Di buon senso, preparata e col piglio glaciale

Potentissime - Il ritratto di Riikka Purra, leader dei Veri finlandesi, partito di destra che alle ultime elezioni è arrivato secondo
/ 10.04.2023
di Cristina Marconi

C’è una nuova sovranista inflessibile nel panorama della destra europea, in Finlandia, Paese che settimana scorsa è diventato il 31esimo membro della NATO. Si tratta di Riikka Purra (nella foto), la leader del Partito dei finlandesi (conosciuto anche come Veri finlandesi) che alle ultime elezioni è arrivato secondo con il 20,1% dei voti, a un soffio dai conservatori, al 20,7%, e davanti a quello della premier uscente, la socialdemocratica Sanna Marin, venerata all’estero ma, nonostante l’ottima performance su Covid e Ucraina, meno apprezzata in un Paese in cui a contare sono soprattutto le questioni politiche più pratiche, come l’aumento del debito al 73% del PIL rispetto all’obiettivo del 60%. È stato questo il tema centrale di una campagna elettorale che ha visto la 45enne Purra riconquistare il terreno che il partito dei Veri finlandesi sembrava aver leggermente perso negli ultimi anni. Anche secondo i parametri di una Nazione di personalità politiche poco espansive – la stessa Marin, danze a parte, è molto austera e razionale nel suo approccio – Purra appare chiusa, difficile da capire, algida e non carismatica. Però ha studiato e nei dibattiti è efficace, nonostante la durezza delle sue posizioni (o forse proprio grazie al fatto di essere poco incline alle sfumature). Nella Finlandia rurale e tra le fasce più umili va fortissimo.

A differenza di tanti colleghi e colleghe europei, a partire da Marine Le Pen e Giorgia Meloni, sembra fare del sovranismo più una questione di razionalità che di valori. Parla alla testa degli elettori, non ai loro cuori, non ha una retorica incendiaria né fa leva sulla nostalgia. E soprattutto sta bene attenta a evitare di circondarsi dell’aura messianica dei suoi predecessori, come Timo Soini (cofondatore ed ex leader dei Veri finlandesi), e di mantenere il più possibile il piglio pragmatico e «secchione» con cui ha condotto finora la sua scalata. Leader di una formazione politica figlia anche della grande crisi dell’euro del decennio passato, e della lotta tra Paesi rigoristi del nord e Paesi lassisti e indebitati del sud Europa, al giornalista di «la Repubblica» che le chiedeva se si sentisse vicina a Giorgia Meloni, Riikka Purra ha risposto: «Non è sufficiente essere donne di destra». Niente prospettive di alleanza o di sorellanza sovranista, almeno per il momento, in una Bruxelles vista innanzi tutto come terra nemica.

Anti-europeista convinta (ma come tutti ben attenta a mantenere la retorica senza correre il rischio di scontrarsi con la realtà, in stile Brexit), con 46 deputati, ossia 7 in più rispetto alla legislatura precedente, Purra potrebbe finire parte di un Governo di coalizione, dove i Veri finlandesi sono già stati dal 2015 al 2017. Però tutti gli altri partiti, a parte i conservatori, si sono detti contrari a governare con i Veri finlandesi, e Marin li ha definiti «razzisti». Il programma di Purra è incentrato sul taglio dell’immigrazione non europea e sulla lotta alla criminalità. Con il suo piglio glaciale, la leader di ultradestra ha raccontato di come fosse difficile per una giovane donna negli anni Novanta convivere con gli immigrati di Tampere, che la seguivano, le facevano commenti per strada e la molestavano. Una storia che l’ha segnata e da cui avrebbe tratto la conclusione dell’impossibilità di ogni integrazione. Da qui il suo avvicinamento alla politica, avvenuto quando era già vicina ai 40 anni. È deputata dal 2019. Il prestigioso «Helsingin Sanomat» ha pubblicato un profilo intitolato, con un gioco di parole sul suo cognome, Trapano preciso, ripercorrendo le sue posizioni: per lei il calo demografico è qualcosa che non va contrastato con l’immigrazione, ma prendendo atto del fenomeno e tagliando la spesa.

Il suo oltranzismo si manifesta anche altrove e in particolare nell’impegno ambientale. Purra ha iniziato la sua carriera politica militando tra i Verdi e il suo programma è rigoroso sulle misure di lotta al cambiamento climatico e sulle politiche energetiche. Il suo profilo Instagram sembra quello di una foodblogger vegana. Purra, infatti, non fa altro che postare insalate e dolci dalle invitanti armonie cromatiche e bibitoni verdi fatti in casa. Lei appare sempre sola, al massimo c’è il cane, le foto dei suoi due figli, avuti dopo una serie di aborti spontanei, sono rare e discrete. Non usa la retorica della mamma – lei la sua l’ha persa a 12 anni per un attacco di cuore conseguente all’alcolismo – ma quella della donna di buon senso e vedute non troppo ampie. Quando uscirono i video di Sanna Marin che ballava scatenata a una festa, Purra fu la prima a chiedere che le venisse fatto un test tossicologico. I compagni di partito e gli amici si dicono preoccupati del fatto che rida poco, non si rilassi mai, che sia troppo presa e travolta dal lavoro. Tutte strategie di comunicazione che però sembrano funzionare molto bene, fin troppo.