Da qualche tempo, lo spettro dell’inflazione si aggira tra i mercati. I recenti dati sull’inflazione provenienti dagli Stati Uniti alimentano le preoccupazioni inflazionistiche. A marzo l’indice dei prezzi al consumo statunitense è aumentato dello 0,6% rispetto al mese precedente: non si assisteva a un tale rialzo dal 2012. L’inflazione annua è salita al 2,6% ed è quindi nettamente superiore all’obiettivo d’inflazione del 2% fissato dalla banca centrale statunitense. La Banca Migros non vede tuttavia alcun motivo di preoccupazione.
Gran parte della spinta inflazionistica è dovuta ai prezzi dell’energia. Questa componente dell’indice dei prezzi al consumo è particolarmente volatile. A marzo, ad esempio, i prezzi della benzina sono aumentati del 9,1%. Ma la spinta al rialzo dei prezzi dell’energia è destinata a svanire nei prossimi mesi. Negli ultimi mesi, infatti, i prezzi del petrolio sono stati relativamente stabili e la produzione sta aumentando a causa del consolidamento della domanda.
Inoltre, l’effetto di base svolge un ruolo importante. L’inflazione è misurata come variazione dell’indice dei prezzi al consumo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Se i valori dell’anno precedente sono eccezionalmente bassi (o elevati), l’inflazione annua è di conseguenza elevata (o molto bassa). A causa dello scoppio della pandemia del coronavirus, i prezzi al consumo statunitensi sono scesi da marzo a maggio 2020, comportando una bassa base di paragone con cui ora vengono misurati i dati sull’inflazione di quest’anno.
In aprile e maggio questo effetto provocherà probabilmente un’analoga distorsione dei dati sull’inflazione. Di conseguenza, è probabile che l’inflazione negli Stati Uniti superi il 3% a breve termine. Tuttavia, a partire dall’inizio dell’estate, questo effetto di base diminuirà. Infine, nonostante i notevoli progressi compiuti, il mercato del lavoro statunitense è ancora relativamente debole e lo sfruttamento delle capacità produttive rimane basso in molte imprese. A medio termine la Banca Migros prevede che l’inflazione si stabilizzi appena al di sopra del 2%.