Pressione fiscale in aumento

Le persone fisiche percepiscono in modo sensibile l’aumento di alcune tariffe e tasse, accanto alle diminuzioni delle possibili deduzioni sul reddito. Nuove regole per le coppie separate e per le pensioni
/ 29.05.2017
di Ignazio Bonoli

In Svizzera, e in particolare in alcuni cantoni, la pressione fiscale sta aumentando, anche se non in forma ufficiale. Il costo della vita cresce e incide sui redditi più bassi, ma l’ influsso sull’indice è infimo, per cui il rincaro rimane vicino a zero e non dà luogo alla correzione della progressione a freddo. Ma anche il ceto medio e medio-superiore si accorge di aumenti della pressione fiscale, in particolare attraverso la soppressione o la riduzione della deducibilità di alcune spese legate al conseguimento del reddito.

In alcuni cantoni è nata una certa polemica per la drastica diminuzione della deduzione delle spese di trasferimento dal luogo di domicilio al luogo di lavoro. Anche per questo trasferimento sono aumentate le tariffe per i mezzi pubblici, come pure le spese per i mezzi privati: dall’aumento delle tasse di circolazione, alle multe più salate e applicate con più facilità. I proprietari di stabili si sono visti ridurre la possibilità di dedurre le spese per la manutenzione (in Ticino dal 25 al 20%, in attesa di un aumento delle stime immobiliari), mentre in realtà i costi dell’edilizia sono aumentati. Infine, presso tutte le amministrazioni pubbliche, oltre all’aumento delle tariffe, si constata un’applicazione più rigida delle norme fiscali.

Una novità di rilievo quest’anno è il cambiamento di sistema per quanto riguarda i divorzi e le separazioni, che di regola provocano un aumento delle imposte, dalla tariffa per coppia a quella del singolo contribuente. È un aspetto importante, non solo sul piano delle conseguenze fiscali, ma anche su quello sociale, dal momento che in Svizzera sono avvenute nel 2016 ben 16’777 separazioni, nella maggior parte dei casi dopo matrimoni durati almeno 15 anni. L’età media dello sposo era di 32 anni e quella della sposa di 30 anni. Fino al 1989 una separazione era considerata alla stregua di un delitto punibile, con tanto di colpevole. Oggi non più, ma la situazione non è cambiata di molto.

Sul piano fiscale la coppia doveva inoltrare una sola dichiarazione e beneficiava della tariffa per coppie. Dopo la separazione, a partire dalla fine dell’anno in cui è avvenuta la separazione, ognuno deve compilare la propria dichiarazione. E qui le cose si complicano, in particolare per la tariffa da applicare, se vi sono figli minorenni o maggiorenni in formazione, a chi è affidata la cura dei figli, chi deve pagare gli alimenti, o magari se c’è ancora un’economia domestica comune.

In presenza di figli minorenni oggi è possibile ottenere la cura comune. Il padre versa gli alimenti e la madre ha diritto alla tariffa fiscale di coppia. Il padre si vede così aumentare l’imposta, ma può dedurre gli alimenti. La madre ha diritto a deduzioni per i figli e per i premi d’assicurazione. Ha diritto anche a deduzioni per la cura dei figli da parte di terzi (con massimi variabili da cantone a cantone). La madre deve dichiarare gli alimenti ricevuti.

Se entrambi i genitori lavorano e condividono la cura dei figli, solo la madre ha diritto alla tariffa di coppia, dopo decisione del Tribunale federale (le donne di regola guadagnano spesso meno degli uomini) e ognuno ha diritto a metà delle deduzioni per figli e per oneri assicurativi, nonché a quanto pagato per cure da parte di terzi.

Nel caso di figli maggiorenni agli studi, il padre ha diritto alla tariffa fiscale per coppie e la madre è tassata come persona sola. Il padre può anche applicare le deduzioni per figli e oneri assicurativi. Non ha però il diritto di dedurre le spese di mantenimento dei figli, cosa che invece può fare la madre nella misura in cui vi contribuisce. Nel caso di coppie di fatto (non sposate) è la madre, se ha un reddito maggiore o contribuisce in misura maggiore al mantenimento dei figli eventuali, per esempio in formazione, che beneficia della tariffa di coppia e può operare le deduzioni previste. Nessuno dei due versa alimenti per i figli. Rimangono comunque differenze fra i cantoni, a causa del margine di manovra lasciato dalla legge federale sull’armonizzazione delle imposte dirette dei cantoni e dei comuni.

Un aspetto importante anche per il fisco è la nuova regolamentazione per gli averi di cassa pensione in caso di separazione. Di regola gli averi di vecchiaia (il capitale) vengono sommati e poi divisi per due. Una novità consiste nel valutare il capitale di vecchiaia da dividere all’inizio del processo di separazione. Nel caso in cui uno dei partner percepisce già una rendita, mentre l’altro non ha una cassa pensione, quest’ultimo può farsi garantire la rendita facendo versare la metà del capitale presso l’istituto collettore delle casse pensioni. Anche il coniuge separato è meglio protetto nel caso di decesso di chi pagava la rendita. Il superstite può chiedere al giudice di trasformare l’indennità ricevuta finora in una rendita a vita.