Nelle redazioni, come nei bar e ristoranti di Germania è esplosa una nuova moda. Il giochino politico di appurare le differenze, ma anche le affinità, fra il nuovo cancelliere, Olaf Scholz della Spd, e la prima Kanzlerin della storia tedesca, Angela Merkel. Certo, anche il carattere dell’amburghese Scholz – per iniziare con le similitudini fra i due cancellieri – non è proprio dei più aperti e facili all’entusiasmo. Come la cancelliera che venne dall’Est, notoriamente specializzata in fisica dei Quanti, così razionale e pragmatica, anche il 63enne Scholz – che è laureato in giurisprudenza – è portato a considerare la politica come un congegno da montare e smontare a suon di leggi e paragrafi. Al centro della società per Scholz – convolato a nozze nel 1998 con Britta Ernst, anche lei amburghese e della Spd nonché ministra della Cultura nel Brandenburgo – c’è il valore base del «Respekt». Rispetto per il lavoratore e per chi deve far fronte all’affitto e sbarcare il lunario, per i giovani, le famiglie, i pensionati e gli studenti. Questa è pura socialdemocrazia per Scholz.
In Germania invero non pochi lo conoscono con un nomignolo cattivo: «Scholzomat», a indicare la legnosità dei suoi discorsi, sempre precisi, zeppi di dati, ma come declamati da un robot. Però delle critiche lui, convinto com’è delle sue doti, se ne infischia. Al contrario della Merkel infatti Scholz non brilla in modestia. Non è stato mai lui il principe del suo partito, anzi. Soprattutto perché, doti e simpatia a parte, Scholz non è un socialdemocratico di sinistra, ma uno schröderiano di ferro: le riforme al Welfare di Schröder – il famoso-famigerato modello «Hartz IV» – lui le difese a spada tratta quando fu segretario generale della Spd ai tempi in cui (dal 1998 al 2005) Schröder era il presidente e potente Kanzler della Spd. Da allora i suoi contatti con Merkel, dal 2000 presidente della Cdu, si fecero stretti. Divenuti poi quotidiani nei due anni (2007 – 2009) in cui Scholz è stato ministro del Lavoro della prima grande coalizione fra Cdu e Spd. E soprattutto dal 2018 ad oggi, in cui è stato il fedele ministro delle Finanze dell’ultimo Governo Merkel, nonché suo vicecancelliere. Sotto stress – anche questo un tratto in comune con la Kanzlerin – Scholz è di una imperturbabile, serafica calma. Gli scandali finanziari della banca amburghese Warburg non hanno scalfito né l’immagine né i nervi di Scholz; e neanche i disordini che scossero Amburgo durante il G20 nel 2017.
Eppure anche il rigido stratega Scholz – che fra l’altro è stato per 7 anni primo cittadino di Amburgo – stava per gettare la spugna quando, alle primarie del 2019 per la presidenza della Spd, i «compagni» lo bistrattarono eleggendo il duo Saskia Esken e Norbert Walter-Borjans al vertice della Spd. Nei momenti di sconfitta è l’acqua a placarlo: la canoa è la sua passione. Tanto che in campagna elettorale – per la gioia dei lettori di «Bild» – si è fatto fotografare nel club sportivo Allemannia von 1866 a piedi nudi davanti a «St. Pauli», la sua canoa nera da competizione. Smart, elegante quanto basta, all’apice della sua carriera Scholz ha presentato ai tedeschi – il 6 dicembre scorso – la sua squadra di ministri: con Karl Lauterbach, uno dei beniamini dei talk show in tv, nel ruolo strategico di ministro della Salute.
«Scholz dimostra il suo potere», ha titolato la «Süddeutsche Zeitung». Un potere basato su due miracoli. Il primo è che, con lui, la Spd ha spuntato alle elezioni del 26 settembre il 25,7 dei voti (quando da mesi i sondaggi inchiodavano il partito al di sotto del 20 per cento). L’altro è che da quando il nuovo cancelliere di Berlino si chiama Olaf Scholz la Spd è mutata in una vera e propria «macchina rossa del potere», come l’ha ribattezzata «Der Spiegel». Partito più compatto dietro al suo idolo oggi non c’è in Germania. E questa è la vera, saliente differenza con Merkel. Che dopo 16 anni di fila al potere lascia una Cdu a dir poco sfibrata ai suoi pallidi eredi. Ma come ha detto la Kanzlerin in una recente intervista? «Anche con un socialdemocratico in cancelleria dormirò sonni tranquilli». E forse è proprio questa continuità sotto il cielo di Berlino il tratto che più piace ai tedeschi del loro nuovo cancelliere amburghese (la città, fra l’altro, dove Angela Merkel è venuta al mondo).
Olaf Scholz, il rigido stratega
Un ritratto del nuovo cancelliere tedesco
/ 13.12.2021
di Stefano Vastano
di Stefano Vastano