Uno dei motivi per i quali una risicata maggioranza di votanti ha respinto la legge sul CO2 era sicuramente il previsto aumento (in parte anche sovrastimato) del prezzo della benzina. Ora, mentre i vincitori dicono di non ammettere nessun aumento del prezzo del carburante, c’è già chi prevede che comunque questo prezzo aumenterà e chi già propone un aumento di un franco al litro entro il 2035.
Lo fa il Club svizzero del traffico ricordando che un terzo delle emissioni di gas con effetto serra proviene dal traffico. Questo anche perché gli svizzeri comprano sempre più auto di grossa cilindrata, per cui l’emissione di gas sulle strade, nonostante i progressi tecnici e i minori consumi, restano sempre allo stesso livello.
Tuttavia molti dei punti deboli della legge, volta come si sa a raggiungere l’ambizioso obiettivo di zero emissioni nel 2050, era quello dell’uso delle cosiddette «tasse vincolate» (in tedesco Lenkungsabgaben). Tasse che prevedono, in questo caso, la restituzione alla popolazione. Tasse che sono state spesso usate in Svizzera, ma la cui percezione sembra essere peggiorata. Probabilmente il popolo crede sempre meno a una restituzione di quanto pagato per la tassa sotto varie forme, ma a mesi o anni di distanza e in modo poco visibile. Per esempio per una riduzione dei premi di cassa malati, che però aumentano comunque.
Eppure il Club svizzero del traffico torna a proporre simili tasse in un piano detto «Traffico senza fossili». Già nel 2020 aveva commissionato uno studio alla Infras con lo scopo di contribuire all’applicazione concreta della legge sul CO2. Oggi ovviamente il clima politico in questo campo è peggiorato, tanto più che la legge prevedeva anche altre restrizioni (30km/h negli agglomerati, riduzione del numero di posteggi) in modo da ridurre del 27% il numero di chilometri percorsi per persona.
In teoria le tasse vincolate dovrebbero essere un buon metodo per raggiungere gli obiettivi anche in questo campo, comunque meglio di sussidi e divieti. Secondo il Club, sono misure efficaci e socialmente sopportabili e comunque uno stimolo a rivolgersi verso il traffico pubblico o i motori elettrici o la bicicletta. Inoltre, mantenendo l’idea di una restituzione ai cittadini e alle imprese.
Ma per ottenere l’effetto voluto è necessario che entro il 2035 si arrivi (per piccoli passi) all’aumento di un franco al litro sulla benzina. L’ammontare da restituire sarebbe di 460 franchi per persona. Il 55% delle famiglie ne sarebbe beneficiario netto, poiché riceverebbe più di quanto pagato come tasse. Il loro numero salirebbe al 67% nel caso dei redditi più bassi. Ma in questo caso anche le tasse vincolate avrebbero un peso maggiore sui redditi percepiti.
La legge respinta prevedeva aumenti per un massimo di 12 centesimi, ma non come tassa vincolante da restituire. L’aumento serve a finanziare, per gli importatori di carburanti, i costi della compensazione delle emissioni di gas. Di questi aumenti saliti, quest’anno del 12%, all’automobilista viene fatturato 1,5 centesimi al litro. Oggi, senza la legge, manca la base legale per la compensazione delle emissioni di gas. La commissione dell’ambiente del Nazionale si occupa già del problema di mantenere questa possibilità finora di 5 cts il litro di benzina. Non tutti sono però d’accordo. Per non tradire il voto popolare, ci si dovrebbe limitare all’attuale 1,5 cts. La soluzione transitoria dovrebbe durare fino al 2024 poi ci vorrà una nuova legge.
Per l’industria la caduta in votazione della legge sul CO2 ha messo in forse anche il modello di riduzione delle emissioni in atto da vent’anni: su base volontaria le aziende industriali possono già adottare gli obiettivi stabiliti dalla Agenzia dell’economia per l’energia (Aee) o quelli dell’Agenzia Cleantech svizzera. Esse si impegnano così ad applicare misure di risparmio energetico. Circa la metà delle aziende industriali svizzere ha aderito a questi modelli e già ridotto del 30% circa in media le emissioni.
Le quasi 4100 imprese interessate hanno così potuto ridurre le emissioni di circa 2,5 milioni di tonnellate di CO2. Emissioni che, nel periodo più recente, dal 2013 al 2021, sono state ridotte di 678’972 tonnellate, risparmiando anche 383 milioni di franchi, tramite un uso più efficiente dell’energia. Non solo, ma un ammontare quasi uguale è stato risparmiato grazie alla restituzione della tassa sul CO2 e del supplemento di rete. Con la legge sul CO2 queste possibilità sarebbero state estese a tutte le aziende svizzere. Per questo la Commissione del Consiglio nazionale ha proposto di prorogare il termine del modello attuale fino alla fine del 2024. Ora, con un progetto per la «decarbonizzazione», l’Aee vuole proporre alle imprese il raggiungimento autonomo dell’obiettivo di zero emissioni entro il 2025, con circa 500 aziende interessate.
Tasse vincolate anche dopo il no alla legge sul CO2?
La restituzione dei contributi percepiti è già applicata e diverse aziende industriali praticano modelli che prevedono un calo delle emissioni e anche notevoli risparmi di denaro
/ 12.07.2021
di Ignazio Bonoli
di Ignazio Bonoli