Mancano ormai cinque mesi alle elezioni federali, un appuntamento politico molto atteso che si rinnova ogni quattro anni. I partiti politici, principali attori di questa competizione, sono tutti alle prese con questa importante scadenza e nel loro lavoro quotidiano emergono le riflessioni e le scelte strategiche tese ad ottenere il miglior risultato elettorale possibile. Ci sono partiti che sperano di mantenere e di consolidare il risultato di quattro anni fa; altri non nascondono le loro ambizioni di ottenere maggiori consensi e così, di poter svolgere un ruolo politico più importante.
In questo contesto numerose sono le domande che sorgono. Chi sono i possibili vincitori? Chi sembra destinato a rientrare nella categoria dei perdenti? Quali cambiamenti possono subentrare negli attuali equilibri politici? Tutto avverrà nel segno della continuità, oppure potremo assistere a delle novità, che probabilmente avranno poco in comune con i mutamenti politici avvenuti negli ultimi anni in molti paesi europei, ma che possono rivelarsi significative nella tradizione politica elvetica. Sono domande, alle quali si cerca una risposta osservando la legislatura che sta per concludersi, i risultati che i partiti hanno ottenuto nelle elezioni cantonali negli ultimi quattro anni, i sondaggi d’opinione, le principali preoccupazioni dei cittadini e le tematiche che dominano l’attualità.
I partiti che sembrano godere di un buon stato di salute sono essenzialmente quattro: i verdi, i verdi liberali, i socialisti ed i liberali radicali. I primi due si muovono sulla maggiore sensibilità che negli ultimi anni è emersa nei confronti dei cambiamenti climatici e della lotta che conviene intraprendere in difesa dell’ambiente e, in definitiva, della salute e della vita quotidiana di ciascuno di noi. I verdi sono usciti vincitori in tutte le ultimi elezioni cantonali, da Zurigo a Lucerna ed a Basilea Campagna e sono il partito che ha maggiormente aumentato la sua presenza nei parlamenti cantonali negli ultimi quattro anni. Nel 2015 avevano ottenuto il 7,1% dei voti. Oggi, i pronostici li danno non lontano dal 10% e il loro obiettivo è di avvicinarsi il più possibile al risultato dei popolari democratici e, se possibile, addirittura di superarlo. I verdi liberali non hanno registrato nei cantoni un’avanzata simile a quella dei verdi, ma la loro progressione è costante, con la conquista di una quindicina di mandati parlamentari. Quattro anni fa ottennero il 4,6% . I pronostici per l’appuntamento di ottobre danno loro una progressione di almeno due punti percentuali.
Anche i socialisti ed i liberali radicali si allineano nella squadra dei possibili vincitori. Tutti e due hanno ottenuto perlopiù buoni risultati nelle ultime consultazioni cantonali ed hanno aumentato in maniera consistente il numero dei loro mandati parlamentari. I socialisti hanno un doppio obiettivo: continuare ad essere la seconda forza politica nel paese, rintuzzando un eventuale attacco a questa posizione da parte del PLR, e rompere, con l’aiuto di altre forze di sinistra, l’attuale maggioranza di centro-destra presente nel Consiglio nazionale. L’UDC, il PLR e la Lega totalizzano 101 parlamentari su 200. I liberali democratici orientano la loro attività verso due obiettivi: superare il partito socialista ed offrire agli elettori l’immagine di un partito che agisce nei confronti delle sfide climatiche. Per raggiungere questo secondo obiettivo, la direzione del partito ha consultato i membri e, sulla base dei risultati ottenuti, a giugno presenterà quelle che dovrebbero essere le grandi linee della sua futura politica in questo settore. Data l’ormai vicinanza delle elezioni, potenziali elettori potrebbero ritenere che è un po’ tardi per poter apparire pienamente convincenti. Per raggiungere i suoi obiettivi, il PLR cerca anche di profilarsi maggiormente e di distinguersi dall’UDC, su tematiche importanti, come per esempio i nostri rapporti con l’Unione europea e la salvaguardia degli accordi bilaterali.
I principali partiti che per vari motivi incontrano difficoltà sono tre: l’UDC, il PPD e il PBD. L’UDC, primo partito nazionale, ha perso numerosi mandati nelle ultime elezioni cantonali, a Zurigo, Appenzello esterno, Lucerna e Basilea Campagna. La sconfitta di Zurigo fu particolarmente dolorosa e portò al siluramento della direzione della sezione. Problemi di gestione sono riscontrabili anche in altre sezioni cantonali. A Basilea, per esempio, o nel canton Argovia, dove il partito si è schierato contro una sua rappresentante nell’esecutivo cantonale, la direttrice della sanità Franziska Roth. Anche in Romandia l’orizzonte del partito non è molto sereno. Per rimediarvi e per cercare di guadagnare consensi, l’UDC ha affidato la direzione della campagna elettorale nei cantoni romandi all’ex consigliere nazionale ed ex consigliere di stato Oskar Freysinger. Nelle elezioni del 2015, l’UDC aveva ottenuto il 29,4% dei voti: un risultato lusinghiero che gli ultimi sondaggi prevedono, però, in calo di almeno due o tre punti percentuali.
Una perdita, probabilmente più contenuta, dovrebbe registrarla anche il PPD. Il Partito diretto da Gerhard Pfister, ha registrato molte sconfitte e pochi successi nelle elezioni cantonali degli ultimi anni. Il numero dei mandati parlamentari persi è simile a quello dell’UDC. L’inversione di tendenza, annunciata da Pfister all’inizio della sua presidenza nel 2016, non ha avuto luogo ed oggi il PPD, pur vantando una forte presenza nel Consiglio degli Stati, deve battersi contro la minaccia di scendere sotto il 10 dei consensi e di farsi superare dai verdi. Infine, il Partito borghese democratico, piccolo partito orfano dell’ex consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf. È in lotta per la sua sopravvivenza e le perdite di consensi che ha registrato a livello cantonale non lasciano ottimisti. Inducono a pensare che stenterà a conservare una base elettorale al di fuori dei tre cantoni che furono all’origine della sua nascita, Berna, Grigioni e Glarona.
La situazione che conosciamo oggi può ripresentarsi in ottobre, con leggeri cambiamenti, ma può anche ritrovarsi modificata in maniera significativa. Per esempio, in seguito ad un’estate particolarmente calda e con temporali devastanti, oppure con un’improvvisa accelerazione nei rapporti con l’Unione europea. Sono fenomeni che potrebbero dare un forte impulso ad alcune forze politiche e tagliare lo slancio di altre. Poche sono le certezze. Due almeno meritano di essere menzionate. La prima è che avremo la possibilità di assistere a dei confronti elettorali molto combattuti ed interessanti. Per esempio, a Zurigo i due consiglieri agli Stati uscenti, il liberale radicale Ruedi Noser ed il socialista Daniel Jositsch, vengono sfidati da due consiglieri nazionali popolari, la verde liberale Tiana Angelina Moser e l’UDC Roger Köppel. La seconda certezza è che avremo un buon numero di donne pronte a battersi per un seggio. Al Consiglio degli Stati, per esempio, ci sono già 36 donne candidate. Non tutte riusciranno a varcare la soglia della Camera dei cantoni, ma alcune di loro hanno reali possibilità di essere elette. È quanto possiamo augurarci, visto che oggi tra i 46 senatori, vi sono soltanto 6 donne, pari alla infima percentuale del 13%.