Il neo premier non fa sognare

In Gran Bretagna il milionario Rishi Sunak ha il difficile compitodi raccogliere i cocci della dissennata gestione di Liz Truss
/ 31.10.2022
di Cristina Marconi

Quello di Rishi Sunak è la cosa più vicina a un Governo tecnico che il Regno Unito possa permettersi. D’altra parte il Paese è in una «crisi economica profonda» e, finiti i fasti degli irresponsabili (Boris Johnson) e dei creativi (Liz Truss), il Partito conservatore, nel tentativo di farsi perdonare dall’elettorato le turbolenze degli ultimi tempi, ha richiamato l’ex cancelliere dello Scacchiere, ragionevole e fiscalmente rigorista, che con il sostegno di 195 deputati ha preso il posto conquistato da Johnson nel dicembre del 2019, con circa 14 milioni di voti, e brevemente occupato da Truss, che aveva raccolto circa 140mila preferenze tra i tesserati. Nel Regno Unito cambiare un premier in corsa è una cosa che si fa, ma dall’estate scorsa il ritmo è stato vertiginoso e ora tocca a Sunak raccogliere i cocci della dissennata gestione di Truss, che in sole sette settimane è riuscita a far precipitare il Paese nel baratro. Non male, considerando che le sue prime due settimane la premier le aveva trascorse nel vuoto d’aria politico dovuto al lutto per la morte di Elisabetta II.

La prima mossa di Sunak è stata quella di prendere tempo: la manovra d’autunno con le misure per risanare l’ammanco da 35 miliardi di sterline verrà presentata il 17 novembre, più tardi del solito. Come tecnico Sunak ha una sua credibilità e infatti i mercati hanno subito salutato con favore il suo arrivo. Ma la sua è tutt’altro che una figura politicamente neutra: se da una parte è il primo non bianco ad accedere a Downing Street – indiano di origine, di religione induista, praticante, astemio – dall’altra è anche il premier più giovane della storia recente e di gran lunga il più ricco, soprattutto grazie al matrimonio con la figlia del miliardario indiano Narayana Murty, co-fondatore di Infosys, società del valore di circa 8 miliardi di dollari. Akshata Murty ha un patrimonio personale superiore a quello di re Carlo d’Inghilterra, a questo si sommano i guadagni risalenti ai tempi in cui Sunak lavorava a Goldman Sachs. In tutto la loro fortuna ammonterebbe a circa 730 milioni di sterline, unita a una certa «disinvoltura»... Nella primavera scorsa infatti, quando l’ex cancelliere appariva sempre più impeccabile tanto da essere la vera spina nel fianco di Johnson, è emerso che sua moglie usufruiva di un controverso statuto fiscale per i non domiciliati grazie al quale non è necessario pagare le tasse sulle entrate maturate all’estero. Nulla di tecnicamente illegale, ma certo una scelta moralmente discutibile per la moglie del capo del Treasury, che in questo modo ha potuto evadere fino a 2 milioni di sterline all’anno. La vicenda sembrava aver stroncato le prospettive politiche di Sunak, ma questi sono tempi incredibili, in cui tutto può succedere.

È quindi successo che il «bravo ragazzo indiano», con la felpa di cashmere e la tazza autoriscaldante da 200 sterline, sia salito alla guida del Paese dopo che la collega Truss ha fatto una parodia di Margaret Thatcher talmente poco riuscita che ha causato il crollo istantaneo della sterlina. Una soluzione rassicurante per tutti: per i mercati, che conoscono le ricette sue e del suo cancelliere, il navigatissimo Jeremy Hunt, e per i suoi avversari politici, da un Johnson convinto di poter riaccendere l’incantesimo sull’elettorato al voto del 2024 fino a Keir Starmer, leader laburista imbaldanzito dalle vicende dei Tories e dalla consapevolezza che un problema strutturale enorme come quello di Sunak – la ricchezza mirabolante in un momento di crisi nera – aumenti le possibilità che sia lui a entrare a Downing Street.

Non che la storia di Sunak non manchi di quella componente «aspirational» che in altri contesti potrebbe far sognare: è figlio di un medico di base e di una farmacista che, con lavoro e impegno, sono riusciti a farlo studiare al Winchester College, una delle scuole più prestigiose del Paese. La moglie è figlia di due genitori di origini modeste ma determinati a farsi strada nel boom tecnologico che ha fatto tante fortune in India. Lui è stato nominato premier nel giorno di Diwali, la festa delle luci, che simboleggia la vittoria del bene sul male. L’immagine di Sunak che dispone delle candele sulla soglia di Downing Street è toccante, simboleggia un Paese multiculturale, con un passato imperiale di cui fatica a liberarsi. Solo che la storia del milionario Sunak e dei suoi equilibri fiscali discutibili non scalda i cuori, oltre al fatto che potrebbe finire in modo drammatico quel lato compassionevole grazie al quale i britannici di solito perdonano le élite che li governano.

Il nuovo Governo rende onore alle mille correnti di questi Tories frastagliati, le cui spaccature hanno tenuto ostaggio il Paese da anni (vedi la Brexit, di cui Sunak è stato un sostenitore della prima ora, seppur non dei più appassionati). La scelta più controversa è stata quella di tenere Suella Braverman come ministra degli Interni, malgrado si fosse dimessa dal Governo Truss per aver spedito dei documenti riservati dal suo account di posta elettronica. Braverman, avvocata di origine indiana singolarmente avversa all’immigrazione, si è difesa riconoscendo il suo errore, ma l’attuale confusione politica non significa che l’incidente venga dimenticato e che sulla vicenda non venga aperta un’inchiesta.

Starmer, più fiducioso che mai, è pronto a dare battaglia e sulla ricchezza di Sunak è già partito all’attacco nel corso del primo question time (il tempo destinato alle risposte del Governo alle interrogazioni dei deputati) in cui Sunak è apparso metodico ed eloquente, più che nella prima disastrosa conferenza stampa in cui ha pronunciato con tono gelido il testo che scorreva sul gobbo prima di andare via senza un sorriso. Ora quello che tutti si chiedono è come farà il nuovo primo ministro a far passare misure di lacrime e sangue quando la sua vita è così favolosamente lontana da quella della gente comune?