Thomas Pentsy è analista di mercato presso la Banca Migros


Il pugno duro di Pechino

La consulenza della Banca Migros
/ 16.08.2021
di Thomas Pentsy

Dopo le Big Tech, il governo cinese sta ora intervenendo duramente anche nei confronti del settore dell’istruzione privata. Le nuove direttive di Pechino proibiscono agli istituti di apprendimento, tra l’altro, di produrre rendimenti per gli investitori, raccogliere capitali o quotarsi in borsa. Attualmente le nuove istituzioni private che offrono tutoring non possono registrarsi, mentre le piattaforme educative online esistenti devono richiedere una nuova autorizzazione alle autorità di vigilanza. Con queste misure il governo mira a ridurre il carico costante che grava sugli studenti e rendere l’educazione dei bambini e la formazione più accessibili, con l’intento di contrastare il calo del tasso di natalità.

Si stima che il mercato cinese del tutoring e dell’istruzione online sia di oltre 100 miliardi di dollari. Negli ultimi anni, le imprese dedite alla formazione, in particolare quelle quotate in borsa, hanno beneficiato notevolmente degli investimenti esteri. Tuttavia, le riforme dimostrano l’intenzione della Cina di voler limitare gli investimenti esteri. Insieme alle misure adottate per i gruppi tecnologici, queste evidenziano l’intenzione di Pechino di riconquistare il controllo dell’economia e ristrutturarla. I giganti tecnologici come Alibaba e Tencent sono stati multati per pratiche monopolistiche o sono stati costretti a rinunciare ai loro diritti esclusivi in determinati settori.

Questi esempi dimostrano agli investitori stranieri quanto i loro investimenti siano esposti alle autorità di vigilanza cinesi. Nelle borse di Shanghai e di Hong Kong i titoli tecnologici e quelli legati all’istruzione sono crollati talvolta in modo significativo. Nel complesso le due piazze borsistiche hanno registrato un andamento deludente nell’anno in corso. Le incertezze normative rappresentano infatti un importante fattore di rischio per le esposizioni azionarie in Cina. Tali rischi specifici legati al Paese e al titolo possono tuttavia essere ridotti investendo in un fondo azionario ampiamente diversificato.