Lo scorso mese d’aprile, il Tribunale federale ha annullato la votazione popolare del 28 febbraio 2016 in cui era stata respinta l’iniziativa del PPD «per il matrimonio e la famiglia. No agli svantaggi per le coppie sposate». Il motivo che aveva indotto il PPD a chiedere, dapprima ai Cantoni (dichiaratisi non competenti) e poi al Tribunale federale, l’annullamento della votazione era dato da una errata informazione contenuta nel libretto ufficiale della votazione. Si parlava, infatti, di 80’000 coppie, invece delle circa 450’000 con doppio reddito. La penalizzazione delle coppie sposate è data appunto dalla somma dei due redditi, che fa aumentare l’aliquota d’imposta.
Il grossolano errore, considerata violata la libertà di voto, e l’esito molto risicato del voto popolare (49,2% di favorevoli contro 50,8% di contrari) avevano indotto quattro giudici su cinque di Losanna a decidere l’annullamento della votazione. Anche 15 Cantoni erano favorevoli (Ticino 54,7% favorevoli), mentre AR, BS, BL, BE, GR (49,4% favorevoli), ZH, VD, GE erano contrari.
L’iniziativa dovrà ora essere rivotata, ma nel frattempo sono sorte parecchie altre questioni: prima di tutto, quale tipo di matrimonio vada preso in considerazione. In seguito si è pure considerato che le coppie sposate sono sfavorite non soltanto di fronte al fisco, ma anche nei confronti di certe forme di assicurazioni sociali. L’iniziativa accennava del resto a queste situazioni, che però non erano state approfondite. Le Camere dovranno quindi tornare ad occuparsene, anche a seguito di un’iniziativa del canton Argovia che ripropone la tematica globale.
Nel campo del diritto delle assicurazioni sociali, ricordiamo qui brevemente gli svantaggi per le coppie sposate.
Per l’AVS vige un plafonamento per le rendite delle coppie sposate che riduce a una volta e mezzo la rendita delle coppie non sposate: 1778 franchi a testa, invece di 2370 franchi. In caso di separazione, i due redditi vengono sommati e divisi per 2 e costituiscono la base per il calcolo della rendita AVS. Per i redditi bassi c’è il rischio di dover ricorrere alle prestazioni complementari.
Anche i bonifici per l’educazione dei figli vengono divisi a metà, mentre per i non sposati si può decidere a favore di chi ha l’onere maggiore. Altri problemi sorgono in caso di matrimonio dopo il decesso del congiunto. Già le rendite di vedovanza sono migliori per le vedove che per i vedovi. In caso di susseguente concubinato o di nuovo matrimonio, la rendita si estingue, anche se il nuovo coniuge non contribuisce al mantenimento della coppia.
Per le prestazioni complementari all’AVS, per i coniugi il diritto cessa oltre un reddito di 2431 franchi mensili, per i concubini a partire da 3420 franchi. Inoltre, per stabilire la necessità del complemento per i coniugi vengono sommati redditi e sostanze dei due. Non però nel caso di concubinato. Sono solo alcuni esempi, semplificati, della cosiddetta penalizzazione del matrimonio anche nelle prestazioni sociali.
Ora si tratta di decidere se rifare la votazione sullo stesso testo dell’iniziativa, oppure affrontare tutta la problematica con una nuova legge. I giuristi della Confederazione optano per la ripetizione della votazione, dopo le elezioni di ottobre, nella primavera del 2020. A livello di Parlamento sembra però farsi strada l’idea che le Camere debbano occuparsi nuovamente del tema, considerando i suoi vari aspetti. Questo anche perché il Parlamento ha dibattuto pure su cifre inesatte. Secondo le più recenti statistiche si tratterebbe di 1,6 milioni di coppie sposate, di cui 700’000 verrebbero toccate dal problema fiscale.
Presso il Consiglio degli Stati giace già una nuova proposta sul tema, che il Consiglio federale potrebbe usare come controprogetto all’iniziativa e, quindi, evitare la votazione se le Camere lo accettano e non viene lanciato un referendum. Molti temono però che l’iniziativa escluda i matrimoni fra omosessuali e vorrebbero evitare una nuova forte contrapposizione.
Se però si dovesse decidere di ripetere tutta la procedura, compresa la consultazione preliminare, la faccenda potrebbe prolungarsi ancora per anni. Infatti, nonostante molti tentativi, negli ultimi trent’anni, la Confederazione non è riuscita a trovare una soluzione, come hanno fatto invece alcuni Cantoni. Nel frattempo, in attesa delle motivazioni scritte della sentenza, il Consiglio federale si occuperà della tematica e a Berna si prevede che entro l’estate prenderà una decisione.