Maudet sconfitto, per ora

Elezioni Ginevra - Battuto dalla verde Fischer, ma primo fra i candidati borghesi – Potrebbe meditare di ricandidarsi fra 2 anni
/ 05.04.2021
di Marzio Rigonalli

Pierre Maudet, l’«enfant prodige» del partito liberale radicale ginevrino, è stato accantonato. L’esito dell’elezione suppletiva al Consiglio di Stato del canton Ginevra, favorevole alla verde Fabienne Fischer, ha chiuso un lungo periodo travagliato della politica ginevrina. Un periodo, durante il quale le sentenze giudiziarie e le menzogne si sono intrecciate con i colpi di scena. L’arrivo della rappresentante verde favorirà il ritorno ad una situazione politica più distesa, consentirà ai membri del governo di operare in un clima più sereno, aiuterà a migliorare l’immagine del cantone in Svizzera e riproporrà il tradizionale confronto politico tra la sinistra, che ora detiene 4 seggi su 7 nel governo, e la destra, che conserva la maggioranza in seno al parlamento cantonale.

Ginevra ha dunque voltato pagina, si è tentati di dire. Se si osserva attentamente l’esito dei due turni elettorali svoltisi in marzo, conviene però ammettere che in realtà si è forse soltanto di fronte ad una tregua, ad una pausa, e non di fronte alla fine della vicenda centrata su Pierre Maudet. Comincia probabilmente un intervallo, che potrebbe durare due anni, fino alle prossime elezioni cantonali del 2023, prima di sfociare di nuovo in un braccio di ferro. Due almeno sono le ragioni che inducono a pensare in questa direzione.

La prima deriva dal risultato elettorale di Pierre Maudet. Non dimentichiamo che l’ex consigliere di Stato è stato condannato in prima istanza dal Tribunale di polizia di Ginevra, che l’ha giudicato colpevole di accettazione di vantaggi in seguito al viaggio con la famiglia ad Abu Dhabi nel 2015, e che è tutt’ora confrontato con richieste del fisco. Inoltre, l’ex giudice federale Jean Fonjallaz, incaricato dal Consiglio di Stato, in un rapporto sulla struttura ed il funzionamento del dipartimento che Maudet dirigeva, è giunto alla conclusione che l’ex candidato al Consiglio federale non era idoneo a dirigere un dipartimento. Infine, il partito liberale radicale ginevrino, di fronte alla tempesta politica e mediatica che si era scatenata, decise di espellerlo dal partito. Mai finora in Svizzera un membro di un governo cantonale è stato espulso dal suo partito. C’erano dunque sufficienti accuse e prove contro Maudet per non ridargli la fiducia nelle urne. Gli elettori, però, tennero conto soltanto in parte della situazione venutasi a creare e furono sensibili all’efficace campagna elettorale che l’ex consigliere di stato seppe condurre, dichiarandosi pronto ad aiutare le persone e le ditte colpite dalle misure legate alla pandemia. Al primo turno, il 7 marzo, Maudet giunse secondo, battendo chiaramente il candidato del suo ex partito, Cyril Aellen, ed al secondo turno giunse di nuovo secondo, con il 33,6% dei voti, e primo fra i tre candidati della destra. Un risultato lusinghiero per un candidato senza partito.

La seconda ragione che spinge a considerare un possibile futuro ritorno di Pierre Maudet risiede nella sua personalità. Dopo la sconfitta, egli ha dichiarato che continuerà la lotta politica ed ha fissato un appuntamento, ad una data non precisata, con gli oltre 37 mila elettori che l’hanno votato al secondo turno. La sua ambizione politica è grande, immensa, come ha dimostrato la sua candidatura al Consiglio federale nel 2017, quando aveva soltanto 39 anni. È una trainante locomotiva elettorale, un buon oratore, un grande lavoratore ed emerge facilmente in un contesto politico, soprattutto se non vi sono forti personalità. Sono tutte qualità che possono riproporlo al centro della scena politica ginevrina fra due anni, quando si tornerà a rinnovare il governo ed il parlamento cantonali. Forse egli si riproporrà come candidato indipendente, o come leader di un nuovo partito o, addirittura, se ci dovesse essere una riconciliazione, come esponente del partito liberale radicale. Soltanto il futuro potrà confermare o meno queste ipotesi. Intanto a Ginevra, nei prossimi mesi, l’attenzione si porterà sull’azione del governo, nel quale la sinistra ha conquistato la maggioranza. È la seconda volta che succede nella storia del cantone.