Nel 2016 si sono svolte 8 elezioni cantonali: 7 nella Svizzera tedesca (Uri, Svitto, San Gallo, Turgovia, Sciaffusa, Argovia e Basilea Città) e l’ultima nel canton Friburgo. Sono stati rinnovati i governi ed i parlamenti cantonali. La lunga lista di risultati si concluderà domenica 27 novembre, con il secondo turno dell’elezione degli esecutivi di Argovia, Basilea Città e Friburgo. Gli otto appuntamenti elettorali pongono in primo piano la situazione politica nei cantoni interessati, ma consentono anche, dopo un anno dalle elezioni federali del 2015, di porre alcune domande e di individuare vecchie e nuove tendenze. L’avanzata del centro-destra, riscontrata un anno fa, è stata confermata? Le forze politiche in difficoltà alle elezioni nazionali, sono riuscite ad invertire la loro rotta negativa? Quali partiti politici possono essere definiti in buona salute e quali altri, invece, sono confrontati con una continua perdita di consensi?
Conviene, innanzitutto, distinguere l’elezione dei governi cantonali da quella dei parlamenti cantonali. Nella prima elezione emergono fattori che vanno al di là della forza relativa dei singoli partiti. Entrano in gioco la personalità dei candidati, il sistema di voto che vien applicato e le alleanze che nascono tra i partiti, alleanze che possono agevolare la nomina dei propri candidati ed anche favorire l’elezione del candidato di un piccolo partito alleato. Sorgono così situazioni che rendono difficile individuare la reale forza elettorale dei vari partiti. Nell’elezione dei parlamenti cantonali, invece, le formazioni politiche devono ricorrere alla loro immagine, alla loro presenza nel territorio ed ai loro programmi, per richiamare l’attenzione e per raccogliere consensi. I risultati che scaturiscono rappresentano una fotografia abbastanza fedele del panorama politico del cantone in cui si è votato. Ed è su questi risultati che intendiamo basarci per proporre alcune riflessioni.
La prima riflessione riguarda il centro-destra. Non c’è stata un’avanzata di dimensioni analoghe a quella di un anno fa, ma i due principali partiti di quest’area, l’UDC ed il PLR, hanno difeso ed in certi casi migliorato le loro posizioni. L’UDC si è rafforzata nella Svizzera orientale: ha guadagnato 3 seggi nel canton Turgovia e 5 nel canton San Gallo. A sorpresa, ha perso due seggi nel canton Svitto, dove rimane comunque il partito più forte, e altrove ha avuto un numero di seggi invariato rispetto alla consultazione precedente. Non sempre gli obiettivi dichiarati sono stati raggiunti, come per esempio nel canton Friburgo, dove si è svolta l’ultima in data delle consultazioni cantonali. Fedele al tentativo di rafforzare la sua posizione nella Svizzera romanda, l’UDC aveva dichiarato di voler aumentare il numero dei suoi deputati in Gran Consiglio e di fare il suo ingresso nel governo cantonale. Il primo obiettivo non è stato raggiunto, perché il numero dei granconsiglieri è rimasto invariato. Il secondo obiettivo è fallito al primo turno del rinnovo dell’esecutivo.
Rimane il secondo turno, in programma domenica prossima, ma i pronostici non sono molto favorevoli al candidato dell’UDC. Anche il PLR ha registrato progressi nella Svizzera orientale, guadagnando 4 seggi nel canton San Gallo e 2 nel canton Turgovia. Ha perso 2 seggi nel canton Svitto ed a Basilea Città. Infine, ha ottenuto un inaspettato successo nel canton Friburgo, guadagnando 4 seggi. Un risultato nel quale alcuni analisti hanno voluto vedere una porta aperta verso la Romandia e verso possibili altri guadagni di seggi nelle elezioni che si terranno nella primavera dell’anno prossimo in 3 cantoni, Vallese, Neuchâtel e Vaud.
La seconda riflessione tocca la sinistra. Dopo la sconfitta alle elezioni federali del 18 ottobre 2015, c’era molta attesa per vedere come si sarebbero mossi i due principali partiti di quest’area, il PS ed i Verdi. Il primo ha ottenuto risultati lusinghieri, talvolta a sorpresa, come per esempio nel canton Argovia, con un guadagno di 5 seggi, o a Basilea Città, dove ha rafforzato la sua posizione di primo partito. In altri cantoni c’è stata una leggera perdita, come per esempio nel canton Turgovia o nel canton Friburgo. In questo ultimo caso, però, la perdita di un seggio non ha impedito al PS di diventare il primo partito cantonale. Facendo un calcolo complessivo delle otto elezioni cantonali, il PS vanta un saldo positivo di 6 seggi. Anche i Verdi possono contare su un risultato più che soddisfacente. In più cantoni hanno difeso le loro posizioni ed in due almeno hanno guadagnato seggi: uno a Basilea Città e 3 a Friburgo.
L’ultima valutazione la dedichiamo al centro ed ai principali partiti che occupano questa area. Siamo di fronte ad un’ampia perdita di consensi. Il PPD, principale partito di quest’area, non è riuscito ad invertire la rotta negativa che lo caratterizza da oltre 30 anni. Ha perso voti e seggi in tutte le elezioni per gli 8 nuovi parlamenti cantonali. La maggior perdita, meno 4 seggi, è stata registrata a Friburgo e fa seguito a quella del 2011, quando i seggi persi furono 6. Eppure il PPD ha radici storiche profonde in questo cantone. In totale, ben 15 sono i seggi che erano del PPD e che quest’anno sono passati ad altri partiti. Gerhard Pfister, presidente dall’aprile scorso, ha cercato di dare un nuovo slancio alla sua formazione. Lo ha fatto assumendo posizioni più profilate e, soprattutto, cercando di spostare il partito a destra, verso l’UDC, per lo meno per quanto riguarda l’immigrazione ed i problemi di società. Il tentativo mira soprattutto a recuperare quegli elettori che una volta votavano per il PPD ma che in seguito hanno preferito appoggiare l’UDC.
Finora questa nuova strategia non ha avuto alcun successo e non poche sono le voci critiche sorte anche all’interno del partito. Per certi aspetti, la situazione del Partito borghese democratico (PBD) è ancora più drammatica. La formazione dell’ex consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf moltiplica gli insuccessi. Ha perso tutti i seggi nel canton San Gallo, dove è scesa dal 3% all’1,5% dei voti espressi, e nel canton Friburgo. Ha dovuto abbandonare 2 seggi su 5 nel canton Turgovia e 2 su 6 nel canton Argovia. Non è più presente in nessun parlamento nei cantoni romandi, la sezione di Neuchâtel si è autosciolta ed è sparita anche la funzione di coordinatrice per la Svizzera romanda. Ormai, il PBD vanta una certa presenza soltanto nei tre cantoni dove è sorto, Berna, Grigioni e Glarona. Dopo le dimissioni della consigliera federale Widmer-Schlumpf, il partito non è più riuscito a profilarsi ed a darsi un programma politico facilmente riconoscibile dagli elettori. Non sono poche le voci che pronosticano una rapida fine ingloriosa. Lo stesso Hans Grunder, ex presidente del partito, in una recente intervista ha detto che la probabilità che il PBD scompaia nei prossimi anni è alta.
I Verdi liberali, infine, ottengono risultati meno negativi del PPD e del PBD, anche se i temi che prediligono non sono di stretta attualità. Difendono le loro posizioni, con una leggera perdita, ma la loro tenuta non riesce a colmare, anche soltanto parzialmente, il vuoto lasciato dagli altri due partiti del centro.
Dopo le 8 elezioni cantonali del 2016, dunque, la destra e la sinistra si sono rafforzate ed il centro si è indebolito. Siamo di fronte ad una polarizzazione che non è una caratteristica della vita politica elvetica. Il fenomeno è tutto sommato contenuto, visto il numero ridotto dei cantoni coinvolti, ma non va sottovalutato e merita di essere seguito attentamente quando arriveranno i risultati delle prossime elezioni cantonali. Il processo decisionale elvetico è fondato sul compromesso, che sovente è stato raggiunto grazie alla mediazione delle forze del centro. Se in futuro queste forze continueranno ad indebolirsi, il rischio di dover assistere a continui bracci di ferro tra la destra e la sinistra, ed a ripetute situazioni di stallo, diventerà sempre più reale.