a repentaglio.
Per la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zhakarova, i britannici sono «veri bugiardi» senza né professionalità né doti diplomatiche e il ministero ha parlato di una «provocazione senza precedenti».
«La temperatura delle relazioni tra Mosca e Londra è scesa a -23 gradi, ma non abbiamo paura del freddo», ha riferito il vivace account Twitter dell’ambasciata russa a Londra, con l’ambasciatore Alexander Yakovenko che ha spiegato che anche i diplomatici britannici verranno espulsi da Mosca e che, «com’è consuetudine diplomatica, ci saranno risposte dal lato russo». Visto il coinvolgimento di una cittadina russa come Yulia Skripal, l’ambasciata ha chiesto di avere un campione della sostanza utilizzata - richiesta sostenuta unicamente dal leader laburista Jeremy Corbyn tra le proteste dei suoi deputati - e ha dichiarato che la questione andrebbe gestita dall’Organizzazione per il divieto delle armi chimiche.
Pur parlando di «uso illegittimo di forza contro il Regno Unito», la May, che ha chiesto una riunione urgente del consiglio di sicurezza dell’Onu, non vuole certo una guerra, ma sta cercando il coinvolgimento di tutti per affrontare una questione che a suo avviso trascende l’incidente avvenuto il 4 marzo scorso a Salisbury, sonnolenta cittadina del Wiltshire famosa soprattutto per la sua cattedrale, quando l’ex colonnello russo Skripal e sua figlia venuta a visitarlo dalla Russia sono stati ritrovati collassati davanti ad un centro commerciale dopo aver mangiato in un ristorante, l’italiano Zizzi, e aver bevuto qualcosa nel frequentatissimo pub The Mill. I due sono in condizioni gravi ma stabili in ospedale, così come uno degli agenti intervenuti sul posto, il sergente Nick Bailey, cosciente ma ricoverato dopo essere stato contaminato in forma più forte delle altre venti persone circa che hanno accusato problemi di salute nelle prime ore dopo la vicenda. Skripal vive a Salisbury dal 2010, ovvero da quando è stato oggetto di uno degli scambi di spie più grandi dai tempi della Guerra fredda dopo essere stato in carcere dal 2006 per aver passato i nomi degli agenti russi nel Regno Unito. Gli inquirenti hanno esteso le loro indagini anche alla morte della moglie Liudmila, mancata nel 2011, e del figlio morto l’anno scorso per cause non chiare durante un viaggio a San Pietroburgo. La mortalità degli esuli russi nel Regno Unito è da sempre un motivo di preoccupazione: ci sarebbero altri 14 casi di decessi sospetti su cui il governo britannico avrebbe finora taciuto per non incrinare troppo i rapporti con Mosca e qualche giorno fa il caso del ritrovamento di un ex dirigente Aeroflot, Nikolaj Glushkov, morto nel suo appartamento è stato passato direttamente all’antiterrorismo, visti i tempi. Lo stesso Vladimir Putin una volta ha dichiarato che i traditori «schiatteranno per aver venduto i loro fratelli» e per Londra, con le elezioni in vista, il presidente ha tutto da guadagnare dal dare l’immagine di una Russia costretta a difendersi contro gli attacchi di un occidente sempre più russofobo.
Per la May è un problema di tutti, e oltre ad aver incassato il sostegno riluttante del presidente statunitense Donald Trump ha ottenuto anche quello di Germania e Francia, della Nato e di una Bruxelles a cui il paese, con la Brexit, sta voltando le spalle. Mosca non ha spiegato perché ha «un programma non dichiarato di armi chimiche in violazione della legge internazionale», ha messo in evidenza la May, per una volta decisa a fornire una «leadership forte e stabile» come promette da due anni.