Quando, venticinque anni fa, l’allora quasi cinquantenne Douglas Tompkins, imprenditore californiano con la passione per gli sport di montagna (foto), vendette l’ultima azienda da lui creata («Esprit», abbigliamento sportivo) dopo aver fondato e venduto un’altra marca di successo («The North face»), comprò per 480 milioni di dollari grandi terreni di boschi incontaminati nella Patagonia cilena, spiegando che lo faceva con l’obiettivo di impedirne la devastazione perché poi li avrebbe regalati allo Stato con l’obbligo di farne dei parchi, non gli credette nessuno.
Gli dissero contro di tutto. Che voleva fondare uno Stato sionista laggiù. Che voleva fare di quei posti bellissimi un cimitero di scorie nucleari. Che comprava per conto degli Stati Uniti, interessati a mettere le mani sul patrimonio biologico delle foreste cilene. Che era un agente privato della multinazionale agro-alimentare Monsanto. Hanno anche aperto delle inchieste contro di lui, ovviamente.
Tompkins ha continuato a comprare foreste, lungo il confine tra Cile e Argentina. Enormi porzioni di terra dove si trovano fiordi, puma e larici. Poi si è trasferito lì con la famiglia. Amici suoi l’hanno seguito. L’idea era di far crescere i loro figli tra i ruscelli invece che a Los Angeles.
Due anni fa Douglas Tompkins si è rovesciato con il kayak in quelle acque gelide ed è morto. Il 18 marzo scorso sua moglie Kris ha consegnato alla presidente cilena Michelle Bachelet 400’000 ettari di terreno. La più grande donazione privata di terreno da parte di un privato allo Stato che si ricordi.
«L’abbiamo sognato a lungo. L’idea era venuta a mio marito venticinque anni fa. Era una idea audace. Ecco compiuta la sua volontà. È il suo lascito», ha detto la vedova in lacrime quando ha consegnato gli atti di proprietà a Michelle Bachelet.
C’è una condizione al regalo: lo Stato, per riceverlo, dovrà mettere in protezione totale altro territorio di uguale estensione e farne un parco. Sommato alla terra già donata e a quella che lo Stato cileno per riceverla dovrà occuparsi di proteggere, fanno 4 milioni e mezzo di ettari.
L’accordo prevede la creazione di cinque nuovi parchi nazionali e la fondazione Tompkins sostiene che le aree naturali genereranno un indotto di 270 milioni di dollari annui in ecoturismo dando lavoro a più di 40 mila persone. Secondo il «National Geographic», l’insieme delle iniziative di Tompkins ha messo in protezione ecologica più terra rispetto a quelle di qualsiasi altro privato fino ad oggi.
«È un grande giorno per il Cile, è nelle nostre mani la possibilità fermare la distruzione del pianeta. Onoreremo la generosità di Tompkins, un visionario che ha perseguito la sua idea affrontando tutte le critiche» ha commentato la presidente cilena. Che può vantare un risultato notevole: sotto il suo governo il Cile ha raddoppiato la superficie di territorio protetto. Il 20% della estensione del paese australe è destinato a parco. L’obiettivo, sensato anche economicamente, è di promuovere un percorso turistico che per 2500 chilometri attraversi i 17 parchi cileni.
Il direttore del Parque Plumalìn, creato con la ex proprietà di Tompkins, è Hernán Mladinic, che dice: «Venticinque anni fa i discorsi di Doug sul cambio climatico suonavano strani. Ora li capiscono tutti. Allora nessuno credeva che qualcuno stesse comprando terre per poi donarle. Per i miliardari cileni il suo esempio è stato dirompente. Nessuno di loro ha mai fatto niente del genere».
Il ritorno di immagine politica per Michelle Bachelet è provvidenziale. Poter promettere un decreto che aumenti le riserve naturali cilene le fa gioco in un momento in cui mezzo Paese è in rivolta contro il sistema previdenziale interamente privato, creato nel 1981, sotto il dittatore Pinochet. Lo mise a punto José Piñera, economista laureato a Harvard e specializzato alla scuola di Chicago. L’ultima domenica di marzo sono scesi in piazza due milioni di persone, 800 mila solo a Santiago, per chiedere che sia abolito. Chiedono la fine del monopolio dei fondi pensioni privati che lasciano le pensioni basse molto sotto il livello del salario minimo.
Il governo argentino pare sia deciso a prendere esempio dal vicino Cile per quanto riguarda i parchi. Il presidente della repubblica, Mauricio Macri, dice di voler fare altrettanto nella Patagonia argentina.
Già al nord est, negli Esteros di Iberà, dove la fondazione che fa capo ai Tompkins ha investito molto, si sta lavorando alla creazione di una riserva naturale. Gli Esteros sono una gigantesca e ricchissima palude, un sistema di acquitrini, stagni, laghi e torbe collegati fra di loro da brevi canali, che costituiscono una vasta zona umida, la seconda più grande zona umida del pianeta dopo il Pantanal brasiliano. Le acque degli Esteros sono di origine pluviale e ricoprono una superficie totale di circa 20’000 chilometri quadrati. Sono una delle più importanti riserve di acqua dolce del Sud America.
La responsabile della fondazione Tompkins a Buenos Aires, Sofia Heinon, ha annunciato di star ricevendo varie donazioni private per comprare altri terreni in Argentina e fare un nuovo parco nazionale. Questo è stato il suo commento: «L’esempio è stato importante. Spinge altri miliardari a decidere di fare qualcosa di bello con i loro soldi».