La Germania e la sua calda estate

Mancano pochi mesi alle elezioni per il rinnovo del Bundestag e del Governo. Occhi puntati su Annalena Baerbock dei Verdi e il candidato della Cdu-Csu Armin Laschet. Chi occuperà il posto di Angela Merkel?
/ 31.05.2021
di Marzio Rigonalli

La Germania sta per vivere un’estate molto calda dal punto di vista politico. Siamo a quattro mesi dalle elezioni legislative del 26 settembre. Elezioni che rinnoveranno il Bundestag, il Parlamento federale, e dalle quali emergerà anche il nuovo Governo. È un appuntamento che si ripete ogni quattro anni. Questa volta la posta in gioco è particolarmente importante perché si conclude l’era di Angela Merkel, un periodo durato ben sedici anni, che ha consentito alla cancelliera uscente di diventare una personalità politica trainante, ascoltata e ammirata, non soltanto sul piano interno, ma anche su quello internazionale, in particolare nel contesto del laborioso processo d’integrazione europea.

Dopo il 26 settembre inizierà una nuova fase che segnerà sicuramente una certa continuità della linea politica adottata negli ultimi anni, ma che annovererà anche novità, dovute sia ai nuovi nomi che si affacceranno sul palcoscenico politico e all’azione che svolgeranno, nonché ai cambiamenti che subentreranno nel nuovo equilibrio delle forze politiche in presenza. Quali sono le personalità che stanno emergendo e quali sono i partiti politici che ottengono i maggiori consensi nella campagna elettorale in corso? Senza eccedere nella semplificazione, si può sostenere che l’attenzione maggiore si concentra sullo scontro tra due personalità candidate alla cancelleria e rappresentanti due diversi partiti. Si tratta di Annalena Baerbock, esponente dei Verdi, e di Armin Laschet, candidato dell’unione Cdu-Csu.

Ex atleta nazionale nel trampolino elastico, Annalena Baerbock è copresidente dei Verdi dal 2018 e fa parte del Bundestag. Ha quarant’anni, è madre di due bambine e vive a Postdam, vicino a Berlino. La sua carriera politica è stata molto veloce. In pochi anni è riuscita ad imporsi in seno al suo partito e a farsi designare candidata alla Cancelleria. È la prima volta, nella loro storia di quarant’anni, che i Verdi puntano su una donna per la carica più alta dello Stato. Annalena Baerbock ha per sé la sua giovane età, non è mai stata coinvolta in uno scandalo di larga risonanza e riscontra molte simpatie tra la popolazione. Fa parte dell’ala «Realos» dei Verdi, che si oppone all’ala «Fundis», e ciò le permette di trovare consensi anche nei partiti borghesi. Il suo principale handicap è la totale assenza d’esperienza in un qualsiasi organo Esecutivo. I sondaggi sono favorevoli sia a lei che al suo partito e si situano tra il 25% e il 30%. Sono cifre impressionanti, soprattutto se vengono paragonate a quell’8,9% che i Verdi riuscirono a conquistare alle ultime elezioni legislative del 2017. Molti osservatori attribuiscono alla candidata dei Verdi un futuro politico certo, o come cancelliera, subentrante ad Angela Merkel, o come vicecancelliera, alla testa di un importante Ministero.

Armin Laschet ha vent’anni più della rivale e quindi ha un’esperienza politica più consolidata. È cresciuto nella Cdu, l’Unione cristiano-democratica, che presiede dallo scorso mese di gennaio ed è stato un fedele alleato di Angela Merkel. Nel 2017 vinse a sorpresa le elezioni nella Renania Settentrionale-Vestfalia, battendo la popolare Hannelore Kraft, della Spd, una delle donne politiche più amate in Germania. Da allora presiede il Governo di questo importante Land, che è il più popoloso della Germania con i suoi 18 milioni di abitanti. Per sei anni è stato anche parlamentare europeo e mantiene stretti rapporti con i Paesi che confinano con il suo Land, in particolare con il Belgio e l’Olanda. A più riprese ha manifestato il suo impegno e la sua simpatia per la causa europea. Laschet deve però muoversi in un contesto che non gli è molto favorevole per più ragioni. Innanzitutto, perché non è un politico brillante e non sa conquistarsi molte simpatie tra la popolazione. I sondaggi lo rivelano costantemente.

Poi perché il suo partito è immerso in situazioni che allontanano gli elettori, come lo scandalo degli eletti Cdu che hanno intascato commissioni per aver agito tra le autorità ed i produttori di mascherine, o la designazione nella Turingia di un candidato della Cdu al Bundestag, noto difensore delle tesi di estrema destra. Infine Laschet deve convivere con le rivalità interne alla sua alleanza, con personalità come il leader della Baviera Markus Söder, che aspirava a diventare candidato alla Cancelleria, oppure Friedrich Merz, leader della destra della Cdu che ambiva a diventarne il presidente. Personalità che possono frenare la sua ascesa alla Cancelleria. Oggi i sondaggi non gli sono molto favorevoli e si situano intorno al 25%, un po’ al di sotto delle preferenze che raccoglie la candidata dei Verdi.

Accanto al duello che si è ormai ben delineato, vi sono altre forze politiche che cercano di riunire consensi per potere, in qualche modo, influire sulla politica del prossimo Governo. Sono essenzialmente tre partiti. I socialdemocratici della Spd. Sono al Governo, guidati dal vicecancelliere e ministro delle finanze Olaf Scholz, ma hanno perso molto terreno nel Paese, probabilmente vittime di quella crisi che negli ultimi anni ha colpito un po’ tutti i partiti socialdemocratici d’Europa. Nelle elezioni legislative del 2017 ottennero ancora il 24,6% dei voti ma oggi il loro consenso elettorale si è dimezzato.

I liberali democratici della Fdp. In passato parteciparono più volte al Governo. Nella seconda metà dello scorso secolo, per esempio, un loro rappresentante, Hans-Dietrich Genscher, fu inistro degli Esteri per quasi 20 anni. Dal 2013 sono all’opposizione e nelle legislative del 2017 ottennero il 10,7%. Infine l’AfD l’Alternativa per la Germania, il partito d’estrema destra euroscettico e anti-immigrazione. I sondaggi danno queste tre forze ciascuna intorno al 12%. Le prime due, la Spd e l’Fpd, possono ambire, se le circostanze lo permetteranno, ad entrare in un’alleanza di governo coi Verdi o con la Cdu.

Nei mesi che ci porteranno al 26 settembre molte cose possono ancora succedere. La campagna elettorale avrà un crescendo di intensità nelle ultime settimane dopo le ferie estive. I colpi di scena non sono esclusi e, con essi, anche le inversioni di tendenza, le brusche frenate e le possibili sorprese, legate alla gestione della pandemia e della crisi economica. Il quadro politico che possiamo vedere oggi potrebbe ritrovarsi quasi invariato, ma potrebbe anche registrare alcune modifiche sostanziali. Intanto un primo test parziale l’avremo già il 6 giugno, quando nel Land Sassonia-Anhalt verrà eletto il nuovo Parlamento regionale.