Thomas Pentsy è analista di mercato e dei prodotti presso la Banca Migros


La nuova mutazione frena la ripresa

La consulenza della Banca Migros
/ 18.01.2021
di Thomas Pentsy

La nuova mutazione del coronavirus diffusasi rapidamente nel Regno Unito richiederà probabilmente una proroga o un inasprimento delle misure di protezione in molti Stati membri dell’Uni-one europea e anche in Svizzera. In Gran Bretagna i nuovi contagi hanno registrato un forte aumento. Il governo britannico si è pertanto visto costretto a imporre un rigido lockdown. Dai primi studi emerge che il nuovo virus sembra essere più contagioso del 50%-70%.

A causa delle restrizioni più severe per il coronavirus, la crescita del prodotto interno lordo nel primo trimestre del 2021 dovrebbe risultare (leggermente) negativa in molti Paesi europei. È probabile che, dopo l’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca, anche gli Stati Uniti applicheranno ulteriori restrizioni. La volatilità dovrebbe quindi aumentare sui mercati azionari. È maggiore la probabilità di rettifiche di corso: la borsa sembra infatti essere rimasta finora impassibile alla crescente diffusione della nuova variante del virus.

La Banca Migros continua tuttavia a credere che il virus debba essere affrontato con vaccinazioni nel corso dell’anno. La disponibilità dei vaccini dovrebbe migliorare notevolmente nelle prossime settimane. Nulla sembra indicare ad oggi che i vaccini non agiscano o che agiscano di meno con la nuova variante del virus. Anzi, i primi dati suggeriscono che la mutazione non incide in alcun modo sull’efficacia e sul periodo di protezione che offrono i vaccini.

I dati esistenti non sono comunque sufficientemente solidi per poter chiarire con certezza questo punto. I virologi sono del parere che non si possa essenzialmente escludere che con la nuova variante alcuni vaccini perdano parte della loro efficacia. Gli esperti segnalano che, se dovesse rendersi necessario, nel giro di poche settimane sarebbe possibile adattare i vaccini. E questo, nel peggiore dei casi, farebbe slittare di uno o due trimestri l’immunizzazione della società. Lo scenario più probabile resta ad ogni modo quello del superamento della pandemia.