Il pragmatismo di Ueli Maurer

Imposizione fiscale delle imprese - Il Ministro delle finanze accoglie a sorpresa la richiesta della sinistra di compensare gli sgravi previsti per le aziende aumentando l’importo degli assegni famigliari per i lavoratori dipendenti
/ 08.05.2017
di Ignazio Bonoli

Il capo del Dipartimento federale delle finanze Ueli Maurer, in un incontro a Berna con il Commissario europeo per gli affari economici e monetari Pierre Moscovici, ha confermato l’intenzione del Consiglio federale di varare una nuova riforma della fiscalità delle imprese, dopo quella respinta in votazione popolare lo scorso mese di febbraio. Il governo vuole rispettare il termine del 2019, concedendo un anno in più ai cantoni per adeguarsi alla nuova legge.

Moscovici ha mostrato molta comprensione da parte dell’Unione Europea e ha posto l’accento sull’importanza delle misure svizzere nella lotta contro l’evasione fiscale, confermando che in quest’ambito la Svizzera è sulla buona strada. Con questi provvedimenti – ha aggiunto – la Svizzera non figurerà più sulle liste nere dei paesi non collaboratori in base agli standard fissati nell’ambito dell’OCSE. 

Sul piano interno elvetico però le cose appaiono un po’ più complicate di quanto a Bruxelles si possa immaginare. Intanto non è così sicuro che il nuovo progetto possa incontrare l’approvazione dei maggiori interessati, e cioè dei cantoni. Questi ultimi avevano già aderito con fatica al progetto dell’allora ministra delle finanze Widmer-Schlumpf e dietro la promessa di concedere ai cantoni – globalmente – un indennizzo di circa un miliardo di franchi da parte della Confederazione.

È questo uno dei motivi al quale si sono riferiti i promotori del referendum, che ha poi ottenuto una ristretta maggioranza in sede di votazione popolare. Il partito socialista, a distanza di pochi giorni dal verdetto, aveva già pronto un progetto alternativo, che ora pone in discussione. Il PS si oppone alla deduzione degli interessi calcolatori sul capitale proprio, alla deducibilità delle spese di ricerca in misura del 100% o perfino del 150%, ai privilegi per la proprietà intellettuale, in pratica i brevetti. Anche i dividendi da partecipazioni importanti andrebbero tassati almeno all’80% e la compensazione ai cantoni per le possibili perdite fiscali non dovrebbe raggiungere il miliardo di franchi.

Intanto anche una dozzina di direttori cantonali delle finanze si sono chinati sulla problematica, in unione con rappresentanti delle città e dei comuni. Da questi colloqui sono scaturiti undici punti, nei quali è stato trovato un accordo di massima. Anche in questo caso vi sono prese di posizione ovvie o poco concrete, ma perlomeno si è deciso che il nuovo progetto dovrà essere orientato agli strumenti di politica fiscale già noti e sperimentati. In altri termini non si vogliono novità di rilievo e non è necessario cambiare completamente il precedente progetto.

Sennonché il PS ha posto altre condizioni tra le quali spiccano un aumento dell’imposta sui dividendi e la soppressione dell’esenzione fiscale già in vigore per la restituzione di capitali agli azionisti. Il partito socialista chiede inoltre, quali misure accompagnatorie, un aumento degli assegni familiari e un aumento dei sussidi federali per la riduzione dei premi di cassa malati. Chiede inoltre di versare una compensazione soltanto a quei cantoni che superano un determinato limite nella tassazione cantonale dei dividendi.

Ueli Maurer ha sorpreso il pubblico presente a una conferenza a Zurigo, dicendo che la nuova riforma della fiscalità delle imprese potrebbe essere accompagnata da un aumento delle indennità per figli. Affermazione che ha subito suscitato irritazione negli ambienti politici non di sinistra, che hanno sempre voluto separare i due temi. Tanto più quando si tenta di trovare un accordo distribuendo soldi a innaffiatoio. Il minimo previsto dalla Confederazione per questi assegni è oggi di 200 franchi per figli e 250 franchi per figli in formazione. Già la metà dei cantoni supera però questi minimi.

I cantoni di Ginevra e Basilea-Città avevano ventilato questa possibilità nella legge d’applicazione della riforma caduta, mentre Vaud l’ha utilizzata con successo per un progetto fiscale cantonale. Non è però detto che in Parlamento questa strategia possa trovare una maggioranza. Finora i rappresentanti dei cantoni e delle città si sono espressi su alcune proposte che potrebbero essere accettate. In particolare la deduzione di interessi calcolatori sul capitale proprio; i privilegi fiscali per i brevetti, la deduzione di spese per ricerca e sviluppo per un massimo del 120% (invece del 150%); un massimo dell’80% di tutte le deduzioni previste; un massimo del 30% di deduzione sulle partecipazioni importanti (oggi 30% per la Confederazione, 50% per i cantoni). Per i partiti di centro-destra e le organizzazioni economiche questo pacchetto potrebbe creare qualche scontento, ma globalmente potrebbe essere accettato. Per la sinistra però la sola compensazione mediante gli assegni per i figli non sarebbe sufficiente. Come dire che l’auspicato consenso è ancora lontano.