«Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei». Nel caso di Donald J. Trump il vecchio adagio può essere adattato in: «Dimmi cosa scrivi e ti dirò chi sei». Non tutti lo sanno, ma quest’uomo d’affari, che dal 20 gennaio 2017 sarà il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti, è uno scrittore prolifico, e i suoi saggi sembrano veramente riflettere la sua personalità di businessman di grande successo.
Anche Hillary Rodham Clinton ha scritto diversi libri, ma di genere completamente diverso. L’ex first lady e ex segretario di Stato ha pubblicato, fra gli altri, un paio di autobiografie (che erano nei fatti un’esposizione programmatica delle sue idee): Scelte difficili (2014) e La mia vita, la mia storia (2004); e un paio di libri dalle molte riedizioni e mai tradotti, It Takes a Village e Dear Socks, Dear Buddy.
I libri di Donald Trump sono principalmente saggi a metà strada tra quello che gli americani chiamano «Business&Economics», ovvero studi sugli affari, il lavoro, il commercio, l’economia, le scienze economiche, e la fortunata categoria dei «self-help» (manuali di auto-aiuto). Da vari decenni, questo genere editoriale ha molta fortuna, sia negli Stati Uniti, sia in Europa e include manuali di ogni genere, dall’arte della meditazione alla spiegazione su come riconoscere ed evitare i narcisisti.
I libri di Donald Trump, dalla prima autobiografia del 1987 (L’arte di fare affari, Sperling&Kupfer, 1989), spiegano come fare i soldi, come avere successo e come mandare «tutti al diavolo». Il loro successo è straordinario, sono tradotti in italiano, tedesco, spagnolo e polacco. I più recenti sono «Trump 101. La via del successo» (edizioni Gribaudi, 2016), «Pensa in grande e manda tutti al diavolo» (Rizzoli, 2012) e Perché vogliamo che tu sia ricco (Gribaudi, 2007).
Naturalmente, questi libri sono tradotti dall’inglese, e sono tradotti con un certo tatto, perché il titolo originale di Pensa in grande e manda tutti al diavolo è piuttosto crudo: Think BIG and Kick Ass in Business and Life (2007). Ovvero: «Pensa in grande e tira calci in culo negli affari come nella vita».
Altri testi del miliardario, come The Art of the Deal (2009) rientrano in pieno nella psicologia del personaggio. Questa psicologia è enunciata dallo stesso Trump in una citazione contenuta nel libro: «Mi piace pensare in grande. L’ho sempre fatto»e «gli affari, preferibilmente grandi, sono la mia unica forma d’arte».
Anche gli altri libri di Trump, a partire dai titoli, rientrano in questo tipo di filosofia: Think Like a Champion (pensa come un campione); Trump: Think Like a Billionaire (Trump: pensa come un miliardario), Never Give Up (Non arrenderti mai); Trump: The Way to the Top (Trump: La via per la cima); Trump: The Art of Survival (Trump: l’arte della sopravvivenza), ecc.
Quest’anno, con la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti, c’è stata la svolta editoriale, e il miliardario ha scritto a sua volta un’autobiografia programmatica: Great Again: How to Fix Our Crippled America (Di nuovo grandi: come riparare la nostra America azzoppata). Per questo intervento riparatore la filosofia di Trump resta quella ampiamente esposta nei sui libri: pensare in grande, non arrendersi mai, tirare calci. Perché, sostiene, l’America ha bisogno di ricominciare a vincere.