Lauber, rielezione sospesa

Inchieste FIFA - I contatti informali e non protocollati fra il Procuratore generale della Confederazione e il presidente della FIFA Infantino, e le tensioni con l’autorità di sorveglianza inducono la Commissione giudiziaria a rinviarla
/ 20.05.2019
di Marzio Rigonalli

Il futuro del Procuratore generale della Confederazione, Michael Lauber, resta incerto. La sua nomina da parte dell’Assemblea federale per un terzo mandato, dal 2020 al 2023, sarebbe dovuta avvenire, su proposta della Commissione giudiziaria, nel corso del mese di giugno, durante la sessione estiva delle Camere. Alla luce di quanto è successo nelle ultime settimane nell’ambito dell’inchiesta sulla FIFA, in particolare alla luce del procedimento disciplinare in corso per gli incontri informali che Lauber ebbe con Gianni Infantino, il presidente della FIFA, la Commissione giudiziaria ha rinviato a settembre la sua presa di posizione. La Commissione vuole raccogliere ulteriori informazioni e attende di poter disporre almeno di un rapporto intermedio sull’inchiesta disciplinare che verrà affidata ad una persona esterna, prima di esprimersi sulla rielezione del Procuratore generale. Per conoscere il suo destino, Lauber dovrà dunque attendere il mese di settembre.

Prima della decisione della commissione giudiziaria, il Procuratore generale era stato ascoltato da una delegazione delle due commissioni di gestione del parlamento. Le commissioni avevano ritenuto che l’idoneità professionale o personale di Michael Lauber e dei suoi sostituti non poteva essere seriamente messa in dubbio. Aggiunsero anche che non c’erano indizi suscettibili di indurre a pensare che Lauber non avesse detto la verità nell’ambito dell’inchiesta in cui è coinvolto. Le due commissioni non fecero nessuna proposta per quanto concerne la rielezione di Lauber. Il loro intervento, però, contribuì a rafforzare la posizione del Procuratore generale.

A questo punto conviene ricordare brevemente i fatti. Da anni il Ministero pubblico della Confederazione sta conducendo un’inchiesta su alcune operazioni avvenute in seno alla Federazione internazionale di calcio. L’indagine ruota intorno all’assegnazione dei Mondiali di calcio del 2006 in Germania, del 2018 in Russia e del 2022 in Qatar. Attualmente sono in corso ben 25 inchieste penali e la Procura federale collabora con 15 autorità straniere. La FIFA è parte lesa e non è accusata in nessuno dei procedimenti in corso.

Michael Lauber ha avuto nella primavera del 2016 due incontri con Gianni Infantino, eletto presidente della FIFA pochi mesi prima. Il primo nell’albergo «Schweizerhof» di Berna, il secondo nel ristorante «Au premier» della stazione ferroviaria di Zurigo. I due incontri non vennero messi a verbale, in violazione di quanto prevede il codice di procedura penale, e non figurano nella documentazione dell’inchiesta. Nel giugno del 2017 avvenne un terzo incontro tra Lauber ed Infantino, a Berna, nell’albergo «Schweizerhof». Oltre a loro due erano presenti anche Rinaldo Arnold, Procuratore generale dell’Alto Vallese ed amico d’infanzia d’Infantino, nonché André Marty, responsabile dell’informazione del Ministero pubblico della Confederazione. Anche quest’incontro non venne verbalizzato. Lauber ammise l’esistenza di questo terzo incontro soltanto dopo le ripetute sollecitazioni dell’Autorità di sorveglianza, ed oggi afferma di non ricordare più niente. Un’amnesia per lo meno sorprendente. Anche gli altri tre presenti nell’albergo bernese affermano di non ricordare più niente dell’incontro.

Michael Lauber sostiene che gli incontri informali non verbalizzati sono necessari per far avanzare le indagini e le rivelazioni di stampa mostrano che anche in altre inchieste la Procura federale vi ha fatto ricorso. È stato così nel procedimento penale per riciclaggio di denaro sporco nei confronti di Gulnora Karimova, figlia dell’ex presidente uzbeco Islom Karimov. È stato pure così con l’inchiesta per corruzione che vede coinvolta la società petrolifera brasiliana Petrobras. Nel procedimento contro la figlia dell’ex presidente uzbeco vi sono stati incontri informali nell’ex repubblica sovietica. Su richiesta dei legali della Karimova, il Tribunale penale federale ha ricusato il responsabile dell’inchiesta, il Procuratore federale Patrick Lamon. Nell’inchiesta sulla società brasiliana, più incontri informali non verbalizzati sarebbero avvenuti sia in Svizzera che in Brasile con persone direttamente od indirettamente coinvolte nel caso, con l’intento di individuare persone che avrebbero riciclato denaro sporco in Svizzera.

Due almeno sono le conseguenze di questa insolita e grave situazione, che da settimane trova ampio spazio nei media. La prima è il deterioramento dei rapporti tra il Procuratore generale della Confederazione e l’Autorità di sorveglianza del suo operato. Posto di fronte all’apertura di un’inchiesta disciplinare nei suoi confronti, chiamata essenzialmente a verificare se sono state commesse violazioni dei doveri d’ufficio, in una conferenza stampa Lauber ha reagito in modo violento, attaccando Hanspeter Uster, il presidente dell’autorità di sorveglianza del Ministero pubblico della Confederazione. Ha assimilato l’apertura di un’inchiesta disciplinare ad un attacco frontale contro la sua persona e contro l’indipendenza del Ministero pubblico, ed ha presentato alle commissioni di gestione del Parlamento una richiesta di verifica dell’operato dell’autorità di sorveglianza. Non ha esitato anche a parlare di crisi istituzionale. Parole forti da parte della principale autorità inquirente federale, alle quali non eravamo abituati. Michael Lauber è in carica dal 2012. Nei primi sette anni, il suo operato non è mai stato messo in discussione dall’allora presidente dell’Autorità di sorveglianza, Niklaus Oberholzer. Per gli anni 2019-2020 è subentrato come presidente l’ex consigliere di Stato zughese Hanspeter Uster, e con lui il controllo esercitato sembra essere diventato più severo. Oggi il rapporto di fiducia tra il Procuratore generale e l’Autorità di sorveglianza è incrinato a tal punto che le due commissioni di gestione hanno deciso di avviare un’ispezione per rimediarvi e per difendere la credibilità delle inchieste penali in corso.

La seconda conseguenza è l’arrivo di diverse domande di ricusazione nei confronti del Procuratore generale e dei procuratori federali responsabili dei procedimenti nell’ambito dell’inchiesta sulla FIFA. Queste domande sono state inoltrate all’organo giudiziario competente, il Tribunale penale federale di Bellinzona, dopo la rivelazione dei tre incontri informali avvenuti tra Lauber e Gianni Infantino. Il tempo che sarà necessario per evadere queste domande potrebbe ripercuotersi sulla durata dei procedimenti in corso e sulla prescrizione dei fatti contestati.

Lauber non è stato nominato dal Consiglio federale. È stato eletto dall’Assemblea federale e l’elezione gli ha dato forza e credibilità per svolgere il suo mandato, per lottare contro il terrorismo e le svariate forme della criminalità internazionale. La vicenda in cui è coinvolto ed i risultati dell’inchiesta disciplinare potrebbero ripercuotersi negativamente sul suo futuro, ma anche sul Ministero pubblico della Confederazione e, forse, anche sull’Autorità di sorveglianza. 

Per ora sono soltanto ombre, ma sono già sufficienti per generare un clima pesante nella Berna federale intorno a due importanti autorità. Per rimediarvi e per rispondere alle numerose domande che la vicenda solleva, l’Autorità di sorveglianza dovrà concludere l’inchiesta disciplinare nel più breve tempo possibile e l’Assemblea federale dovrà trarre tutte le conclusioni che s’imporranno.