Tasse e multe rincarano la fiscalità

Ormai non sembra più soltanto un’impressione il fatto che l’ente pubblico cerchi di rimpolpare le entrate mediante provvedimenti destinati ad altri scopi. Le multe disciplinari ne sono un esempio
/ 15.10.2018
di Ignazio Bonoli

Da qualche tempo si nota anche in Svizzera un aumento della pressione fiscale sotto varie forme. Di regola non si tratta di aumenti delle aliquote fiscali, ma di un procedimento meno appariscente. Il contribuente che riceve la tassazione definitiva si accorge che l’imposta da pagare aumenta ai tre livelli (Cantone, Comune, Confederazione), mentre il suo reddito non aumenta o perfino diminuisce. E qui bisogna rilevare una situazione un po’ anomala: non c’è inflazione e quindi non ci sono (o ci sono in misura minima) adeguamenti salariali. Non tali però da far entrare in gioco la correzione a freddo delle aliquote d’imposta.

Un altro fattore importante del-l’aumento della pressione fiscale è dato dalla riduzione delle possibili deduzioni delle spese sostenute per il conseguimento del reddito, a cominciare, per esempio, dalle spese di trasferimento dal domicilio al luogo di lavoro. Per non parlare delle deduzioni possibili per la manutenzione della propria casa, per altro già gravato dal cosiddetto valore locativo imponibile, che tende pure ad aumentare insieme con l’aumento generale delle stime.

Spesso le statistiche internazionali che pongono la Svizzera fra i paesi fiscalmente più favorevoli, non tengono conto della cosiddetta «parafiscalità» che non fa parte della tassazione del reddito come tale, ma che fa aumentare il totale di imposte e tasse da pagare. Si pensi ai premi di cassa malati (obbligatori e deducibili solo in parte) o ad altri tipi di tassazione (per esempio tasse di cancelleria di vario tipo) che sui redditi medi a bassi pesano parecchio.

Forse questa situazione è anche all’origine delle lamentele di parecchi Cantoni che mostrano difficoltà nell’incassare le imposte regolari, soprattutto quando si tratta di conguagli. Infatti, è proprio solo a questo livello che il contribuente constata un inatteso aumento delle imposte da pagare. Di conseguenza, aumentano anche le procedure d’incasso e le relative spese.

Tra le imposte cosiddette occulte figurano sempre più spesso quelle dovute alla circolazione stradale. Non solo per quanto concerne le tasse di circolazione (il Ticino si è distinto per un aumento che lo ha fatto diventare uno dei più cari, mentre rimane il Cantone con la minore copertura del territorio da parte dei mezzi pubblici). È proprio in situazioni in cui l’uso del mezzo privato è obbligatorio (o quasi, in tutto o in parte) che le tasse di circolazione assumono il carattere di una vera e propria imposta.

Sta però diffondendosi anche un altro fenomeno che in molti hanno cominciato a denunciare: quello di conferire alle multe disciplinari il carattere di fonte di entrate per l’ente pubblico, più che quello di disciplinare il traffico o di migliorare la sicurezza.

Secondo la statistica dello scorso anno le polizie cantonali e quelle cittadine hanno incassato, globalmente in Svizzera, 420 milioni di franchi. I Cantoni che si trovano sui grandi assi di traffico incassano multe dovute al superamento della velocità consentita e constatata in numerosi controlli, mentre nelle città il gettito maggiore è dato soprattutto dalle multe di parcheggio. In rapporto al numero di abitanti e a quello delle patenti di guida, è il Canton Uri che ha emesso il maggior numero di multe per superamento del limite di velocità (quasi 4 milioni di franchi). Ciò è senz’altro dovuto all’intensità del traffico in certe stagioni. In assoluto l’incasso maggiore di multe spetta al canton Zurigo, con 95 milioni di franchi, seguito da Vaud (60 milioni) e Berna con 39 milioni. Il calcolo degli incassi di multe cittadine non è più possibile, perché molti Cantoni non hanno più polizie municipali e quindi conteggi separati delle multe. Il calcolo per città indica oltre 60 milioni di franchi per Zurigo, 17 milioni per Losanna e 13 milioni per Basilea. Oltre la metà degli incassi è dovuta a multe di posteggio.

Ma anche in questi casi – e parecchi politici lo ammettono – lo scopo è più quello di rimpinguare le casse della città, che quello di migliorare il traffico. Lo dimostrano le soppressioni di misure come quella della gratuità la domenica o in determinate ore in settimana. Inoltre, in alcune città, il costo dei parcheggi è diventato proibitivo. Sono forse misure mirate, ma il cui uso fa sì che le spese a carico del contribuente siano in costante aumento. Siamo ormai vicini al punto in cui alle imposte da pagare bisogna aggiungere, magari preventivamente, tasse, tributi e anche le inevitabili multe dovute all’uso, anche se necessario, dell’automobile.