Dal Golf management alla Scienza del surf

Gran Bretagna - Il Governo di Sunak intende imporre un giro di vite sulle «lauree inutili» e riqualificare la forza lavoro esistente
/ 31.07.2023
di Barbara Gallino

Da quando è uscito dalla UE, il Regno Unito ha fame di lavoro qualificato. Prima di Brexit, lo importava sovente dall’estero, ma ora deve fare conto sulle proprie forze e coltivarlo in casa. La ricetta del Governo? Una riforma del sistema educativo, con un giro di vite sulle «lauree inutili». Il premier conservatore Rishi Sunak ha di recente annunciato infatti il piano di mettere il numero chiuso ai corsi universitari ritenuti di scarso valore. Spetterà all’Office for Students (OfS), l’ente regolatore del settore dell’istruzione superiore in Gran Bretagna, il compito di limitare l’accesso ai suddetti corsi, oltre a quello di individuarli sulla base dei seguenti criteri: sbocchi professionali o accademici carenti.

Saranno reputati di scarso valore, infatti, tutti quei percorsi di studi che non conducono a professioni, lavori qualificati o a master, dottorati e specializzazioni entro 15 mesi dal conseguimento del diploma di laurea, come del resto attualmente avviene per tre studenti su dieci. «Il Regno Unito ospita alcune delle migliori università al mondo e studiare può dare immense soddisfazioni, ma sono troppi i giovani adescati da sogni falsi che finiscono con l’iscriversi a corsi di laurea di scarsa qualità a spese dei contribuenti, senza la prospettiva di un lavoro decente al temine degli studi», ha dichiarato il primo ministro britannico.

L’OfS ha già il potere di indagare e sanzionare gli atenei, i cui corsi di laurea non rispettano precisi requisiti minimi di performance. Per non incappare in sanzioni, le università devono assicurare che l’80% degli studenti prosegua gli studi oltre il primo anno, il 75% di loro completi il corso ed il 60% dei diplomati con laurea triennale si iscriva alla specialistica o trovi un impiego adeguato entro 15 mesi. Tuttavia il potere di mettere un tetto alle iscrizioni ai corsi universitari con scarse prospettive di impiego è una novità. Secondo l’Institute for Fiscal Studies, un laureato su cinque verserebbe in condizioni economiche migliori se non fosse andato all’università, pertanto il Governo britannico vuole assicurare che gli atenei offrano lo stesso standard di preparazione minimo previsto per le scuole, oltre ad offrire ai giovani la possibilità di scegliere la strada migliore per loro. Non necessariamente si deve trattare di un diploma di laurea, ma potrebbe anche essere una qualifica tecnica o un apprendistato. Dal 2017 il costo annuale della retta universitaria ammonta a 9250 sterline pro capite (10’270 franchi circa), escluso vitto e alloggio.

Tuttavia è possibile accedere a finanziamenti da parte dello Stato disponibili in forma di prestiti, che però devono essere ripagati a rate con interessi, non appena si abbia un lavoro con stipendio superiore a 27’295 sterline lorde all’anno. In media, gli studenti al termine dell’università hanno un debito di circa 45mila sterline e non sempre trovano un impiego retribuito a sufficienza per ripagarlo. Insorge l’opposizione. «Questo è semplicemente un attacco alle aspirazioni dei giovani e delle loro famiglie da parte di un Governo che vuole rafforzare il soffitto di vetro, anziché romperlo», ha dichiarato Bridget Phillipson, ministro ombra dell’Istruzione. Il timore è che il provvedimento possa penalizzare maggiormente le università e i corsi con un più alto numero di studenti di estrazione sociale inferiore, poiché questi ultimi avendo meno mezzi finanziari o un minore supporto famigliare hanno più probabilità di abbandonare gli studi.

Sono circa 30mila i corsi di laurea fra cui scegliere nel Regno. Alcuni portano a conseguire i cosiddetti «diplomi di laurea Topolino», data la trivialità ed eccentricità degli argomenti di studio: dal Golf management alla Scienza del surf, passando per la Tecnologia dell’arte pasticciera. Tuttavia ci sono anche corsi di laurea considerati più classici e meno stravaganti, che comunque faticano a condurre ad impieghi ben retribuiti. I laureati che guadagnano meno in base ai dati raccolti dal sito di ricerca del lavoro Adzuna lo scorso anno, sono quelli che hanno studiato Moda, Film, Fotografia, Filosofia e Lingua Inglese.

Anche i corsi di Criminologia, Media, Politica e Religione non offrono ottime prospettive economiche, con retribuzioni medie per i neo-laureati in queste discipline, che variano fra le 23mila e le 27mila sterline lorde. Chi ha intrapreso questi corsi, estinguerà con difficoltà i debiti universitari, anche se dovesse ricevere un aumento annuale dello stipendio del 2% per tutta la durata della propria carriera. Al contrario, raccolgono i frutti dei propri studi in busta paga i laureati in Economia e Commercio, Medicina, Fisica, Ingegneria e Geografia, che hanno in media un primo stipendio compreso fra 32 e 36mila sterline. Tuttavia influisce sullo stipendio non solo la materia degli studi, ma anche l’ateneo presso il quale il diploma è stato conseguito. Una laurea ad Oxford, Cambridge o in qualsiasi altra università del Russell Group, ha sicuramente un prestigio maggiore di altre e conseguentemente attrae maggiori guadagni.

Ma per crescere l’economia, secondo Sunak occorre ottimizzare non solo i corsi universitari, ma anche riqualificare la forza lavoro esistente, per stare al passo con i progressi della tecnologia. Per il premier gli apprendistati sono «un’alternativa valida alle università». Da qui la decisione di semplificare notevolmente la procedura per prendere apprendisti. I meccanici dovranno aggiustare auto elettriche e non solo a benzina. Gli installatori di pompe di calore saranno più richiesti dei tecnici del boiler. Ci sarà bisogno di un numero crescente di analisti di dati e la cybersecurity diverrà un requisito essenziale per le imprese di ogni dimensione. Se il Regno Unito non importa questo tipo di competenze, dovrà crearle.