Dalle bugie dello zar alle donne-bersaglio

Dove sta Zazàr? raccoglie tante vignette di Lulo Tognola che raccontano l’attualità con grande lucidità e ironia
/ 24.10.2022
di Romina Borla

Il volto di Vladimir Putin con attaccato al naso la canna di un fucile e la scritta: «La mia non è un’invasione». Ci si riferisce all’ostinazione con cui il presidente russo definisce l’aggressione a Kiev «un’operazione militare speciale volta a denazificare l’Ucraina». Come non pensare subito a Pinocchio… In un’altra vignetta – intitolata «Nostalgia» – si vede sempre lui, lo zar, occhi da matto, braccia nascoste dietro la schiena, cappello militare con stella rossa, falce e martello, nonché uniforme sovietica zeppa di medaglie: dell’ordine di Lenin e della Rivoluzione d’ottobre, delle Bandiere rosse, della Guerra nazionale, degli Eroi dell’Unione Sovietica, della Vittoria, ecc. C’è poi l’immagine con la cartina dell’Europa, colorata con i motivi della bandiera americana. Sotto la scritta: «La guerra della Russia contro l’Ucraina ha prodotto cambiamenti storici e inattesi sul quadro strategico europeo, in primis la possibile adesione di Finlandia e Svezia alla Nato».

Ma c’è anche il simbolo del genere femminile, ovvero il cerchio con sotto una croce, trasformato in bersaglio. Rovinato, graffiato, bucato da pallottole. Ridotto a un colabrodo insomma. Si spiega: «Anche nel 2022 i femminicidi continuano a rappresentare un cancro sociale endemico, di cui non riusciamo a liberarci». Giusto per entrare in merito: l’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo, sul suo sito, segnala: «Ogni due settimane una persona muore a causa della violenza domestica; in media 25 l’anno». Manco a dirlo, si tratta nella maggior parte dei casi di donne. Su www.stopfemizid.ch sono elencati i femminicidi commessi ogni anno nel nostro Paese: 14 nel 2022 (più 4 tentati); 26 nel 2021 (11 tentati).

Ma torniamo alle vignette. Quelle che vi abbiamo descritto sono solo alcune delle 130 contenute nel libro Dove sta Zazàr? La satira al tempo della guerra in Ucraina ma non solo (Edizioni San Giorgio). Vignette disegnate da uno dei più conosciuti umoristi del cantone, Lulo Tognola, e arricchite da brevi testi esplicativi di Alessandro Tini, giornalista Rsi. Vi si tratta il tema della guerra, dicevamo, con i suoi aspetti più inquietanti, ricordiamo ad esempio l’immagine di una bombetta (copricapo) – «Questa è una bombetta…» – con accanto la stilizzazione di una bomba col simbolo giallo del nucleare: «Questa no!». E gli aspetti meno considerati: la statuina di un gatto nero che piange una lacrima di sangue e ci interroga «… e noi?». La didascalia: «Il diritto internazionale non prevede reali forme di tutela degli animali nel corso delle ostilità e dei conflitti armati. È tuttavia opportuno riconoscere che le vittime della guerra sono anche gli animali».

Le opere di Tognola non rimandano solo alla crisi ucraina, come detto parlano anche di violenza di genere, adesione della Svizzera all’Ue, caro vita, della regina Elisabetta, del lupo in Val Rovana ecc. Ci colpisce la vignetta in cui si vede un uomo delle caverne che impugna un’immensa clava chiodata e indossa una tunica a stelle e strisce: «Sì alle armi, no all’aborto… Per noi è normale!». Si riferisce alla decisione del 26 giugno scorso della Corte suprema degli Stati Uniti di abolire la storica sentenza Roe v. Wade con cui nel 1973 aveva legalizzato l’aborto. Tutte istantanee che raccontano l’attualità – il 2022 – in maniera lucida, a volte feroce, ma senza urlare. Lasciandoci l’amaro in bocca e la mente che lavora. Il libro è anche la raccolta delle immagini che hanno animato la trasmissione di Teleticino, Radar, dove Tognola e Alfonso Tuor raccontavano il mondo contemporaneo. Il ricavato della vendita del saggio andrà a favore della Catena della solidarietà, in particolare alle azioni di sostegno al popolo ucraino.