Aumento degli ordinativi, prospettive migliorate in termini di utili e fatturato, calo della disoccupazione: la fiducia delle imprese europee non raggiungeva questi livelli da ormai sei anni. La ripresa è in atto non solo in Germania, ma anche nella maggior parte degli altri Stati membri.
La borsa e il valore esterno dell’euro non tengono tuttavia pienamente conto di questo andamento. Il motivo è da ricercare nelle elezioni presidenziali in Francia. In caso di vittoria, la candidata populista di destra Marine Le Pen vuole indire un referendum sulla permanenza della Francia nell’UE. Se dovesse essere eletta presidente, è presumibile una reazione fortemente negativa da parte dei mercati finanziari. Anche l’euro subirebbe probabilmente pesanti pressioni al ribasso.
Secondo i sondaggi, al primo turno delle presidenziali francesi il 23 aprile prossimo, Marine Le Pen può contare sullo stesso numero di voti dell’attuale favorito, Emmanuel Macron. Ma nelle previsioni per il ballottaggio del 7 maggio è decisamente in svantaggio, poiché gli elettori dei candidati uscenti sosterrebbero soprattutto Macron. Persino in caso di vittoria della Le Pen l’uscita della Francia dall’UE è tutt’altro che scontata. L’adesione della Francia all’Unione europea è sancita nella sua Costituzione. Prima del referendum, la Le Pen dovrebbe dunque presumibilmente cambiare la Costituzione, ma per farlo occorre il consenso del Parlamento. Se, contrariamente alle aspettative, l’Assemblea nazionale approvasse la modifica costituzionale, è possibile la bocciatura alle urne.
La probabilità di un’uscita della Francia dall’UE appare dunque piuttosto remota, ma se si verificasse i potenziali danni per l’euro e per l’economia europea sarebbero ancora più pesanti. Per questo motivo, sconsigliamo di acquistare azioni per il momento, nonostante la favorevole situazione congiunturale.