Il tesoretto di molti pensionati

Terza età - Secondo uno studio, la sostanza media a 65 anni sarebbe di 400’000 franchi, per i coniugi perfino di 660’000 franchi. Molto deriva però da eredità o donazioni
/ 07.02.2022
di Ignazio Bonoli

Lo studio realizzato da due ricercatori della Scuola universitaria professionale del Nord-Est della Svizzera, i cui risultati sono stati pubblicati dalla «NZZ am Sonntag» il 19 dicembre scorso, hanno destato una certa sorpresa e anche qualche reazione. Secondo l’indagine, infatti, ogni persona che vive sola in Svizzera, all’età di 65 anni, dispone in media di una sostanza di 400’000 franchi. Per le coppie sposate questo capitale potrebbe salire, in media, a 660’000 franchi.

Queste cifre derivano dalle tassazioni nei cantoni di Argovia, Berna, Ginevra, Lucerna, San Gallo e Vallese. Dai dati emersi risulta inoltre che questa sostanza disponibile continua a crescere negli anni. Ciò è dovuto al fatto che durante il periodo lavorativo si tende a risparmiare proprio per costituire un capitale di cui disporre durante la vecchiaia. L’indagine non nega però che in molti casi di pensionamento questo capitale non c’è.

Queste cifre possono tuttavia creare un netto contrasto, proprio con le discussioni in Parlamento sulla riforma dell’AVS e gli sforzi per combattere un eventuale «impoverimento» dei pensionati. Questo potrebbe anche essere l’effetto degli incentivi, non solo finanziari, per costituire il cosiddetto «terzo pilastro», il cui scopo è quello di garantire al pensionato un tenore di vita simile a quello del periodo lavorativo.

Le assicurazioni di base spendono già molto: l’AVS versa 46 miliardi di franchi ai circa 2 milioni di pensionati. A questi si aggiungono 54 miliardi di franchi della previdenza professionale. Cifre che, però, non sempre bastano per realizzare lo scopo di avere almeno il 60% delle disponibilità finanziarie precedenti. Da qui appunto la necessità di disporre di un complemento, che può assumere diverse forme, dall’abitazione in proprio al risparmio bancario investito.

A livello globale, le cifre assumono proporzioni impressionanti. Secondo lo studio citato, staremmo anche assistendo a un fenomeno insolito: la disponibilità finanziaria, dopo il pensionamento, aumenta. Il gruppo d’età dei novantenni potrebbe raggiungere la cifra di quasi 600’000 franchi, che oltre i 90 anni salirebbe perfino a un milione. Cifre che potrebbero perfino essere superiori, se si considera che i valori fiscali degli immobili si situano di regola fra il 60 e l’80% del valore commerciale.

Anche il ricercatore losannese Marius Brülhart conferma, nelle sue ricerche sull’evoluzione del benessere, che una gran parte dei pensionati dispone di redditi che permettono ancora di risparmiare e aggiunge, un po’ cinicamente, che le persone meno benestanti muoiono generalmente prima, il che – statisticamente – diminuisce il numero di beneficiari e aumenta la ricchezza distribuita.

Effettivamente, i pensionati svizzeri hanno ammassato negli anni capitali ingenti. Lo si può dedurre anche dall’ammontare delle eredità e delle donazioni. Ma già gli eredi, in media, hanno raggiunto l’età di 63 anni. Secondo i calcoli del professore losannese, il volume delle proprietà trasferite in questo settore raggiunge una media di 90 miliardi di franchi. In soli quindici anni questa cifra è raddoppiata. Si può perciò considerare che la metà dei patrimoni in Svizzera è frutto di eredità o donazioni.

E questa è una delle critiche che possono essere mosse nei confronti dello studio in questione perché non tiene conto della provenienza dei mezzi a disposizione. In secondo luogo si deve anche tener conto del calcolo delle medie. E qui risorge il trilussiano dilemma del pollo da dividere. È tuttavia evidente che il divario tra i più fortunati e quelli che devono accontentarsi della pensione, in questo caso, è di molto superiore alla media generale. Sono, infatti, molto pochi coloro che superano i 90 anni e, quindi, statisticamente, possono condividere un patrimonio molto elevato.

Della sorte dei meno fortunati si è occupato uno degli autori dello studio, constatando statisticamente che, per esempio, fra le persone sole, una su cinque non dispone di nessun capitale. Per contro solo il quinto più ricco dispone di un patrimonio di un milione. Tra le coppie, il 20% dispone invece di 1,6 milioni in media, mentre il secondo 20% dispone pur sempre di un patrimonio di 700’000 franchi.

In ogni caso un «terzo pilastro» appare sempre più necessario. In caso di bisogno, i costi ospedalieri e anche quelli di un eventuale ricovero in casa per anziani sono enormi. Bisogna pure tener conto del fatto che oggi i rendimenti degli investimenti finanziari sicuri sono quasi nulli, che la gestione del patrimonio costa sempre di più, che le imposte e perfino la retta della casa per anziani aumentano in proporzione al capitale posseduto. Non a caso Avenir Suisse suggerisce l’idea di una assicurazione generale delle spese di cura per anziani, soprattutto considerando che nel 2040, gli ottantenni e più in Svizzera saranno circa 900’000. I 3 miliardi oggi stanziati per gli aiuti complementari all’AVS potrebbero non più bastare.