Il sostegno alla legge Covid-19, in votazione il 13 giugno prossimo, resta alto e non dovrebbe diminuire, diversamente da quello alla legge sul CO2 e alle due iniziative agrarie concernenti l’acqua, il cibo e i pesticidi, temi in perdita di consensi. Consiglio federale e parlamento, ricordano che la legge Covid-19 garantisce un sostegno finanziario a centinaia di migliaia di persone e imprese, messe in difficoltà dalla pandemia. Essa è indispensabile per far fronte alla più grave crisi dalla Seconda Guerra mondiale. Ciononostante, lo scorso gennaio, l’associazione «Amici della Costituzione» ha inoltrato il referendum, sostenuto da quasi 90’000 firme. Per i contrari, la legge Covid-19, già in vigore, non è necessaria ed è stata messa a punto «alle spalle del cittadino». La democrazia diretta e il federalismo sono «stati calpestati». I cittadini saranno dunque chiamati a pronunciarsi.
La legge Covid-19 regola prima di tutto gli aiuti finanziari per le persone e le aziende in difficoltà. Sulla base di questo testo, per il 2020 e 2021 sono stati sbloccati 38 miliardi di franchi. A causa del lockdown, ne beneficiano, oltre ai ristoranti, commercianti e indipendenti, teatri, sale cinematografiche, centri fitness e agenzie di viaggio. La legge garantisce anche l’approvvigionamento del paese in medicinali, apparecchi respiratori, equipaggiamenti di protezione e altri beni sanitari importanti. Pone pure le basi legali affinché la Confederazione si faccia carico dei test e del certificato vaccinale.
Il Consiglio federale ha ripetutamente sottolineato che le misure restrittive come la chiusura di scuole, ristoranti, negozi, oppure l’obbligo del telelavoro non hanno nulla a che vedere con la legge Covid-19. Quest’ultima, non riguarda nemmeno la vaccinazione. La base legale per tutti questi provvedimenti sanitari è infatti la legge sulle epidemie, entrata in vigore nel 2016.
Quando la pandemia si è manifestata nei primi mesi del 2020, la Svizzera non disponeva di basi legali per sostenere finanziariamente le persone e le imprese duramente colpite dalle misure di lotta contro la diffusione del coronavirus. Il Consiglio federale si è così visto costretto a varare misure urgenti. Per farlo, si è basato direttamente sulla Costituzione che, in presenza di un pericolo incombente, lo autorizza a prendere misure in virtù del diritto di necessità, oggetto di una legge urgente, la cui validità è limitata a sei mesi.
La legge Covid-19 è stata adottata dal parlamento nel settembre del 2020 e l’ha dichiarata urgente affinché entrasse subito in vigore. Le Camere si sono dimostrate più generose del governo. È stato riconosciuto un aiuto alle imprese in grande difficoltà. Si è deciso di prendere in considerazione i casi di rigore quando il fatturato annuo è inferiore al 60% di quello medio pluriennale.
L’accesso alla disoccupazione parziale è stato agevolato per le imprese ed esteso ai lavoratori su chiamata. Le indennità per perdita di guadagno (IPG) sono state riconosciute agli indipendenti, alle persone con statuto di datore di lavoro e a quelle che hanno dovuto ridurre le loro attività a causa delle misure di lotta contro la pandemia. Inoltre, le leghe professionali di calcio e di hockey hanno ottenuto prestiti senza interessi. Per la cultura sono stati stanziati 100 milioni. Sono pure state decise sovvenzioni in favore dei media (distribuzione regolare dei quotidiani e settimanali), ciò che è stato criticato dai fautori del referendum.
A causa del perdurare della pandemia, ci si è ben presto resi conto della necessità di estendere la cerchia dei beneficiari dell’aiuto federale. La legge Covid-19 ha così subito varie revisioni a breve distanza, tornando in parlamento già nel dicembre del 2020. I deputati hanno deciso di estendere maggiormente il sostegno ai casi di rigore. Per accedere alle IPG, gli indipendenti devono indicare una perdita meno importante del loro fatturato. In caso di disoccupazione parziale, i bassi salari sono indennizzati al 100%.
Le Camere hanno poi ancora rimpolpato gli aiuti durante la sessione di marzo 2021, aumentando la durata delle indennità giornaliere in caso di disoccupazione parziale. Maggiore generosità anche per le condizioni di accesso alle IPG (basta giustificare una perdita del 30% della cifra d’affari), mentre i club sportivi possono ottenere più facilmente contributi a fondo perso. Sul piano sanitario, i parlamentari hanno chiesto al Consiglio federale di mettere l’accento sui test, la tracciabilità dei contatti e la vaccinazione. Sono state gettate anche le basi legali per l’introduzione di un passaporto d’immunità.
Dei 38 miliardi di franchi sbloccati finora, la posizione di gran lunga più importante - con oltre 16 miliardi - è occupata dalle indennità di disoccupazione parziale. Seguono i casi di rigore (8 miliardi) e le IPG (5 miliardi). Altri 4 miliardi sono stati necessari per l’acquisto di materiale sanitario, medicinali, vaccini e per i test diagnostici.
I promotori del referendum, ritenendo la legge non necessaria e pur non dichiarandosi contrari ai risarcimenti finanziari, vogliono impedire che i poteri straordinari ottenuti dal Consiglio federale durante la pandemia vengano legittimati in maniera retroattiva e prolungati fino al termine di quest’anno. Secondo loro, i provvedimenti governativi di lotta alla pandemia hanno «fatto ammalare le persone per paura», privandole della loro libertà. «Si devono invece prendere misure per consentire alla popolazione e all’economia di rivivere», ponendo fine al lockdown. Sottolineano che il chiaro successo del referendum è «un invito inequivocabile alle autorità a procedere con la massima cautela nella campagna di vaccinazione o, addirittura, di sospenderla fino a quando non saranno disponibili dati più affidabili».
Se la legge fosse respinta, la sua validità cesserebbe il 25 settembre 2021, ossia un anno dopo la sua adozione da parte delle Camere. In tal caso non ci sarebbe la base legale per i provvedimenti di sostegno e si dovrà elaborarne una nuova. Anche se certe disposizioni potrebbero essere trasferite in vari testi legislativi non urgenti, ci sarebbe comunque un vuoto giuridico che - ha ammonito il presidente della Confederazione Guy Parmelin - «metterebbe in pericolo numerosi posti di lavoro e l’aiuto d’urgenza».