Gioia, delusione e disagio: si possono così riassumere le reazioni europee al voto italiano. I più contenti sono stati i Governi nazionalisti ed euroscettici, nonché i movimenti dell’estrema destra. I primi ministri ungherese, Viktor Orban, e polacco, Mateusz Morawiecki, si sono complimentati con Giorgia Meloni appena sono stati resi noti i primi risultati. L’Alternative für Deutschland, attraverso un suo portavoce, e il partito spagnolo Vox, con il suo leader Santiago Abascal, hanno dato sfogo alla loro soddisfazione. E un plauso analogo è stato espresso anche dall’estrema destra francese, con Marine Le Pen, sua nipote Marion Maréchal ed Éric Zemmour. In Francia si è sentita pure la frase: «Ieri la Svezia, oggi l’Italia, domani la Francia». Una chiara allusione alla speranza di Marine Le Pen di poter vincere le Presidenziali del 2027. Questi Governi e movimenti vedono il loro schieramento rafforzarsi in Europa e sperano in un’estensione del loro margine di manovra. L’imminente arrivo di un Governo post-fascista cento anni dopo la marcia su Roma di Mussolini ha provocato invece una forte delusione tra i partiti e i movimenti della sinistra, soprattutto tra quelli che non hanno responsabilità di Governo. A più riprese si è parlato del pericolo fascista e della necessità di battersi tutti i giorni per difendere la democrazia e i valori democratici. A Bruxelles diversi eurodeputati hanno parlato di un difficile momento per l’Unione europea e hanno ricordato che Giorgia Meloni ha posizioni politiche e sociali vicine a quelle di Trump e di Orban.
Molto più prudenti sono state le reazioni dei principali Governi europei. Una prudenza che nasconde un certo disagio. Un portavoce del Governo tedesco ha sostenuto che l’Italia è un Paese favorevole all’Europa e la Germania pensa che non ci saranno cambiamenti. La prima ministra francese, Élisabeth Borne, ha dichiarato di non voler commentare la scelta democratica del popolo italiano, ma ha anche ricordato che in Europa ci sono dei valori, come lo stato di diritto e i diritti umani che ogni Stato deve rispettare. Un portavoce della Commissione europea ha evidenziato la volontà della stessa Commissione di avere con il nuovo Governo italiano una collaborazione costruttiva. Dopo le reazioni sono sorti gli interrogativi. Che cosa farà il nuovo Esecutivo italiano? Come si posizionerà nell’alleanza occidentale? Quali rapporti intratterrà con l’Unione europea? Si andrà verso un nuovo conflitto tra Roma e Bruxelles? Le risposte arriveranno quando il Governo Meloni avrà fatto un po’ di strada e avrà preso alcune decisioni.
Giorgia Meloni ha più volte dichiarato di sostenere la Nato e di essere fedele all’alleanza occidentale che difende l’Ucraina contro la Russia. Una posizione che ha riscontrato parole di simpatia e un’apertura di credito anche da parte del Governo americano. Anche sul piano economico non dovrebbero sorgere problemi, per lo meno in un primo tempo. L’Italia è uno dei Paesi fondatori dell’Ue ed è la terza potenza economica europea. Ha però un deficit che va oltre il 150% del Prodotto interno lordo e un’economia con grossi problemi di crescita e d’inflazione. Adesso l’Unione europea sta aiutando l’Italia con il piano di rilancio di 750 miliardi di euro, varato dopo la crisi Covid. All’Italia sono stati attribuiti 122,6 miliardi di prestito e 68,9 miliardi di aiuti, concessi con la condizione di portare a buon fine alcune riforme interne. Non è certamente il momento di mettere in pericolo questi sostegni.
I settori nei quali potrebbero sorgere problemi, anche in tempi brevi, sono quelli dei valori e delle libertà fondamentali, del futuro dell’Ue e dell’immigrazione. Meloni è vicina all’Ungheria e alla Polonia, che sono oggetto di una procedura d’infrazione per la violazione dello stato di diritto. I due Paesi vorrebbero anche trasformare l’Ue in un’alleanza di Nazioni e rifiutano qualsiasi nuova forma d’integrazione. Non accettano, per esempio, di abbandonare il principio dell’unanimità, a vantaggio della maggioranza qualificata, in settori importanti come la politica estera e la fiscalità. Sull’immigrazione, la vincitrice delle elezioni italiane ha sempre difeso il blocco navale nel Mediterraneo, una scelta che però la maggior parte dei Paesi europei non condivide. Le posizioni che Meloni assumerà già nei prossimi mesi saranno determinanti per capire come l’Italia intende muoversi e quale sarà la natura dei rapporti che avrà con l’Unione europea.