Il 3 novembre gli Stati Uniti eleggeranno il loro 46º Presidente. Chi vincerà? Donald Trump o Joe Biden? Guardando indietro, la storia sembra favorire il Presidente in carica nella competizione elettorale. Dal 1932 quasi tre quarti degli inquilini della Casa Bianca sono stati rieletti. Attualmente, il democratico Biden è in netto vantaggio nei sondaggi nazionali. Ma novembre è ancora molto lontano. Le elezioni e le campagne elettorali sono sempre in evoluzione, con cambi di direzione e punti di svolta anche in tempi normali. La tensione dunque rimarrà.
La congiuntura statunitense ha un forte impatto sull’esito delle elezioni presidenziali. Quando l’economia a stelle e strisce era in recessione uno o due anni prima delle elezioni, nella maggior parte dei casi lo sfidante è riuscito a battere il Presidente in carica. Senza recessione nel corso del mandato, dal 1932 tutti i Presidenti in carica sono riusciti a conquistare la rielezione. Da questo punto di vista, le prospettive elettorali di Trump sono cupe, tanto più che la sua amministrazione non è stata convincente neanche in fatto di gestione della crisi durante la pandemia di Coronavirus e i disordini sociali.
Anche la ripartizione dei seggi al Senato e la composizione della Camera dei Rappresentanti sono importanti. È qui che si decide se e in che misura il Presidente può tradurre in realtà la sua agenda. I sondaggi per le elezioni al Congresso favoriscono attualmente i democratici. In termini storici, il mercato azionario statunitense se la cava tendenzialmente meglio con un Congresso diviso. Dal 1950, il rendimento medio annuo dell’indice S&P 500 con un Congresso diviso è stato del 17,2%. Tuttavia, se i democratici controllavano la Camera dei Rappresentanti e il Senato, l’economia ha ottenuto i risultati migliori con una crescita del PIL del 3,3% all’anno.
Sotto il segno delle presidenziali
La consulenza della Banca Migros
/ 31.08.2020
di Thomas Pentsy
di Thomas Pentsy