In India si celebra la prima stagione delle feste dopo la pandemia. Sembra che il tempo non sia passato e che la sordina dell’ultimo anno abbia soltanto acuito, nel bene e nel male, le celebrazioni e le polemiche che le accompagnano. Come sempre, l’annuncio ufficiale lo danno i cartelloni pubblicitari e la folla crescente nei negozi di abiti, di gioielli e di utensili da cucina. Cominciano durante o subito dopo Navaratri (i nove giorni dedicati a celebrare la dea Durga) ad annunciare la stagione delle feste che culmina con la celebrazione di Diwali, la festa delle luci, che cade abitualmente tra ottobre e novembre. Diwali commemora il ritorno trionfale dall’esilio di Rama, il semidio protagonista del più famoso poema epico indiano, il «Ramayana», nella città di Ayodhya. E celebra la discesa di Lakshmi, dea della fortuna e della prosperità, sulla terra. Per accogliere degnamente la dea e indicarle il cammino verso questo mondo, si puliscono da cima a fondo case, negozi e si mettono i diya (lumini di terracotta) dappertutto.
Edifici e strade sono illuminati a giorno, così come i templi. Davanti alla porta di casa si disegnano i rangoli, composizioni augurali fatte con polveri colorate e riso, per propiziare fortuna e felicità. I commercianti, il giorno prima di Diwali, acquistano nuovi libri contabili e nuovi strumenti che saranno poi benedetti durante una solenne cerimonia all’interno del negozio. I primi soldi incassati quel giorno saranno conservati per tutto l’anno come talismano di buona fortuna. A Diwali ci si scambiano dolci e regali, preferibilmente di metallo: possono essere stoviglie. Ma è inutile dire che sono principalmente le gioiellerie a fare affari d’oro. Così come i negozi di abbigliamento, perché una nuova toilette è d’obbligo per tutti. I festeggiamenti cominciano al calar della sera, fuori e dentro casa. Famiglie e amici si riuniscono, si scambiano visite, si tira tardi giocando a carte e sparando fuochi d’artificio fino alle prime luci dell’alba. Quest’anno le polemiche abitualmente legate alla stagione delle feste sono cominciate prima del solito e più del solito hanno sfiorato sublimi vette di ridicolo. Un famoso brand di abiti e arredamento ha dovuto ritirare una campagna pubblicitaria in cui si vedevano le modelle indossare il sari senza il bindi, il punto rosso sulla fronte che denota per tradizione lo status di donna maritata.
Qualcuno si è azzardato, in India, a sparare fuochi d’artificio per celebrare, pare, la vittoria dell’odiato Pakistan sul campo da cricket. Senza essere multato, come capita invece sempre più di frequente a chi spara fuochi d’artificio la notte di Diwali. Specie a Delhi, dove ormai da qualche anno la mattina dopo la festa la città si sveglia avvolta da una fitta e densa coltre di nebbia che rende impossibile vedere a più di dieci metri di distanza: colpa dei fuochi d’artificio sparati per due giorni, si dice. Colpa in realtà delle stoppie bruciate nei campi del Punjab dopo il raccolto, ma tant’è. Prendersela con chi festeggia è di certo più facile che affrontare il problema dei contadini punjabi che da quasi un anno occupano le strade a intermittenza per protestare contro il Governo (e le leggi che hanno liberalizzato il mercato agricolo).
Di certo per la folla che riempie i negozi, Covid e spesso anche le mascherine sembrano adesso solo un ricordo lontano, vedremo con quali risultati. Ci sono infinite lucine colorate a illuminare le facciate delle case, appese agli alberi, alle staccionate o a qualunque cosa sia in grado di supportare un tubo di gomma trasparente pieno di minuscole lampadine che rimarranno per qualche mese a trasformare città e paesetti in un paese incantato. La stagione delle feste continua fino a gennaio, difatti, e si sovrappone alla stagione dei matrimoni con il traffico ribaldo causato da cortei e bande che accompagnano gli sposi. Dura finché le luci diventano via via più fioche dentro alla luce bianca del giorno e a fine gennaio, il giorno di Vasant Panchami, ci veste infine di giallo chiaro per festeggiare l’arrivo della primavera. E delle feste d’estate.