Crepuscolo di un magistrato

Rieletto per un terzo mandato nel settembre scorso, il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber rischia la destituzione, dopo le nuove rivelazioni di questi mesi
/ 18.05.2020
di Marzio Rigonalli

Il procuratore generale della Confederazione è di nuovo al centro dell’attenzione dei media e del mondo politico. Riunita a Berna, la commissione giudiziaria del parlamento, una commissione composta di diciassette membri delle due Camere, ha deciso di convocare Michael Lauber il 20 maggio per dargli la possibilità di esprimersi sulle critiche e sui rimproveri che gli vengono mossi. È il primo atto di una procedura che potrebbe venir interrotta, per esempio già dopo la presa di posizione del procuratore generale, ma che più probabilmente proseguirà e che rischia di essere lunga ed accompagnata da nuovi colpi di scena, nonché di sfociare nel suo atto finale, ossia nella revoca di Lauber. Una revoca che deve essere sigillata da un voto dell’Assemblea federale. L’applicazione di una simile procedura, con la revoca di un mandato così importante come quello che vien affidato al procuratore generale della Confederazione, costituirebbe una prima nella storia delle nostre istituzioni democratiche. È ovvio che la procedura s’interromperebbe subito se, date le condizioni, Michael Lauber decidesse di dimettersi.

Quali sono le critiche che vengono mosse al procuratore generale della Confederazione? Occorre distinguere le critiche formulate già da tempo, da quelle più recenti. Le prime si concentrano sui tre famosi incontri che Lauber ebbe con il presidente della FIFA, Gianni Infantino. I primi due incontri ebbero luogo a Berna ed a Zurigo nel 2016. Non vennero verbalizzati e non figurano nella documentazione dell’inchiesta sulla FIFA. Il terzo incontro si svolse a Berna nel 2017 ed oltre a Lauber ed a Infantino vi parteciparono anche Rinaldo Arnold, procuratore generale del Vallese ed amico d’infanzia d’Infantino, nonché André Marty, responsabile dell’informazione del Ministero pubblico della Confederazione. Anche questo terzo incontro non venne messo a verbale. Per di più, a causa di un’amnesia collettiva folgorante, nessuno dei partecipanti si ricorda di questo incontro.

Le critiche più recenti a Michael Lauber provengono da tre fonti. La prima, la più importante, è il procedimento disciplinare condotto dall’Autorità di vigilanza del Ministero pubblico della Confederazione (AV-MPC) nei confronti del Procuratore generale. L’AV-MPC è un’autorità collegiale indipendente, composta di sette membri eletti dall’Assemblea federale per un mandato di quattro anni. Il presidente dell’AV-MPC è l’ex consigliere di Stato zughese Hanspeter Uster. Pubblicati all’inizio di marzo, i risultati dell’inchiesta hanno evidenziato numerose violazioni di diversi doveri d’ufficio, commesse da Lauber. In particolare, gli è stato rimproverato di aver detto più volte il falso, di aver agito in modo sleale, di aver violato il codice di condotta del Ministero pubblico federale e di aver ostacolato l’inchiesta dell’AV-MPC. Inoltre, gli è stato anche rimproverato di non essersi reso conto della scorrettezza del suo operato e di denotare una concezione fondamentalmente erronea della propria professione. Tutte le violazioni invocate sono state documentate ed hanno indotto l’AV-MPC a sanzionare disciplinarmente Michael Lauber, con una riduzione salariale dell’8% per la durata di un anno, pari a circa 24’000.– franchi. Lauber non ha accettato la decisione dell’AV-MPC e ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo federale. Il ricorso non è stato ancora evaso. La seconda fonte di scontento per l’operato del Procuratore generale sono le e-mail diffuse da alcuni giornali in aprile, secondo le quali ci sono stati contatti tra il Ministero pubblico della Confederazione e gli avvocati della FIFA. La terza ed ultima fonte è costituita dalla prescrizione che ha colpito alla fine di aprile un’importante inchiesta sull’assegnazione alla Germania dei mondiali di calcio del 2006, in particolare su pagamenti avvenuti in Germania prima dell’assegnazione. L’inchiesta è durata parecchi anni ed è sfociata in un nulla di fatto. Il prossimo importante processo che riguarda la FIFA dovrebbe cominciare il 14 settembre. I principali accusati sono l’ex segretario generale della FIFA, Jérôme Valcke, ed il presidente del Paris St.Germain, Nasser Al-Khelaifi. Visto quanto è successo con l’inchiesta tedesca, non è escluso che anche in questo caso le accuse possano cadere in prescrizione.

Di fronte alle vecchie ed alle nuove accuse, il mondo politico non nasconde ormai una certa irritazione. Molti parlamentari non sono più disposti a sostenere Lauber, come hanno fatto in passato, e vorrebbero ch’egli stesso compisse un atto di coraggio, scegliendo di andarsene. Altri vorrebbero prendere rapidamente una decisione politica, senza aspettare la fine di una procedura che s’annuncia lunga, perché ritengono che in gioco ci sono interessi maggiori, ossia la difesa del buon nome e della credibilità del Ministero pubblico della Confederazione. Interessi che sono stati messi a dura prova in questi ultimi anni da un’azione e da una guida tutt’altro che esemplari. Due partiti di governo, il PPD ed il PS si sono già pronunciati a favore della revoca di Lauber e tante altre voci, per ora isolate, sono emerse anche negli altri partiti e vanno tutte nella stessa direzione.

Il sostegno parlamentare di cui Lauber gode ancora oggi sembra dunque essere ridotto a poca cosa. Lui è comunque un guerriero e, almeno per un po’ di tempo, cercherà di invertire la situazione e d’impedire la sua revoca. La decisione presa dalla commissione giudiziaria di invitarlo ad esprimersi sulle critiche che gli vengono mosse appare però sin d’ora come il primo atto di un dramma già scritto, sul cui esito il protagonista difficilmente riuscirà ad incidere.

La carriera di Michael Lauber è iniziata nove anni fa. Il 28 settembre 2011 venne eletto Procuratore generale della Confederazione, per un mandato di quattro anni, con ben 203 preferenze su 206 voti validi. Subentrò a Erwin Beyeler, che l’Assemblea federale non volle rieleggere nel giugno 2011. Fu un vero successo per Lauber, che si ripeté quattro anni dopo, nel 2015, quando venne rieletto per un secondo mandato con 195 voti su 216 validi. Nel corso del secondo mandato, soprattutto alla luce delle irregolarità emerse nella gestione del dossier FIFA, l’idillio tra il Procuratore generale e l’Assemblea federale cominciò però a sfaldarsi. Molti parlamentari gli tolsero il sostegno e misero in dubbio la sua rielezione. Il 26 settembre 2019, Lauber riuscì comunque ad ottenere la fiducia dell’Assemblea federale per un terzo mandato fino al 2023. Questa volta, però, raccolse soltanto sette voti in più della maggioranza assoluta richiesta. Alcuni membri dell’Assemblea federale dichiararono di aver votato per Lauber, soltanto perché non se la sentivano di avallare un cambiamento radicale nella guida del Ministero pubblico federale.

Sette mesi dopo la sua rielezione, la carriera di Lauber prosegue su quella traiettoria discendente che si avviò durante il secondo mandato ed oggi si scontra con due forti bisogni emersi tra i membri dell’Assemblea federale. Il bisogno di poter disporre di un’autorità inquirente nazionale forte ed affidabile, riconosciuta anche sul piano internazionale, nonché il bisogno di dare a chi ha la responsabilità delle inchieste un po’ di tranquillità e di serenità. Sono bisogni e necessità che probabilmente non mancheranno di rivelarsi decisivi negli sviluppi che questa vicenda registrerà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.