Marchi per prodotti finanziari sostenibili

La consulenza della Banca Migros
/ 30.10.2017
di Benjamin Hampl

Tutti conoscono i variopinti marchi di qualità di Max Havelaar, MSC e Heidi. Solo nel settore alimentare il sito Labelinfo.ch conta 64 marchi (o etichette) di qualità utilizzati in Svizzera. Per quanto appaiano diverse, tutte le etichette assolvono alle stesse funzioni di base.

Caratteristica del prodotto. Con il marchio Max Havelaar, l’acquirente sa già a colpo d’occhio che per la realizzazione del prodotto i piccoli contadini e i lavoratori delle piantagioni nei paesi emergenti e in via di sviluppo hanno ricevuto un salario equo, con il quale possono dunque migliorare le proprie condizioni di vita a lungo termine.
Standard. L’organizzazione che conferisce il marchio contribuisce allo sviluppo di uno standard o addirittura ne è l’ideatrice. Questo standard viene continuamente verificato e migliorato. Nel caso di Max Havelaar si tratta dell’organizzazione indipendente Fairtrade International.
Controllo. Il marchio si fonda sulla trasparenza e svolge una funzione di controllo, anche in collaborazione con altri organismi di certificazione.

Tuttavia, mentre in questo campo vi è un’ampia varietà di etichette, per gli investimenti sostenibili la scelta è piuttosto limitata. Esistono solo due organizzazioni indipendenti per i fondi d’investimento: Luxflag e Eurosif. La maggiore delle due, Eurosif, assieme all’organizzazione partner Forum Nachhaltige Geldanlagen (FNG) per i Paesi di lingua tedesca, definisce gli standard europei nel settore degli investimenti socialmente responsabili. Più di 700 fondi d’investimento sostenibili, tra cui anche quelli della Banca Migros, rispettano già il Codice Europeo per la Trasparenza e possono esibire il logo corrispondente (vedi figura in alto a destra).

Il logo di trasparenza contrassegna soltanto i fondi con un approccio d’investimento sostenibile. Considerata l’ampia varietà di strategie d’investimento applicabili e le diverse interpretazioni di sostenibilità, l’FNG rinuncia a definire criteri specifici per i fondi sostenibili. L’organizzazione stabilisce piuttosto uno standard per la pubblicazione di tutti i dati rilevanti in merito alla sostenibilità dell’offerente del fondo. Nel cosiddetto rapporto sulla trasparenza, la società del fondo deve fornire informazioni in quattro settori: la strategia sostenibile applicata, la valutazione delle imprese, il processo di gestione del fondo e il sistema di controllo. L’FNG esamina le informazioni pubblicate nel rapporto sulla trasparenza e ne verifica completezza e disponibilità.

Come implica il nome, il logo di trasparenza definisce solo uno standard per la pubblicazione di informazioni. Per sapere qual è l’approccio di un fondo alle questioni ecologiche, si deve quindi consultare il rapporto sulla trasparenza. Poiché gli offerenti non sono obbligati ad adattare il proprio concetto di sostenibilità a uno specifico standard, l’impegno necessario per conseguire l’etichetta è relativamente poco oneroso. Per questo motivo c’è da meravigliarsi se un offerente rinuncia a ottenere il logo di trasparenza.