Intrighi legati al Coronavirus

Vaccini contraffatti, green pass e test negativi falsi. Il numero di chi sfida la malattia e la legge è in costante crescita
/ 16.08.2021
di Alfio Caruso

Segnali inquietanti erano emersi nel febbraio scorso. Il primo ministro della Repubblica ceca, Andrej Babis, rivelò di aver ricevuto, attraverso un intermediario di Dubai, l’offerta di acquistare dosi di Astrazeneca all’epoca non ancora in commercio. Il privilegio prevedeva però un pagamento anticipato e prezzi quasi raddoppiati. Babis aveva rifiutato. A nostra insaputa, era in corso la grande campagna dell’intrigo legata alla Covid. Un’ulteriore tappa avvenne in Cina: la polizia confiscò 4 mila fiale. Anziché il vaccino, contenevano acqua salata. Poi fu il turno degli Usa: nel Maryland l’Fbi scovò un sito di vendita di vaccini contraffatti. Questa ondata del fraudolento si concluse in Svizzera: alla frontiera furono intercettati diversi falsi di test Pcr negativi indispensabili per entrare nella Confederazione. Christian Bock, direttore dell’Amministrazione federale delle dogane dichiarò: «Abbiamo impiegati qualificati nella falsificazione di documenti, persone che sono state addestrate e sanno dove guardare per identificare un falso».

La prevenzione ha funzionato in Svizzera, un po’ meno in altri Paesi europei. I più esposti appaiono Francia e Italia. In Francia già in luglio la richiesta di falsi attestati è aumentata, attraverso Telegram, del 5000 per cento. A scoprire simile crescita esponenziale è stata la società di sicurezza informatica Check point software technologies. Secondo i suoi rilievi, il fenomeno è legato sia all’espansione delle offerte su Telegram di certificati di vaccinazione e di test Covid negativi contraffatti; sia al considerevole aumento degli utenti vogliosi di approfittarne. E il numero di chi sfida il virus e la legge, nonostante siano previste ammende salate e in alcuni casi la galera, lievita di settimana in settimana. In Italia l’indagine è scaturita dalle ricerche del giornalista Rai Filippo Pala: lo scorso aprile aveva esplorato i canali di vendita di vaccini nel mercato nero online. Dagli account in cirillico si annunciava la disponibilità di vaccini in arrivo dall’Ucraina, «coprodotti da Pfizer (Usa) e Biontech (Germania) negli stabilimenti della casa madre». Ovviamente all’insaputa di Pfizer e Biontech. Sul canale «Vaccines impfstoff corona virus Covid-19» le proposte commerciali erano addirittura corredate da immagini raffiguranti flaconi e scatole di vaccino Moderna e Spuntnik. Agli acquirenti veniva fornito l’indirizzo dove effettuare il pagamento in Bitcoin.

Molto più concreta la richiesta di un medico trevigiano no-vax disposto ad acquistare da un impiegato della sanità locale la certificazione vaccinale. La Guardia di finanza ha avviato un’indagine con l’impiego di bot e avatar di ultimissima generazione. Grazie a essi, veri e propri infiltrati virtuali, è stato effettuato un monitoraggio in diretta delle compravendite in rete. L’inchiesta si è allargata ai finti vaccini, ai tagliandi green pass contraffatti, ai presunti medicinali anti-Covid senza richiesta medica, ai passaporti per il via libera agli spostamenti tra Paesi europei, alle mascherine e ai guanti senza certificazioni. Un mercato che in Italia aveva già portato al sequestro di milioni di esemplari con il clamoroso coinvolgimento della società di un ex presidente della Camera, Irene Pivetti.

Sono stati chiusi diversi canali. Il Coronavirus vaccines preventions assicurava di poter commercializzare vaccini efficaci: «Ciao, se ti trovi qui è perché sei decisamente alla ricerca di una affidabile cura o prevenzione per il Coronavirus. Noi abbiamo maschere facciali, guanti di qualità e vaccini per la Covid». Altrettanto esplicito, e un po’ ripetitivo, il canale Corona virus cure and vaccines: «Ciao se ti trovi qui è perché sei decisamente alla ricerca di una cura per la Covid-19. Noi abbiamo vaccini per la Covid-19 e vogliamo salvare il mondo da questo virus. Vaccini disponibili». Contava più di 8 mila iscritti l’altro profilo individuato dalla Guardia di finanza, Buy Covid-19 vaccines: proponeva la vendita, pubblicizzata da diverse immagini, di vaccini anti-Covid. Il prezzario variava dai 110 dollari di Astrazeneca ai 120 di Pfizer, ai 128 di Moderna. Disponibili pure i certificati vaccinali.

Ma il colpo grosso l’ha effettuato la polizia postale. Di recente ha portato alla luce il più sorprendente degli imbrogli, degno del classico pacco, contropacco e contropaccotto della scuola napoletana (fu anche il titolo dell’ultimo film di Nanni Loy). Con l’obbligatorietà del green pass in Italia da venerdì 6 agosto, gli irriducibili no-vax hanno pensato di procurarsi falsi certificati su Telegram e su Whatsapp. C’è stato solo l’imbarazzo della scelta: dai 100 euro per la versione digitale ai 120 euro per quella cartacea fino a 300 euro con l’aggiunta di tamponi molecolari o antigenici. Disponibile pure il pacchetto famiglia per un nucleo di 4 persone: 300 euro per il green pass digitale, 350 per il cartaceo. Alcuni di questi canali, come Green pass ita o Green pass Italia acquisto, annoveravano migliaia di iscritti (oltre 17mila il primo, 35mila il secondo). A costoro veniva spiegato che la struttura si appoggiava a un dottore o a una dottoressa di fiducia dipendente di un ospedale e disponibile, nel nome della causa, a fornire l’attestazione fasulla.

I problemi per i compratori si sono palesati dopo aver pagato, compresi i 20 euro per la spedizione: non è giunta alcuna certificazione. Alla singolare minaccia di una denuncia, da parte di chi voleva frodare, i truffatori hanno replicato chiedendo altri soldi per non pubblicare i dati dei passaporti e delle carte d’identità forniti dagli stessi aspiranti bari. Stupefacente la minacciosa sincerità di questi malfattori: «Noi offrivamo fino a poche ore fa un servizio illecito, è vero. Ma la nostra identità è sempre stata ben tutelata, così come i nostri sistemi. I clienti, gli stessi che ora cercano di minacciarci, ci hanno fornito i loro documenti, i loro recapiti e hanno addirittura pagato fornendo prove del pagamento, tutte prove che abbiamo archiviato consci che sarebbe successo questo. Minacciare un’identità ignota quando si è disarmati, nel torto e con l’unica possibilità di prendere una denuncia penale è da stupidi». Per fortuna degli stupidi sono intervenuti i poliziotti di Milano, Roma e Bari. L’operazione Fake pass ha portato a perquisizioni e sequestri nei confronti degli amministratori di 32 canali Telegram, alla chiusura di gran parte di essi, a quattro arresti, fra i quali due minorenni.