Interessi negativi anche sotto il milione

Politiche bancarie - Il panorama svizzero è molto variegato, ma in genere si tende a penalizzare chi ha più di 250’000 franchi e non ha altre relazioni con la sua banca
/ 15.02.2021
di Ignazio Bonoli

Annunciando la riduzione di 44 delle sue succursali (3 in Ticino), la maggiore banca svizzera, l’UBS, ha dato il la anche a un’altra operazione importante: l’estensione della deduzione ai clienti degli interessi negativi anche per importi minori di quelli finora praticati.

In sostanza, a partire dal 1. luglio, UBS ridurrà l’ammontare dei depositi dei clienti esenti da interessi negativi dagli attuali 2 milioni a 250’000 franchi. Il motivo di tale decisione sta nella previsione che il livello basso dei tassi di interesse in Svizzera si protrarrà per lungo tempo ancora. La deduzione avviene anche presso altri istituti, generalmente per depositi in conto corrente o in conti a risparmio, in assenza di altre forme di investimento presso la propria banca.

Data l’importanza di UBS nel settore bancario svizzero, si può ritenere che anche altre banche seguiranno l’esempio, pur applicando norme leggermente diverse. Quasi tutte le banche esonerano da questa deduzione quei clienti che hanno contratto un’ipoteca presso la stessa banca. Tenendo conto di un eventuale debito ipotecario e di investimenti del cliente sotto altre forme, UBS applica un tasso di interesse negativo dello 0,75% sui depositi in franchi e dello 0,6% su quelli in euro, a partire da 250’000 franchi.

L’altra grande banca, il Credit Suisse, finora applicava ancora un tasso di interesse negativo dello 0,75%, a partire dai 2 milioni di franchi di depositi sui conti a risparmio , oppure dello 0,4% su conti correnti a partire da un milione di franchi. La più severa in questo settore sembra essere Postfinance, che applica un interesse negativo dello 0,75% sui depositi a partire da 100’000 franchi, qualora il cliente non abbia altre relazioni con essa. Le banche cantonali, di regola, seguono le linee tracciate dalle altre banche, con variazioni in casi particolari. La banca cantonale di Zugo – ad esempio – applicava in ogni caso interessi negativi a seconda del cliente. Raiffeisen Svizzera non ha preso decisioni particolari al riguardo, ma lascia la facoltà di decidere a ogni singola banca regionale.

La mossa della maggior parte delle banche è dovuta all’intenzione di diminuire l’attuale attrattività dei conti a risparmio, sui quali si riesce a ottenere ancora un minimo di rimunerazione. Sui conti correnti, infatti, il livello degli interessi è ormai a zero, mentre sono aumentate le spese. In queste condizioni ci si chiede quali alternative si possano trovare, almeno per non intaccare il capitale.

Tra i suggerimenti avanzati dalla stampa specializzata (e non), per i piccoli e medi risparmiatori, vi è quello di distribuire il risparmio su più banche, in modo da non superare il limite per ogni deposito. Oppure versare una parte dei soldi a famigliari. Al limite si può anche trattare con i responsabili della banca. Di regola, chi ha altri rapporti con la banca (deposito titoli o ipoteche) viene esentato da interessi negativi.

Un’alternativa può essere quella di versare soldi al terzo pilastro dell’assicurazione vecchiaia. Il 3a è anche favorito fiscalmente e per chi non è assicurato presso una cassa pensione, la possibilità di risparmio è notevole (34’416 franchi, rispettivamente il 20% del reddito netto). Gli interessi sono pure bassi o negativi, ma si può optare per un conto «3a titoli». Infine, si possono anche fare versamenti volontari alla propria cassa pensione (i cosiddetti acquisti).

Resta poi aperta la possibilità di acquistare immobili o di accelerare un ammortamento. Oppure si può conservare denaro contante in una cassetta di sicurezza, magari anche sotto forma di oro. Quest’ultimo è però soggetto alle oscillazioni del mercato e bisogna anche considerare i costi della custodia. Infine, vi sono altre forme di investimenti sicuri, tra cui le obbligazioni di cassa; rendono anch’esse poco, ma si può operare sulle scadenze, meglio che su un conto corrente.

La chiusura di succursali e gli interessi negativi sono comunque segnali di un forte mutamento del settore bancario. La banca tradizionale, vicina anche al piccolo cliente e con servizi praticamente gratis, sta scomparendo. La stessa UBS constata che le operazioni allo sportello diminuiscono ogni anno del 10%, mentre aumentano costantemente le transazioni digitali. Anche la pandemia ha forse dato una mano a questa evoluzione.

Se da un lato è fatale che le grandi banche si concentrino sempre più sulla gestione patrimoniale a livello internazionale, pur mantenendo contatti anche con la clientela nazionale, è pure probabile che si aprano possibilità di mercato per un altro tipo di banca, come possono essere le banche cantonali o regionali o il grande gruppo delle Raiffeisen. Anche queste costrette a ristrutturare e concentrare, ma pur sempre con una presenza fisica importante nelle singoli regioni di competenza e, quindi, con il vantaggio di un contatto umano più chiaro con i loro clienti.